CRONACA

Villa Mercede, per gli stipendi si tenta la strada della polizza fideiussoria

La proposta dei sindaci: l’Asl potrebbe pagare i dipendenti dietro garanzia da parte della cooperativa, in attesa della decisione sul contenzioso tra le due parti

Rimane critica, a voler essere eufemistici, la situazione dei lavoratori di Villa Mercede, la residenza sanitaria assistenziale di Serrara Fontana. Tuttavia qualche minimo spiraglio potrebbe aprirsi, all’indomani del tavolo tecnico riunitosi ieri mattina in Prefettura a Napoli.

I sindaci delle amministrazioni isolane hanno infatti avanzato una proposta per far sì che almeno gli stipendi arretrati possano essere erogati ai dipendenti della struttura, che da cinque mesi non percepiscono retribuzioni: una situazione insostenibile e ingestibile, come hanno avuto modo di sottolineare i rappresentanti sindacali intervenuti alla riunione, durata circa due ore, durante le quali non sono mancate le reciproche accuse tra l’Asl e la Cooperativa Sociale Civitas che gestisce l’appalto di Villa Mercede tramite il Consorzio Nestore. La proposta è quella secondo cui l’Asl effettuerebbe un versamento di denaro a favore della cooperativa, per pagare gli stipendi, coperto da una polizza fideiussoria da parte del Consorzio, come garanzia, se il contenzioso in atto tra le parti dovesse risolversi negativamente per la cooperativa.

Va infatti ricordato che tra la cooperativa e l’azienda sanitaria locale c’è una vertenza in cui sono in ballo svariate centinaia di migliaia di euro (circa 700mila). L’Asl si è dichiarata impossibilitata sia ad anticipare importi, come accadde a febbraio, sia a procedere ai pagamenti in sostituzione perché da una verifica si evincerebbe che non sussistono crediti di entità tale da poterli girare ai lavoratori: anzi, emergerebbero situazioni debitorie del Consorzio verso la stessa Asl, che parla quindi di “impossibilità tecnica”. Naturalmente il Consorzio è di tutt’altro, e opposto, avviso, ma il tavolo alla Prefettura non era certo la sede per dirimere il contenzioso in corso.

 L’Asl, tramite la polizza fideiussoria, potrebbe recuperare le somme versate alla Civitas. Il direttore amministrativo Balivo dell’Asl non ha chiuso la porta, riservandosi di verificare la fattibilità tecnica e di farlo entro venerdì. Anche il consorzio si è dichiarato disponibile a verificare la percorribilità della proposta. Sul punto, i sindaci si sono mostrati moderatamente ottimisti.  

La questione dei licenziamenti è invece in corso di analisi a livello regionale, dove si cerca di evitare la perdita dei posti di lavori e l’ulteriore compressione dei servizi erogati a favore della collettività ischitana. Secondo l’Asl, il Centro diurno di Villa Mercede non ha mai lavorato al massimo delle sue possibilità, dunque ne ha confermato la chiusura. Venerdì dovrebbe svolgersi una riunione in Regione sulla procedura relativa agli undici licenziamenti annunciati dalla cooperativa, sperando di trovare una soluzione per scongiurare il ferale esito.

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Entro venerdì si attende una risposta dall’Asl alla soluzione proposta dalle amministrazioni comunali, ma resta concreto il rischio di declassamento della Residenza sanitaria e i conseguenti licenziamenti

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Tuttavia,  ulteriore allarme provoca la nuova gara d’appalto per la gestione della struttura. Da essa emerge infatti la riduzione a venti posti letto anziché gli attuali ventinove. L’Asl dice di basarsi sui dati di una media storica: i sindacati invece ribattono che tali dati sono viziati dall’aver considerato nel computo anche periodi in cui l’Asl aveva svuotato la struttura, incidendo così sulla media (tra il 2016 e il 2017). Non solo: in tal modo è concreto il rischio di un declassamento della struttura, che diventerà di media assistenza. Di conseguenza i pazienti affetti da patologie più gravi verrebbero estromessi. Cosa inaccettabile non soltanto per i sindacati, che si oppongono a tale scenario, ma anche per i sindaci. Anche su questo punto si profila una nuova riunione, tra amministrazioni, Asl e Regione, per scongiurare tale declassamento che andrebbe a privare l’isola di un servizio ad alta intensità assistenziale. Un declassamento che potrebbe preludere, in un futuro nemmeno lontano, alla chiusura totale della residenza.  Dunque un doppio rischio: perdita di servizi e riduzione occupazionale. I sindaci hanno annunciato un immediato dialogo con la Giunta regionale.

I rappresentanti sindacali hanno comunque ribadito l’estrema ingovernabilità della situazione che i dipendenti di Villa Mercede stanno vivendo. Venerdì sarà dunque il giorno decisivo per capire se la proposta dei sindaci sarà realizzabile, almeno per tamponare l’emergenza-stipendi. Poi potrebbe essere l’ora di nuove decise iniziative eclatanti, dopo la manifestazione dello scorso 29 maggio. Al tavolo in prefettura, oltre ai rappresentanti delle amministrazioni comunali, c’erano anche importanti realtà associative locali, come il Cudas e la Croce Rosa. Al termine dell’incontro, una delle dipendenti, Mariagrazia Barbieri, ha illustrato ai presenti lo stato di disperazione in cui si trovano i lavoratori di Villa Mercede, ormai esasperati dalla doppia incertezza relativa alla mancata percezione delle retribuzioni e al concreto pericolo del licenziamento.

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