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Gender, il MIUR: Nessuna pratica di insegnamento fuorviante

Di Sara Mattera

Circa un mese fa, abbiamo accennato che il Ministero della Pubblica Istruzione  aveva annunciato che si stava affrettando ad inviare a tutte le scuole una circolare chiarificatrice sulla legge 107/2015, contenuta all’interno del DDL della Buona Scuola, per mettere fine, una volta per tutte, alle tante dicerie che vedevano la Scuola farsi promotrice dell’introduzione del concetto di gender, o ideologia, come molti erroneamente la definiscono, all’interno dell’educazione scolastica. Da mesi, infatti, il caso gender sta generando numerose perplessità e discussioni, frutto di opinioni contrastanti e che avrebbero scatenato le preoccupazioni di numerosi genitori, allarmati dalla notizia, largamente diffusa, circa la volontà, da parte dell’istituzione scolastica di introdurre dei sistemi educativi poco ortodossi che  spingerebbero i bambini ad esplorare e conoscere la propria sessualità fin dalla tenera età o che, secondo altri, inciterebbero,invece, sempre più alla formazione di individui asessuati  al fine di poterli manipolare. E questo era anche scaturito  dalle parole dell’avvocato Gianfranco Amato che, ad Agosto venne ad Ischia per tenere il convegno “Giù le mani dai nostri bambini. Famiglia, libertà educativa e ideologia gender.” Orbene, dopo un mese di distanza dalla perentoria linea difensiva messa in atto da parte del ministero della Pubblica Istruzione, la famosa circolare esplicativa è,  arrivata anche nelle scuole del nostro territorio isolano e, finalmente, possiamo leggerne i contenuti nel dettaglio. La circolare, fin dalle prime righe, fa riferimento al fatto che ci sia stata un’interpretazione non corretta della legge 107/2015 sulla Buona Scuola, la quale asserisce che «il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità, promuovendo nelle scuole di ogni origine e grado l’educazione alla parità tra sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni con la volontà di dare attuazione ai principi costituzionali di pari dignità e di non discriminazione. I quali principi, sarebbero quelli inerenti la pari dignità sociale davanti alla legge, senza alcuna distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, la parità tra uomo e donna sul lavoro e quelli inerenti le possibilità, per tutti i cittadini, di poter accedere a cariche elettive e uffici pubblici senza distinzioni di sesso.«E’ compito della Repubblica-si legge-rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociali, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociali del paese». Il Mistero della Pubblica Istruzione, quindi, chiarisce che l’articolo 107 della Buona Scuola «non ha assolutamente come finalità quella di promuovere pensieri o azioni ispirate ad ideologie di qualsivoglia natura, bensì voglia semplicemente trasmettere la conoscenza e la consapevolezza riguardo i diritti e i doveri della persona costituzionalmente garantiti, per raggiungere e maturare le competenze chiave della Cittadinanza nazionale, europea, internazionale, entro le quali rientrano la promozione dell’autodeterminazione consapevole e del rispetto della persona come stabilito dalla Strategia Lisbona 2000». L’obiettivo è quello di far acquisire agli alunni un’educazione alla lotta di ogni tipo e che, quindi, quanto asserito dalla legge 107, non farebbe altro che recepire in sede nazionale quanto già deciso nell’arco degli anni con il consenso di tutti i paesi europei con una maggiore informazione e sensibilizzazione collettiva possibile grazie anche ai programmi scolastici. Il Miur quindi,  ribadisce che «tra diritti e doveri non rientrano in alcun modo né ideologie gender né insegnamento di pratiche estranee al mondo educativi». Insomma, i tanti genitori preoccupati, possono quindi mettersi l’animo in pace, in quanto l’obiettivo della Scuola è, semplicemente, quello di supportare e sostenere studenti, docenti e dirigenti scolastici contrastando ogni forma di violenza e aggressione. Ad ogni modo, gender o meno, e circolare del Miur a parte, pare che qui sull’isola ci sia ancora chi non sia del tutto tranquillo o comunque soddisfatto dei sistemi educativi adottati, tanto che la Diocesi di Ischia si è fatta promotrice, nelle ultime settimane, di un percorso di formazione con l’obiettivo di «colmare un vuoto educativo preoccupante nella nostra comunità circa le dimensioni dell’affettività e sessualità della persona umana». Il percorso di formazione consiste in una serie di incontri con alcuni esperti, con cadenza mensile che si tengono presso  il Polifunzionale di Ischia, e a cui possono partecipare tutti . Il primo ciclo di incontri, cominciato già lo scorso Ottobre, vede la presenza di Domenico Bellantoni, psicologo, counsueller e psicoterapeuta, nonché docente presso l’università salesiana di Roma.  Un modo, insomma, come affermato dalla Diocesi, per affrontare le tante problematiche dei ragazzi di oggi che vanno aldilà della crescita fisiologica. La Diocesi ha inoltre sottolineato come il corso sia diretto a tutti, credenti e non, per favorire lo sviluppo armonico di ogni ragazzo. Ovviamente,però,anche sul suddetto progetto non è mancato un certo scetticismo e c’è chi crede, quindi, che anche in questo caso, ci sia la volontà di “inculcare”specifiche idee a sfondo puramente ecclesiastico.

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