POLITICAPRIMO PIANO

Vogliono fare le scarpe a Mimì

Il surreale paradosso della politica in salsa lacchese: da una parte Domenico De Siano lavora per mandare nuovamente a casa Giacomo Pascale (e la missione sarebbe ormai compiuta), dall’altra però tra i suoi sodali c’è chi lavora per impedire la sua ricandidatura a sindaco. E allora…

Quando si dice che il problema numero uno dell’isola di Ischia è una classe dirigente di basso livello, si dice una cosa tragicamente vera. Ma si parla, in genere, dell’impreparazione politica, delle procedure di scelta degli eletti. Nel caso di Lacco Ameno, il dubbio invece è sull’arte di imbastire ad ogni occasione che conti, ma anche no, un paradosso in grado di superare quello precedente e distruggere quel minimo di autorevolezza richiesti a chiunque rappresenti, non vogliamo dire il popolo o il paese, ma qualcosa che va oltre la propria sfera personale, oltre il proprio naso. Questo modo di fare entra nella vita delle famiglie e affonda, distruggendo troppo spesso, la quotidianità di un mondo che avrebbe bisogno di programmazione e impegno. Ma questa è demagogia, lo sappiamo bene. Intano in questo momento Lacco Ameno, a livello politico, è ovvio, si attesta come la patria degli ossimori e dei paradossi. Cosi se Sparta, Giacomo Pascale, piange, Atene, Domenico De Siano non ride. Se da una parte si narra del sindaco Barone, costretto a fare l’equilibrista sul filo dei numeri e delle sfiducia, dall’altra c’è il leader dell’opposizione alle prese con l’estate dei lunghi coltelli.

Sarebbe proprio la scelta di Domenico De Siano di tenere ancora sullo scranno di Sindaco Giacomo Pascale, almeno fino al prossimo autunno a potergli risultare fatale. La volontà di Mimì di evitare di trasformare Giacomo, come è stato 4 anni fa, in una vittima, il destinatario degli odi politici che piombando il comune in un altro anno di commissariamento, sarebbe proprio il motivo per cui, i sodali di De Siano starebbe pensando ad un’alternativa all’ex vertice azzurro. Un tradimento bello e buono, tre pugnalate alle spalle del padre putativo della gran parte degli allegri amministratori lacchesi.

Cosi, se a quanto pare Giovan Giuseppe Zavota starebbe per scaricare l’amico Giacomo Pascale, dall’altra quelli di Domenico sarebbero pensando di scaricare De Siano individuando una alternativa alla figura di candidato sindaco alle prossime elezioni. Un candidato che non sia Domenico De Siano. Voci raccolte nel palazzo, parlano della indicazione di un rampollo politico di casa Polito. Un nome che potrebbe essere anche lontano dall’attuale consigliere. Cosi all’ombra del Fungo tramano tutti contro tutti: De Siano ordisce la trama per far mandare a casa Pascale e quelli di De Siano ordiscono la trama per pensionare De Siano. E’ chiaro, ma anche no, che Domenico De Siano non sappia che i suoi, tra di loro e senza tenerlo a parte, si stanno organizzando per evitare che candidi una volta defenestrato il Barone Pascale. L’esponente di minoranza vuole fregare l’ex alleato ora nemico, ma non si accorge che potrebbe essere vittima dei fendenti, delle coltellate amiche. Pascale e De Siano hanno caratterizzato la politica degli ultimi vent’anni, dopo quest’era (giurassica) è evidente l’incognita che si apre su chi andrà a riempire le caselle vuote qualora i due capi bastione restino fuori dai giochi.

Pascale è finito politicamente? Per molti e cosi! Ma per tanti altri,compresi quelli della frangia desianica, anche il fu senatore è bello che andato. I suoi avrebbero capito la parabola discendente e tentano di trovare alternative, prima strappando Zavota alla attuale maggioranza e poi trovato un sostituto per Domenico De Siano. Intanto in paese già si parla di ingratitudine, riferendosi all’evidente “golpe azzurro” portata o che accoltellato. Come ripete spesso Giacomo Pascale la gratitudine è il sentimento de giorno prima. Cosi, con un piano studiato metodicamente, oggi, molti degli uomini che a Domenico De Siano devo la loro posizione, provano ad accoltellare quello che fu il leader, senza a riconoscere, prima per se stessi che, se hanno potuto competere contro un grande Giacomo Pascale alle scorse elezioni, è stato proprio perché il loro candidato si chiamava De Siano. In caso contrario sarebbe stato un 3 a 0 a tavolino, con le squadre negli spogliatoi.

Comunque, un arco temporale di cinque anni, in una vita è tanto ed è pure giusto che qualche giovane ambisca a sfidare il barone ( è nell’ordine naturale delle cose) . Tuttavia esistono modi e modi, non dobbiamo essere certo noi, a difendere il senatore ma agendo cosi, se fossero confermate le voci, da notizie assunte, proprio i suoi lo stanno accoltellando alle spalle.Una cosa è arrivarci per ragionamento una cosa è l’omicidio politico. Intanto il Barone e’ già proiettato del futuro con tre opzioni: Pascale Ter, Carla Tufano, dante De Luise.Abbiamo chiesto qualche commento in giro, ma vige massimo riserbo .

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gioe'

SCUSATE-SE PESCALE è UNA COSTOLA DI DESIANO -DE SIANO COSA SI ASPETTA ????????NON CREDO UN TAPPEWTO DI FIORI —UNO EQUIVALE L ALTRO ANCHE SE IN MODO DIVERSO

Beta

Chiacchiere da bar e da spiaggia!
E ci sguazzate dentro tutti, sempre con gran piacere…
E’ sempre il solito filmetto di serie “C”!

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