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Turismo, Ischia prova a guardare al futuro

ISCHIA. Cosa è e cosa vuole diventare l’isola d’Ischia?  Una domanda ricorrente, forse logora, ma dalla cui risposta dipende il destino dell’industria turistica locale. L’associazione Disegnare il Futuro, guidata dall’avvocato Luciano Venia con la collaborazione di  Alberto Postiglione, Lucia Buono e Antonello Impagliazzo, ha cercato di delineare tale risposta tramite l’incontro svoltosi nel pomeriggio di sabato scorso presso la sala dell’Hotel Royal di Ischia, messa a disposizione dalla famiglia Di Costanzo. Nonostante la giornata primaverile, quasi estiva, sono stati in molti a partecipare all’iniziativa e dare un contributo nel tentativo di tracciare un cammino che riesca finalmente a tradurre le parole in pratica. Oltre ai rappresentanti di quattro Comuni isolani, il qualificato parterre di relatori comprendeva numerosi esponenti di vari ordini professionali e del mondo imprenditoriale locale, oltre alla partecipazione del direttore dell’Agenzia regionale per il Turismo, Luigi Raia. Quest’ultimo ha ribadito l’importanza di un tema che è stato ricorrente durante l’intero convegno, quello della mobilità sostenibile. «È necessario rinunciare a qualcosa pur di fare il vero salto di qualità», ha dichiarato Raia: l’esponente regionale ha inoltre ribadito che l’elevatissimo valore dell’isola e delle sue ricchezze, quelle naturali ma anche quelle derivanti da tremila anni di storia, non si sposa con la politica del low cost. L’esempio di Barcellona quando decise di ospitare le Olimpiadi costituisce secondo l’avvocato Raia la direzione da seguire: diminuire le auto, puntare sulla mobilità alternativa, ma anche puntare su un’efficace promozione sono le chiavi per riportare Ischia alla pari con i maggiori competitors del mercato mondiale del turismo, che non sono certo rimasti a guardare. «Non siamo secondi a nessuno, né a Capri né a qualunque altra località, ma dobbiamo comprendere che tutti quanti dobbiamo fare la nostra parte e remare nella stessa direzione», ha spiegato il direttore dell’Agenzia regionale, dicendosi favorevole all’unificazione amministrativa dei vari Comuni dell’isola: «I vantaggi del Comune unico sarebbero nettamente superiori agli eventuali svantaggi». Un breve ma preciso intervento è stato quello di Salvatore Di Meglio, che ha ribadito senza esitazioni quella che secondo lui è la priorità assoluta, il depuratore: «Prima o poi l’inquinamento raggiungerà le falde acquifere – ha dichiarato il noto imprenditore – e a quel punto sarà troppo tardi per rimediare. Occorre dunque mettere mano a una rete di fognature da realizzare con i giusti criteri». Un’osservazione che ha ricevuto il plauso e il consenso di numerosi partecipanti.

È stata poi la volta dell’architetto Alfonso Gurredi, esperto nell’intercettazione dei finanziamenti europei  il quale, oltre a sciorinare lo sterminato elenco delle sue realizzazioni professionali in giro per il mondo con tanto di supporto video in sala, ha illustrato le opportunità rappresentate dai nuovi stanziamenti comunitari. Gurredi ha parlato di possibili ripascimenti dei litorali accoppiati a “ecoporti”, sottolineando le difficoltà delle attuali installazioni per i disabili e rilanciando l’idea del car sharing e del car pooling per decongestionare l’emergenza-traffico. «Il denaro dei fondi europei c’è, ma bisogna saperlo sfruttare. I progetti dei nostri professionisti vengono realizzati all’estero, mentre in Italia ci siamo visti bocciare ben 544 progetti». È necessaria dunque una task force in grado di intercettare i fondi. Una parte dell’uditorio ha tuttavia storto il naso quando Gurredi ha parlato del condono edilizio: «È una truffa, la pressione antropica è eccessiva, le domande vanno esaminate, e le abitazioni impossibili da sanare vanno abbattute senza esitazione, è ora di finirla col consumo del suolo». Un tasto dolente, forse troppo. Rivolgendosi ai termalismi, l’architetto ha suggerito di tornare a puntare sulla talassoterapia: di conseguenza anch’egli ha sottolineato l’urgenza del depuratore accanto alla mobilità sostenibile.

Claudio Cigliano, presidente della riformata Confcommercio locale, il cui nuovo direttivo è notevolmente ringiovanito, ha lanciato l’idea di mettere “in rete” i bed&breakfast per dare nuovo respiro alla bassa stagione. Il presidente di Confedertecnica, Enrico Stasi, è stato categorico: «Occorre un progetto chiaro. È necessario mettere a fuoco i fabbisogni della comunità isolana, che sono tanti. Il turismo sull’isola soffre dell’eccessivo rumore antropico, incompatibile con una località dove i visitatori vengono per cercare riposo dalle città». L’albergatrice Maria Monte ha rilanciato una proposta concreta già messa a protocollo quattro anni fa, ma a cui non fu dato seguito: l’ipotesi di un taxi collettivo, stabilendo tratte con tariffe comuni, divise per gli operatori. «Idee semplici e concrete – ha dichiarato Maria – ma stranamente non si riesce a metterle in pratica». L’imprenditrice ha anche illustrato la necessità di un’efficace azione di branding dell’isola e l’idea programmatica di Ischia come luogo del “wellbeing”, un concetto ancor più ampio e inclusivo del “wellness”: «Una “specializzazione” di ciascuna struttura alberghiera potrebbe anche aiutare gli alberghi più colpiti dalla crisi: pensare a strutture attrezzate per determinati tipi di clientela, come ad esempio i visitatori con bambini al seguito, i turisti dediti al trekking, o anche per accogliere clienti diversamente abili».

Il dottor Enzo D’Ambrosio, presidente del consiglio comunale di Casamicciola, è intervenuto su uno dei temi sollevati dall’imprenditrice, ma rispondendo anche alle affermazioni di Benedetto Valentino, che leggete a parte: «Sul territorio isolano le iniziative valide esistono, così come sono presenti competenze e professionalità. Tuttavia tali iniziative, meritorie e teoricamente semplici da realizzare, si arenano nella palude politica, più attenta alle clientele. Il risultato è quello di un turismo sempre più scadente, che finisce per penalizzare anche l’occupazione». Saverio Presutti, del Poti (Promozione degli operatori turistici dell’isola d’Ischia), ha rimarcato l’obiettivo di allungare almeno a otto mesi l’anno la stagione turistica, per consentire ai giovani di rimanere a lavorare e vivere sull’isola, invece di abbandonarla in cerca di occupazione altrove.

La necessità di una programmazione, ma più ancora di una regolamentazione, è stata al centro dell’intervento dell’architetto Giovan Giuseppe Iacono: «Senza leggi e senza programmazione non si realizza nulla. È necessario un piano regolatore, che rappresenta il punto di partenza imprescindibile senza il quale non ci sarà mai alcun depuratore né alcun piano di mobilità. Prima le regole, poi il resto».

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Al termine dei lavori, l’avvocato Luciano Venia ha sintetizzato il documento programmatico scaturito dall’elaborazione dei temi trattati: tra gli obiettivi c’è l’istituzione di un “avvocato del turista, uno sportello per il monitoraggio della qualità dei servizi e la raccolta di proposte, suggerimenti, critiche e proposte e la conseguente istruttoria di azioni e iniziative. Poi la creazione di un Osservatorio giuridico delle banche, del credito, della finanza e dei capitali, ma anche una speciale attenzione ai diritti sociali e quelli dei lavoratori. Infine, l’istituzione di un Centro Studi sul turismo, e un Osservatorio Dinamico del Turismo, da intendere come “motore intelligente di analisi e di intervento sulle grandi tematiche”. Obiettivi ambiziosi, ma che secondo Venia sono raggiungibili: «Oggi – ha dichiarato in chiusura dei lavori l’animatore del movimento “Disegnare il futuro” –  abbiamo radunato tante competenze, abbiamo esaminato un catalogo di problemi con le possibili soluzioni e gli obiettivi da perseguire. L’isola ha una grande categoria d’imprenditori, ma Ischia deve tornare a essere “Ischia”, da isola di Roma dovrà essere l’isola del mondo».

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Francesco Ferrandino

 

 

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