LE OPINIONI

Rispoli, i condoni e la Bretton Wood italiana invece degli Stati Generali

Se questa è la Teoria vediamo la Prassi. Se per fare chiarezza nel proprio pensiero dobbiamo utilizzare il Libro per conoscere i fatti dobbiamo utilizzare il Giornale per capire l’attualità. Il supplemento “Affari & Finanza de “La Repubblica” di lunedì 22 giugno 2020 si apre con un titolone in prima pagina: “Come spendere 230 miliardi”. Il sottotitolo: “in arrivo dall’ Europa un fiume di denaro mai visto prima. Ma il Governo deve preparare presto un Piano di spesa con costi e tempi dei progetti”. Le pagine due e tre curate dal giornalista Roberto Petrini spiegano con dettagli e grafici i vari “fondi” con nomi in inglese. Ma questo “supplemento” contiene alle pagine 4 e 5 una lunga intervista al prof. Romano Prodi, 81 anni, una lunga esperienza di Statista in Italia ed in Europa ma anche il “liquidatore” dell’IRI e dello smantellamento delle Partecipazioni Statali. Il titolo è significativo: “Lo Stato nelle imprese private come azionista di minoranza”. Le risposte di Prodi non arrivano ad un “Nuovo Socialismo” ma ci vanno vicino perché viene sottolineato il ruolo della Cassa Depositi e Prestiti ma stranamente non viene indicata Invitalia, l’agenzia pubblica per l’ “attrazione degli investimenti” che di fatto è diventata una “piccola IRI” con partecipazioni dirette nel capitale di rischio di imprese, invocata anche per la crisi dell’ ILVA a Taranto, chiamata come soggetto attuatore del mega progetto di trasformazione urbana dell’area di Bagnoli, ed addirittura chiamata con una convenzione per la ricostruzione dei territori dell’ isola d’ Ischia colpiti dal terremoto del 21 agosto 2017 dal Commissario governativo Carlo Schilardi. L’Amministratore Delegato di Invitalia, Domenico Arcuri, è stato chiamato anche come Commissario governativo per il COVID 19 finora per le “mascherine a 50 centesimi” ma dovrebbe essere quello per potenziare con nuove attrezzature tutti gli ospedali italiani. Invitalia è una società pubblica ma di diritto privato.

A me pare che le partecipazioni statali uscite dalla porta stanno rientrando dalla finestra mentre un governo politicamente disomogeneo comincia con una dichiarazione di “semplificazione burocratica” ciò che invece deve essere una profonda riforma dello Stato, del suo decentramento amministrativo, per attuare rapidamente ed opportunamente una seria, concreta, praticabile “Programmazione Economica”. Il supplemento “L’ Economia” del Corriere della Sera di lunedì 29 giugno 2020 reca in prima pagina il titolone: “Perché non spendiamo questi soldi? Dei 44 miliardi dall’ Europa usati solo 18”. In seconda e terza pagina il titolone Sud per l’articolo di fondo di Ferruccio de Bortoli, uno dei migliori giornalisti economici d’Italia già direttore del Corriere della Sera e del Sole-24 Ore, con l’occhiello: “Il Ministro Giuseppe Provenzano promette di riprogrammare gli interventi e di liberare parte di quei 10,4 miliardi a disposizione delle aree più svantaggiate del Paese” e spiega “perché le risorse faticano ad arrivare sul territorio oltre agli intrecci burocratici tra Stato e Regioni”. Ma non è finita. I tre più importanti gruppi bancari italiani – Intesa-San Paolo, Unicredit e MPS – annunciano aperture di credito speciale alle imprese per decine o centinaia di milioni di euro. L’ ultima notizia è quella di Intesa-San Paolo. Un plafond di 10 miliardi di nuovo credito per le “filiere” (Corriere della sera – giovedì 2 luglio 2020). Ma questo non basta per salvare decine o centinaia di imprese dal fallimento. In una nuova programmazione economica le Grandi Banche devono trasformare i loro crediti in azioni e diventare proprietarie o comproprietarie di grandi, medie e piccole imprese investendo parte del risparmio che hanno in cassa. Ed allora questo enorme ammontare di denaro impone non solo la programmazione economica ma impone un unico centro di decisioni nazionale perché l’Italia non è uno Stato Federale ma uno Stato Unitario di cui le Regioni, le Province o Città Metropolitane ed i Comuni sono “decentramento democratico” ed è stato un grave errore storico approvare la modifica del titolo V che ha generato conflitti di competenza fino ad arrivare all’assurdo della “autonomia differenziata”. Non solo soldi per l’ Italia ma il bisogno di un “nuovo Capitale Umano” e l’editoriale di Ferruccio de Bortoli sul Corriere della Sera di domenica 17 maggio 2020 “Un Progetto per il Paese basato sul Capitale Umano” costituisce pietra miliare.

BRETTON WOOD E STATI GENERALI

Più che convocare “ Stati Generali” il Presidente del Consiglio dei Ministri in carica, prof. avv. Giuseppe Conte, una Personalità senza partito che guida un Governo “tripartito” con “partiti liquidi” senza storia e senza Teoria Economica come il PD, il M5S, LEU,ITALIA VIVA, avrebbe dovuto convocare una “Bretton Wood italiana” con ramificazioni nei territori. Gli Stati Generali furono istituiti da Luigi XIV – il “Re Sole” – nel 1614. Furono riconvocati da Luigi XVI 74 anni dopo il 25 settembre 1788 per salvare l’ ordinamento economico e sociale della Francia e la monarchia assoluta dall’avanzata del “Terzo Stato”.L’ esisto come è noto fu disastroso. Non solo nacque la Repubblica con la Rivoluzione Francese ma nacque il Quarto Stato e la Francia per consolidare la Repubblica – a colpi di restaurazioni ed imperi – dovrà impiegare 87 anni e cioè fino alla Terza Repubblica nel 1876 “che non ebbe mai una Costituzione . In luogo di questa venne emanata una serie di leggi costituzionali dettate da considerazioni più di natura pratica che teorica” (pag 482. Alfred Cobban – Storia di Francia- Garzanti 1967). Meglio sarebbe stato convocare una “Bretton Wood Italiana” e trovare un economista come Keynes ed un valente sottosegretario di Stato al Tesoro come l’americano White. Nel luglio 1944 in un vecchio albergo del New Hampshire 800 partecipanti di 44 Nazioni decisero sui nuovi assetti finanziari del mondo e si crearono nuove organizzazioni finanziarie fra cui la Banca Mondiale che svolgerà un ruolo decisivo per la ricostruzione dell’ Europa e dell’ Italia (Amedeo Lepore-“La Cassa per il Mezzogiorno e la Banca Mondiale” – un modello per lo sviluppo economico – Rubbetino 2013).La crisi impone di tagliare i rami secchi dello Stato Unitario ma Decentrato ma di riproporre nuove istituzioni come una nuova Cassa per il Mezzogiorno. La crisi del Covid– 19 impone infatti un nuovo Socialismo con una Repubblica unica ed indivisibile nei nuovi scenari mondiali dove il federalismo è solo quello dell’ Unione Europea.

ISCHIA A MEZZOGIORNO

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“Il guaio italiano è che nel Parlamento ci sono molti avvocati e pochi economisti. Vi auguro di poter entrare in Parlamento per fare leggi migliori”. La frase fu pronunciata dal prof. Giuseppe Palomba in una delle sue indimenticabili lezioni in quel 1969. Ci fu l’applauso di circa 300 studenti. Non si è verificato l’augurio di Palomba. I Grandi Economisti sono state “Cassandre inascoltate” e nei territori la fase del boom economico è stata gestita soprattutto dai costruttori. A differenza di Rispoli invito i giovani a diventare economisti ed ad inventare una nuova green economy. L’ Urbanistica in fondo non è una Scienza così come non lo è l’ Economia e Keynes diceva che l’Economia serve alla “Politica Economica e Finanziaria” ma la Teoria serve alla prassi. Rispoli ha proposto una “leggina” speciale per il condono edilizio dell’ isola d’ Ischia e le sue trentamila pratiche. Ma questo non solo è impossibile per il quadro politico e la classe politica che ci ritroviamo – i pentastellati partito di maggioranza relativa hanno dichiarato la loro contrarietà ai condoni – è impossibile perché almeno 20.206 pratiche quelle del 1985 e del 1994 sono ormai “legittimate” de facto ed attendono una legittimità de jure che può avvenire solo con il piano e la negazione di un condono determinerebbe sì almeno 150 anni di cause anche in sede europea. Diverso il discorso sulle 6804 pratiche del terzo condono 2003 che non possono essere accolte ma in una logica di piano ed in tempo di “uragano” si può e forse si deve prevedere una salvezza.

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TRE COMMISSARI PER NESSUN PIANO

Ho dedicato 4 numeri monografici nel 2019 della mia rivista IL CONTINENTE al rilancio della Pianificazione Territoriale che è la sola via per la Ricostruzione. Il risultato è stato che questa fatica non ha prodotto alcun dibattito ma il “caos calmo” del “fantasma della Ricostruzione” per Casamicciola, Lacco Ameno e Forio ha determinato due Commissari – uno governativo e l’altro il sindaco per l’ edilizia scolastica – mentre sta per arrivare il Terzo dalla Regione che con la legge modificata deve fare un “Piano di Ricostruzione”. Il Commissario Governativo Carlo Schilardi ha dichiarato nell’audizione alla Commissione Ambiente della Camera dei deputati il 9 giugno 2020 che “c’è una dialettica accesa tra me e la Regione perché? Perché la norma come da me interpretata, mi permetto anche di avere un minimo di competenza da magistrato e da Consigliere di Stato, significa che la pianificazione deve riguardare soltanto i luoghi dove essa è necessaria. Qui non si tratta di ridisegnare l’isola qua si tratta di ricostruire modificato ciò che è caduto giù”. Non credo che l’ affermazione del dottor Schilardi meriti – da parte mia – la dignità della polemica. I Comuni dell’isola d’ Ischia sono tenuti ad approvare un Piano Urbanistico generale. Solo nel Piano ci può essere un “ordinato sviluppo” ed un rilancio economico e questo non è competenza del Sindaco – elevato a Podestà – ma del Consiglio Comunale con una partecipazione viva e forte dei centri culturali – come un tempo lo era il Centro Studi sull’isola d’ Ischia con le proposte del prof. Cristofaro Mennella (1917-1976) – e delle associazioni di categorie, dei sindacati, con un ruolo decisivo della Regione Campania non con il suo Presidente – elevato a “Governatore” – ma del Consiglio Regionale della Campania che dovrebbe fare di Ischia un sol Comune per efficienza amministrativa e programmare, cosa che non fa da 50 anni. Nel tempo breve perché nel tempo lungo saremo tutti morti.

SECONDA PARTE (FINE) – Leggi la Prima parte qui.

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