CRONACAPRIMO PIANO

Una Marina di guai

La società partecipata casamicciolese tra la “decapitazione” del suo ex liquidatore e il caso delle false residenze storiche: un esercito di barche ha lasciato il porto prima delle verifiche. Il giallo dei conti che non tornano, la transazione di 27.500 euro sospetta e le consulenze (fin troppo) ben pagate. E poi il pasticcio dello specchio d’acqua ceduto con le indagini e gli avvisi di garanzia. E ancora…

E’ sicuramente il focus più interessante sul quale sta concentrando le sue attenzioni la nuova amministrazione comunale di Casamicciola, guidata dal sindaco Giosi Ferrandino. E, purtroppo, a mettere gli occhi sul porto turistico della cittadina termale e sulla sua gestione non è soltanto la politica ma anche forze dell’ordine e Procura della Repubblica di Napoli. Ma che cos’è che non va all’interno della società partecipata a capitale interamente pubblico? Una serie di interrogativi sono sorti già nel momento immediatamente successivo a quello che ha visto l’europarlamentare uscire vincitore dalle elezioni amministrative dello scorso 14 e 15 maggio. Pronti via e la prima testa a saltare è quella del liquidatore Gelsomino Sirabella. Ci potrebbe pure stare quando si vuole rivoltare il sistema come un calzino, ma partire da un fedelissimo che ti ha appoggiato in campagna elettorale mettendoci impegno e faccia è un qualcosa che qualche riflessione la suscita. Insomma, vogliamo fare sintesi: per scaricare in due minuti Gelsomino, è chiaro che Giosi e i suoi più stretti collaboratori hanno visto qualcosa che non andava. La prima è davanti agli occhi di tutti: immediatamente c’era stata la percezione che fossero in essere troppi contratti con la tariffa di residenti storici. Troppi da far credere che nella stragrande maggioranza dei casi si trattasse di residenze fittizie. Dal palazzo municipale del Capricho si era deciso di iniziare una serie di verifiche incrociando i dati dei titolari delle imbarcazioni con quelli forniti dall’ufficio anagrafe. Fatica che, a quanto pare, si è resa inutile o sarà molto più “light” rispetto al previsto. Da indiscrezioni bene informate, infatti, pare che ben 58 imbarcazioni per il tramite dei loro proprietari abbiano levato gli ormeggi da Casamicciola per andare a cercare “fortuna” altrove. Insomma, ora che la zizzenella è finita meglio emigrare.

Potrà sembrarvi incredibile, ma il fatto è che questo potrebbe addirittura essere pure il minimo. Le verifiche e lo screening sullo stato di salute della società partecipata, ad esempio, si sono allargate anche all’aspetto contabile e qui, sempre secondo gli “spifferi” che arrivano dai bene informati, emergono circostanze da fare accapponare la pelle. Non ci si trova con i conti, ma nel senso letterale del termine, nel senso che di fronte ad un numero “X” di fatture non fa da contraltare analoga copertura economica. Capire cosa possa essere successo è difficile – ovviamente siamo per la buona fede di chiunque, e lo diciamo a scanso di equivoci – ma dal momento che la matematica non è un’opinione capirete che la questione è certamente di quelle imbarazzanti. A furia di scavare, i consulenti di Giosi e della sua amministrazione si sono imbattuti anche in una transazione tra Marina di Casamicciola ed un suo dipendente ritenuta quantomeno anomala se non addirittura sospetta: una transazione firmata dall’ex liquidatore Gelsomino Sirabella (nel frattempo sostituito da Stani D’Orta) e che ha previsto la corresponsione di emolumenti per la bellezza di 27.500 a carico del soggetto in questione. Una compensazione necessaria a rimborsare il lavoratore che avrebbe svolto compiti diversi (ed evidentemente maggiori) di quelli previsti dal suo contratto di lavoro. Inutile sottolineare come in pochi credono ad una roba del genere, nel frattempo il dipendente ha lasciato i comodi uffici di Piazza Marina – dai quali si governava al meglio la situazione – ed è stato esiliato presso l’Eliporto. Un motivo ci sarà pure, a meno che non si tratti di semplice ripicca. Ma questo, ad onor del vero, andrebbe chiesto di diretti interessati.

Hanno lasciato perplessi anche alcune competenze elargite a professionisti che hanno gravitato attorno a Marina di Casamicciola. Un professionista che si occupava della contabilità, tanto per fare un esempio, costava all’azienda 21.000 euro annui. L’altra partecipata, per una figura analoga e con una mole di lavoro almeno quattro volte superiore, si limitava a spenderne 5.000. I guai poi non finiscono mai perché a questo quadro di desolazione va aggiunta anche la decisione di cedere ad una società privata uno spicchio della concessione attualmente in uso a Marina di Casamicciola, che portò l’ex consigliere comunale Luigi Mennella a spedire un dettagliato esposto denuncia alla Guardia Costiera ed alla Procura della Repubblica. Che ha aperto un’indagine che fin qui ha portato all’emissione di ben sei avvisi di garanzia che hanno a vario titolo interessato personaggi della politica e dello stesso ambito diportistico. Un’attività investigativa che ha poi portato le forze dell’ordine ad acquisire anche la delibera di giunta con cui il Comune di Casamicciola nel 2018 ha deciso che l’incasso degli importi versati dai diportisti fosse effettuato direttamente da Marina di Casamicciola. Perché una cosa del genere? Beh, questa è davvero una domanda da un milione di dollari. Nel frattempo, in molti iniziano a chiedersi quale sarà il dopo D’Orta, la cui investitura appare in ogni caso a tempo: un nome che torna ad essere gettonato nella cittadina termale è quello dell’ex liquidatore dell’Evi, Pierluca Ghirelli. Ma per questo c’è tempo…

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