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Il monito di Mitrione: «Minori e scommesse, non abbassare la guardia»

Nostra intervista al comandante della Compagnia dei carabinieri di Ischia: dopo i due giovani sorpresi a giocare in due centri di Ischia e Forio, ecco il “vademecum” dell’ufficiale dell’Arma

Due indizi, potrebbe dire qualcuno,magari non fanno una prova. Ma, se così non fosse, trovandoci in presenza di episodi tassativamente vietati dalla legge, sono più che sufficienti per far scattare un campanello d’allarme in una società come quella ischitana troppo avvezza (purtroppo) a sottovalutare una serie di aspetti che poi si rivelano essere più che allarmanti. Le operazioni recentemente condotte dai Carabinieri della Compagnia di Ischia, con l’ausilio del personale dislocato presso le varie stazioni territoriali, hanno consentito di sorprendere due minori intenti a scommettere all’interno di altrettanti centri ubicati rispettivamente a Ischia e Forio. Due episodi che dovrebbero far riflettere e che forse rappresentano la spia di un qualcosa di molto più “sommerso” di quanto si voglia credere. Ma quel è lo stato dell’arte su questo delicato problema sulla nostra isola? Lo abbiamo chiesto al comandante della Compagnia di Ischia, cap. Angelo Pio Mitrione, in questa intervista.

Siamo davanti a un allarme sociale o possiamo parlare di casi isolati e sporadici?

«Il fenomeno esiste ed è presente, è chiaro, ma nella misura in cui si manifesta nel resto del territorio nazionale. La dimostrazione dell’esistenza di una serie di condotte illecite sta proprio nei risultati recentemente conseguiti dai carabinieri a Ischia e Forio: è stato concesso in due distinti casi a minori di partecipare a giochi con vincite in denaro, attività vietata dalla legge e punita con una sanzione amministrativa da 5.000 a 20.000 euro e con la chiusura dell’attività per un periodo che va dai dieci ai trenta giorni. Noi lavoriamo con costanza e dedizione al contrasto di questa attività e lo dimostrano i risultati conseguiti, ma serve inevitabilmente altro per poter essere ancora più incisivi».

Cosa?

«E’ fondamentale la collaborazione con i cittadini e in particolare con i genitori. Come peraltro è emerso anche dai resoconti di stampa, in un caso si è rivelata decisiva la segnalazione riservata di alcune mamme che, orientandoci, ci ha permesso di capire che in determinati centri scommesse si permetteva ai minori di giocare e partecipare a scommesse sportive in dispregio delle normative vigenti».

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I controlli e i risultati ottenuti possono contribuire a fermare il fenomeno?

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«Le due operazioni rappresentano indubbiamente segnali importanti. Una cosa è certa, non possiamo parlare di fenomeno incancrenito: va rimarcato che fortunatamente i controlli eseguiti in altri centri scommesse hanno dato esito negativo nel senso che non è stata riscontrata la presenza di minori al loro interno e questo è confortante. E’ chiaro che le due sanzioni comminate rappresentano un monito e lanciano un segnale contribuendo non poco all’attività di prevenzione che in ogni caso – e voglio ripeterlo ancora una volta – funziona sempre se c’è un’adeguata collaborazione da parte dei cittadini. E’ importante riuscire a capire se in determinati posti succedono cose non lecite».

Possiamo dire che almeno l’isola è ancora lontana da fenomeni paralleli a quelle delle scommesse autorizzate?

«Le operazioni eseguite sono importanti, ma va detto che per fortuna altri controlli hanno dato esito negativo. Le sanzioni comminate lanciano un segnale contribuendo all’attività di prevenzione che funziona sempre se c’è un’adeguata collaborazione da parte dei cittadini: e un ruolo importante, ovviamente, deve svolgerlo la famiglia»

«Noi, come carabinieri, non abbiamo registrato altre tipologie di fenomeni come ad esempio le scommesse clandestine ma solo i due casi di giocate lecite che però diventano illecite nel momento in cui sono state permesse a giovani di minore età. Non ci risultano altre forme di gioco d’azzardo, almeno nei confronti di minorenni: lo scorso anno abbiamo denunciato alcune persone, ma si trattava di maggiorenni. Insomma, sotto questo aspetto Ischia sembra essere ancora immune ma non bisogna mai abbassare la guardia».

Comandante, però è chiaro che i minori possono essere attratti anche in modo diverso dal gioco e dalle scommesse. Basti pensare ad internet…

«Ecco, e qui torniamo a quello che dicevo poc’anzi. Ci sono degli ambiti che destano particolare preoccupazione e sono quelli in cui i familiari hanno bisogno di eseguire maggiore controllo sui propri congiunti. E’ chiaro che il pericolo non è costituito soltanto dalla classica “bolletta” giocata in un centro scommesse ma anche e soprattutto da quello che può giocare on line, perché è evidente che un divieto può essere aggirato con maggiore facilità (è sufficiente, per fare un esempio, che un maggiorenne giri ai suoi amici le chiavi d’accesso ad un profilo dallo stesso precedentemente registrato) utilizzando la rete. I campanelli d’allarme, in casi del genere, possono essere di varia natura partendo ad esempio da una richiesta di denaro insolita formulata ai genitori e che magari pian piano diventa costante. Ma è bene approfondire anche quando un giovane spende e acquista più di quanto potrebbe normalmente permettersi, perché magari si trova in tasca i soldi della vincita di una scommessa sportiva. Insomma, è un’attività difficile e complessa, ma è un lavoro che all’interno del nucleo familiare va fatto e con estrema attenzione».

E poi ci sono le cosiddette “macchinette”…

«Beh, anche lì il minore può essere attratto e cadere in una distrazione malsana, ma bisogna ammettere che in un caso del genere è molto più semplice accedere a un sito on line piuttosto che recarsi in un’attività».

Come proseguirà l’attività dei carabinieri sul territorio?

«Continueremo a porci l’obiettivo di svolgere un controllo costante e capillare per tutelare il minore in questo delicato settore, perché parliamo di giovani che si trovano in un periodo particolare della propria esistenza – quello dell’adolescenza – nel quale è facile andare alla ricerca di nuovi e diversi interessi che magari gli provochino qualche scarica di adrenalina. E, dunque, può anche succedere che non si comprendano appieno i rischi che nasconda avvicinarsi prima ed esagerare poi con il gioco: in fondo, la situazione spesso sfugge di mano anche agli adulti Da una parte noi dobbiamo proseguire nell’attività di prevenzione, poi è chiaro che occorre offrire anche un ventaglio di interessi diversi, sani e genuini ai ragazzi e mi riferisco a sport, studio o approfondimento di altre disciplina. E, scusatemi se sono ripetitivo, non possiamo prescindere dalla collaborazione di genitori e familiari. I quali devono monitorare anche quello che si pubblica sui social network. Quante volte è successo che un minore posti una scommessa giocata o vinta? Ecco, anche questo è un indizio e un campanello d’allarme da non sottovalutare. E da segnalare, ripeto ancora una volta in maniera riservata, alle forze dell’ordine».

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