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OGGI ANNA COLUCCI FESTEGGIA I SUOI CENTO ANNI DI UNA BELLA E LUNGA VITA MUSICA, SCUOLA, FIDAPA E GARDEN CLUB I SUOI “CENTRI” PER SOCIALIZZARE

DI ANTONIO LUBRANO
Abbiamo chiara memoria, anche se sono ricordi di fanciullezza, della vecchia casa stile bohèmien, dove viveva, dai primi del ‘900, la storica famiglia Colucci, al secondo piano del caseggiato del ‘600 su via Luigi Mazzella, a due passi dal ponte aragonese e dalla casa natale di Carlo Gaetano Calosirto, ovvero San Giovan Giuseppe della Croce. Riferimeto quest’ultimo doveroso per la spiccata e notoria devozione che i Colucci nutrivano per il Santo isclano. Era sul finire degli anni ’40, nel dopo guerra, quando il sottoscritto seguiva sua sorella Maria Lubrano a lezione di pianoforte in quella casa del vecchio Borgo di Celsa dal profumo antico ed aristocratico, ricca di caldi tendaggi color bordaux e testimonianze d’arte pura, tra quadri di valore, lumi di artistica fattura, candelieri d’oro e d’argento, un bambinello del ‘700 napoletano, una madonna di pregio sotto una campana di vetro, un leggio di legno antico indorato, un vecchio violino, una chitarra, e primo fra tutti nella stanza da studio ed intrattenimento, un pianoforte verticale colore nero della Krauss Berlin, acquistato in Napoli dal capostipite della famiglia Giuseppe Colucci il 4 luglio del 1927, costato la bellezza di quattromila lire. Lo dimostra una vecchia ricevuta su carta bollata ingiallita dal tempo di lire due, rilasciata e firmata dal titolare dell’accorsato negozio di strumenti musicali in Santa Brigida, sig, Guglielmo Corna. A guardia di tutto quanto, due cagnolini bassotti neri che a modo loro, in casa, per la famiglia Colucci rappresentavano col “dolce” abbaiare,
gradita animazione e gioia di poterli avere tra i piedi. Ricordi di fanciullezza, dicevamo, che affiorano nitidi alla nostra mente, oggi che ci apprestiamo a celebrare e quindi festeggiare i cento anni dalla nascita di uno degli esponenti più rappresentativi di una emblematica famiglia ischitana di artisti a trecentosessanta gradi, la professoressa Anna Colucci , prestigiosa maestra di pianoforte e stimata insegnante di musica dagli anni sessanta, fino alla meritata pensione, nelle scuole medie di Ischia e Procida. Anna Colucci, la più “piccola” di sei figli: Angelo, Giulia (madre di Anna Maria e dell’arch. Sandro Petti), Eduardo, Vincenzo e Totonno, ultima della famiglia, rimasta in vita ed in eccellente salute, attiva e con mille altre risorse per stupire ancora , si incontrerà di persona questa sera nella sala superiore del Bar Calise di Piazza degli Eroi in Ischia per gli omaggi e gli auguri con i tanti amici ed estimatori che vorranno abbracciarla e condividere con lei questo giorno meraviglioso e significativo della sua straordinaria esistenza in cui compie cento anni di vita vissuti fin’ora tutti di un fiato, segnando nel suo lungo percorso tappe importanti di natura professionale, sociale ed artistica, con intensità di sentimenti e di valori, tanto da guadagnarsi di diritto un posto di rilievo nel libro della storia delle donne più stimate e ben volute dell’isola di Ischia. Da sempre ha coltivato amicizie importanti già quando, giovinetta, poco più che tredicenne, divenne allieva nello studio e nell’ uso professionale del pianoforte della maestra Maria Lanfreschi di Ischia, che constatati gli evidenti progressi della giovane pianista, la indirizzò a Napoli presso Carmela Chiarolanza della nota famiglia partenopea. L’esperienza napoletana della sua vocazione musicale davanti alla tastiera di un pianoforte si concluse successivamente al Conservatorio di San Pietro a Maiella dove si avvalse dei i preziosi insegnamenti del prof. Rizzo di cui conserva ancora un grandissimo ricordo. Anna Colucci, nel vigore dei suoi anni giovanili era molto coccolata dai suoi fratelli artisti Vincenzo ed Eduardo e non meno da Angelo e da Totonno che gestiva negli anni ’30 un rinomato stabilimento balneare al Lido di Ischia frequentato nei mesi estivi di punta, da quelle famiglie-bene napoletane e da altra bella gente in vacanza a Ischia. Anna, la signorina Anna Colucci per il suo aspetto signorile ed elegante, gentile e pacata nei modi, viveva la sua vita in società con la discrezione del suo carattere, mai sopra le righe, in linea insomma col suo modo di essere. Si faceva ammirare, lei professoressa di musica e pianoforte, nei salotti dell’epoca, alle feste serali che i fratelli artisti Vincenzo ed Eduardo organizzavano nella loro villa Rosica a Punta Molino a cui prendevano parte attrici come Anna Magnani, attori come i De Filippo, artisti come De Chirico, scrittori, pensatori, poeti e industriali come Buitoni. Ha seguito negli anni ’50 e ‘60 suo nipote architetto Sandro Petti nelle iniziative mondane con i Nigth Club Rangio Fellone e Castillo de Aragon. Fraquentava con la famiglia Buitoni il Monky Bar sul corso vittoria Colonna ai tempi in cui Peppino di Capri iniziava la sua carriera di cantante di successo proprio in quel locale alla moda degli anni ’50. Ma Anna Colucci, personaggio ormai di prestigio della Ischia-bene, sapeva anche offrire la sua partecipazione diretta alle feste di folklore in costume d’ epoca da protagonista, da consulente e dispensatrice di idee ad och come la festa della vendemmia nel 1942, la festa del primo centenario del porto d’Ischia nel 1954. Lo spirito aperto ai valori della vita, la portano a girare il mondo per lo più in compagnia di sua nipote Anna Maria Petti, per vedere, conosce, vivere nuove realtà. Così arriva in Giappone nel 1973, in India nell’’80, in Egitto nel 1975,in Messico nell’84, a Capo Nord nel 1991, fino all’incontro con il Papa Giovanni Paolo che le apri il cuore a forme più forti di fede. A proposito della fede, Anna Colucci cattolica praticante, da un decennio segue la messa domenicale direttamente da casa sua davanti allo schermo televisivo dove ogni sabato pomeriggio appare il sacerdote canterino di Monterone Don Pasquale Sferratore che celebra l’Eucarestia infilando nei vari passaggi della Messa, appropriate canzoni napoletane interpretate con la sua tuonante voce, in tema con le letture evangeliche. “E’ il mio sacerdote preferito, ci confessa compiaciuta Anna Colucci, Don Pasquale coniuga spirito, arte e canto in una messa in scena piacevole ed accattivante che ti fa vedere in terra il…paradiso”. Per la professoressa Anna Colucci non c’e incontro sociale e culturale ad ischia dove non si richiede la sua presenza. Sono tanti gli inviti che riceve, in special modo da Fidapa e Garden Club di cui è socia onoraria. Questa sera le amiche dei due club le porgeranno, come se si stesse ad un loro raduno sociale, gli auguri per i suoi cento anni, traguardo di vita che tutti i presenti alla festa Le invidieranno.

antoniolubrano1941@gmail.com

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