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ISCHIA CAMBIA, OPPURE NO?

Il “ re” Enzo preferisce affondare nella sabbia (im) mobile dell’Amministrazione o decide di convocare i tre moschettieri (Mazzella, De Siano e Trani) e di impegnarli al “tutti per uno, uno per tutti”? Si avverte, nell’aria, un’atmosfera di arrendevolezza verso lo status quo. La società ischitana, pur attraversata da una crisi di ristagno economico, nonostante intorno ferva una fase di turboturismo, dalla Regione Campania all’Europa e al mondo, sembra acquiescere inerte a qualunque situazione di inadeguatezza della politica amministrativa e, di riflesso, la classe dirigente (quella politica ma anche quella imprenditoriale) continua a “campicchiare”, a mettere una toppa per ogni strappo nuovo che si produce nel sistema sociale e produttivo del nostro Comune, che conobbe in passato ben altro lustro. In questa situazione di arrendevolezza, sento fare delle analisi inaccettabili: il commerciante D’Orta, pur attivo per alcune iniziative nel Borgo di Ischia Ponte, crede che il deficit di comunicazione all’esterno dell’isola sia colpa della stampa locale che non sorvola sui mali dell’isola come fa – ad esempio- Capri.  Cioè la preoccupazione non deve essere quella di evitare i mali e le disfunzioni, denunciandoli nei termini di una corretta informazione , bensì quella di nasconderli. Stiamo freschi !Insomma ci si aspettava che si facesse tesoro dell’esperienza della crisi amministrativa, apertasi con le dimissioni del Sindaco Enzo Ferrandino. Ci si aspettava che, prendendo atto della fragilità e delle contraddizioni, delle spinte  e controspinte all’interno della maggioranza, il Sindaco escogitasse un “governo di salute pubblica” col coinvolgimento dell’intera minoranza. Non che l’opposizione abbia particolarmente brillato in questa lunga fase di inizio legislatura. Però, la soluzione del “governo di tutti” poteva essere il segnale di una volontà collegiale di distogliere l’attenzione dalle beghe di vertice per rivolgerla finalmente ai problemi del paese e all’interesse collettivo. Invece no, pare che ci si accontenti di una soluzione parziale, di un “ cuci e scuci”, togliendo una pietruzza di qua e mettendone una di là. Cercherò di spiegare perché questa soluzione, ove fosse attuata, avrebbe respiro corto (qualche mese?). L’ingresso dell’intera minoranza al governo, avrebbe i seguenti effetti positivi: a) allontanare De Siano da Giosi Ferrandino (patto sempre serpeggiato in forme più o meno palesi); b) evidenziare l’esistenza di un gruppo, fedele a Giosi Ferrandino, che ha il solo scopo di mantenere un “pied à terre” al Comune, come piattaforma di potere elettoralistico per le prossime europee; c) rimettere in discussione tutti gli organigrammi attesi in seno alla maggioranza e oggetto di continui ricatti al Sindaco; d) stringere un patto generazionale di tregua tra Enzo e Gianluca, che potrebbero decidere di cooperare nella conduzione della barca, anziché remare in direzione opposta. Al contrario, la soluzione parziale, sia che si lasci fuori la componente di De Siano, sia che si lasci fuori Gianluca, sia che si lasci fuori entrambi, costringerebbe – alla lunga – a saldare un’alleanza “ degli esclusi” tra giosiani e minoranze residue. Si rafforzerebbe – gioco forza – l’asse Giosi – De Siano e perpetueremmo una guerra di logoramento che nuoce al Paese. Naturalmente, mancando pochissimi giorni alla deadline delle dimissioni che potrebbero diventare definitive, rimarrebbe in piedi anche la possibilità di mandare tutti a casa e di andare a nuove elezioni.

Ma c’è qualcuno, tra gli ischitani, disposto a credere che cambierebbe qualcosa? Il quadro amministrativo che ne risulterebbe sarebbe molto simile a quello esistente. Sui motivi di questa refrattarietà ad un mutamento radicale del quadro politico ci si potrebbe trattenere a lungo. Per esempio, molti si chiedono come mai, in presenza di una società stravolta dai social, dalla disintermediazione, dall’intrusione diretta del cittadino negli atti e comportamenti degli eletti, si continui a votare allo stesso modo, per clientela, per parentela, per amicizia. La risposta è: l’uso dei social e della rete in generale, non è determinato dalla voglia di “ controllo sociale e popolare”, non è una forma di democrazia, ma di puro “ voyerismo politico”, fine a se stesso, che non trova alcuna corrispondenza col ricorso ( largamente usato) al più abietto clientelismo. Questa è la situazione, per cui nuove elezioni riproporrebbero gli stessi mali. A questo punto, si potrebbe obiettare: come fa il Sindaco a rimettere in discussione quanto già promesso ad alcuni membri residui della sua ex maggioranza? Come dire a chi è stato indicato come Presidente del Consiglio o assessore o delegato alla conduzione di un ente importante, che il quadro cambia perché l’allargamento della maggioranza impone l’inserimento di nuove pedine? In una democrazia seria, si discuterebbe, innanzi tutto, di un realistico programma da realizzare, in base al quale sistemare i soggetti più adatti – per settori di competenza – alla sua realizzazione, pur nell’ambito di un equilibrio generale. Lo so che il tempo residuo è poco, però, se c’è buona volontà, le dimissioni del Sindaco, una volta accertate le premesse e l’effettiva volontà di collaborare, potrebbero rientrare e poi si definirebbe programma e organigramma. Tutto questo è meno difficile di quanto sembri. Faccio un esempio: ci sono aspiranti assessori che, per i trascorsi o per requisiti di esperienza e competenza, godono di larga stima nella popolazione ed altri che risultano inadeguati. Sono cose sulla bocca di tutti e che prescindono dal numero voti  raggranellati. Insomma prevalga la credibilità individuale più che la forza ricattatoria. Con una maggioranza larga si potrebbe! Fin qui il desiderio dell’opinionista, ma lo scenario desiderato sembra avere – al momento – poche chances di attuazione.

Ad esempio, trovo sbagliato e sconcertante non solo i tentativi di “ fuga individuale” di qualche consigliere di minoranza in soccorso della maggioranza, ma anche la frammentazione tra i gruppi di minoranza. Che ne è del progetto collegiale alternativo, promesso alle elezioni? L’inganno della minoranza ai suoi elettori non sarebbe meno disdicevole di quello perpetrato dalla maggioranza. O tutti o nessuno è il grido che pure si è levato dall’opposizione, ma tale grido ha senso solo se riferito a tutti i gruppi di minoranza. Al tirar delle somme purtroppo è molto probabile che ci sia un clone, una replica dell’Amministrazione precaria del primo scorcio di legislatura, un ripescaggio di programmi slogan come la “ Bella Ischia”, slogan che dovrebbe andare a “ Chi l’ha visto”? Vogliamo, a titolo di esempio, citare qualche area di “ trascuratezza”? Fa parte della “ Bella Ischia” il lago artificiale di putridume alla Siena? Certo, trattasi di iniziativa imprenditoriale privata. Ma il potere pubblico che ci sta a fare? Che senso ha organizzare le strisce blu, se poi alla spiaggia dei Pescatori alla Mandra è sosta libera selvaggia ( anche in doppia fila) con passaggi di auto davanti al ristorante O Sole mio da mattina a sera, come un autodromo sull’arenile? Come si può tollerare che uno dei più suggestivi paesaggi ( dalla curva di via Nuova Cartaromana, più avanti della scuola elementare) sia completamente interdetto alla visione di cittadini e turisti?  Come si può tollerare che in certe strade, come via Nuova Cartaromana, fino all’incrocio con via Giambattista Vico, dove in alcuni tratti non transitano due auto in senso inverso, si consenta la libera sosta e, contemporaneamente, non si preveda il senso unico? Come si fa ( è di qualche giorno fa) a far costruire una barriera di metallo ( per evitare entrate ed uscite di auto in barba ai divieti) ad Ischia Ponte, prima della farmacia, così lunga da non consentire il transito di un carrozzino o di una carrozzella per disabili in condizioni di sicurezza? La stessa squadra comunale di manutenzione, accorsa per il montaggio, si è immediatamente resa conto che andava segata. Ma chi decide queste assurdità? Poi siamo pronti invece a registrare provvedimenti utili e giusti.  Siamo soddisfatti per l’imminente completamento del parcheggio antistante il Re Ferdinando ( 15 luglio? ) o la messa in uso del Mini Zizì per il trasporto, dal parcheggio Mirabella al borgo di Ischia Ponte, di anziani e disabili. Ad ogni modo ci troveremo presto a dover commentare la soluzione data alla crisi amministrativa. Mi piacerebbe che venisse smentito il mio evidente scetticismo.

 

Fracno Borgogna

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