LE OPINIONI

IL COMMENTO Legnini e Sant’Emidio

Aumentano le voci secondo le quali, nonostante gli ottimi risultati fin qui ottenuti e le premesse poste per ulteriori traguardi, c’è la probabilità che il Governo non confermi l’on. Legnini a Commissario Straordinario per la Ricostruzione, oltre la scadenza di dicembre 2023. Il CO.RI.VERDE (Comitato Rigenerazione Isola Verde) di cui faccio parte, sta cercando di coinvolgere amministrazioni locali e Comitati civici nella richiesta al Governo di confermare Legnini per la durata di 5 anni, la stessa che il Governo concederà al Generale Figliuolo, Commissario straordinario per l’Emilia Romagna (come pubblicamente anticipato dal Ministro della Protezione Civile Nello Musumeci, in una Conferenza Stampa a Palazzo Chigi). A chi sostiene che il Governo dà solo incarichi annuali, rinnovabili, rispondo che non c’è nessuna legge che vieta un incarico pluriennale e che anche in caso di incarico pluriennale si può rescindere l’affidamento se l’operato si rileva insoddisfacente. In realtà chi si trincera dietro questi burocratismi, lo fa con la riserva mentale di voler assestare il colpo “politico” del cosiddetto “spoil sistem”. E sò che non solo a livello nazionale e regionale ma anche qui sull’isola, a Casamicciola, (tra gli sconfitti alle elezioni amministrative) c’è chi auspica l’allontanamento di Legnini, per ritornare – sostanzialmente – al caos. E’ chiaro che esistono ombre e incognite politiche sul futuro di Legnini, che pure si comporta in maniera imparziale, nonostante una sua formazione politica democratica di sinistra. Ma si sa, ogni governo, in nome dello “spoil sistem” (definizione edulcorata) in realtà tende a piazzare, nei posti chiave, uomini di area.

Giovanni Legnini

Non va poi sottovalutata la guerra, interna al PD, scatenatasi tra De Luca e Schlein, che potrebbe avere un ulteriore impatto negativo nella riconferma di Legnini. Sarebbe un peccato perché, per la prima volta, dopo anni, si sta impostando concretamente un programma di demolizione delle case che non possono più stare nell’area epicentrale dei fenomeni calamitosi naturali e un programma di delocalizzazione con precisi paletti, criteri e rimborsi. Per la prima volta si vede uno spiraglio per il Pio Monte della Misericordia e per la prima volta si lavora concretamente ad un coordinamento isolano dei singoli Piani comunali di Protezione Civile. Sarà un caso, sarà una “predizione”, a fine giugno c’è stato a Lacco Ameno un gradevole spettacolo dello storico ed umorista napoletano Amedeo Colella, che ha illustrato il suo ultimo libro: “Napoli 365-Cosa fare a Napoli ogni giorno dell’anno”. Ebbene, alla data “23 novembre” Colella scrive del terribile terremoto del 23 novembre 1980. Si badi bene che Amedeo Colella non è un esponente di una sottocultura popolare ma uno studioso a tutti gli effetti e insegna anche cultura napoletana alla Fondazione Humaniter, che è sì su base volontaria ma con diversi esperti di cultura popolare. Anche se lui (scherzosamente) si definisce “Rettore dell’Università pezzotta Gennarino II.”. Tanto è vero che l’archeologo Paolo Giulierini, Direttore del Mann, ha definito Colella “ scrittore che diverte raccontando la storia e la cultura di Napoli”. Cosa dice Colella del terremoto? Dice che Napoli (che oggi va intesa come Città Metropolitana con gli oltre 50 Comuni della Provincia) è una città “straordinariamente” protetta da ben 52 santi protettori. E, tra questi, c’è anche il santo protettore contro i terremoti, ovvero Sant’Emidio. Ma, dice Colella, evidentemente la notte del 23 novembre 1980, Sant’Emidio era distratto.

Sant’Emidio è un santo di origine tedesca che si trova ad affrontare un quadro sismico veramente ad alto rischio e ha perciò un compito gravoso ed ingrato. Mica è come San Raffaele che si diletta nel proteggere le zitelle e trovare loro un marito. Compito ben più lieve di quello assegnato a Sant’Emidio. E poi gli altri santi sono stati favoriti dal progresso tecnologico; prendi Santa Irene, protettrice dai fulmini. E’ arrivato Fleming e ha inventato il parafulmini, facilitandone il compito. Per i terremoti, invece, ancora la scienza non è riuscita a trovare i rimedi. Scherzi a parte, Colella indica che, nella Chiesa di San Michele Arcangelo a Piazza Dante, c’è un bellissimo dipinto di Antonio Vaccaro, che ritrae Sant’Emidio e Santa Irene nell’atto di proteggere la città da terremoti e fulmini. Ma non finisce qui, Colella ci mette anche al corrente che Giuseppe Mercalli, geologo, vulcanologo e sismologo, inventore della Scala Mercalli, che misura i danni provocati dall’evento sismico e le modifiche ambientali che ne conseguono, è legatissimo a Napoli. Insegnò vulcanologia all’Università di Napoli ed era anche docente al liceo classico Vittorio Emanuele. E a Napoli, in una sua casa a Via Sapienza 23, morì a causa di un incendio sviluppatosi per cause dubbie. E fu proprio l’osservazione del terribile terremoto di Casamicciola del 1883 (2.300 morti) che convinse Mercalli ad approfondire gli studi sismologici, da cui la famosa Scala Mercalli. Il prof. Luongo, esimio vulcanologo, mi perdoni per queste superficiali e rapide incursioni (senza averne i titoli) nel campo della vulcanologia e sismicità. Ma ritorniamo a bomba su Legnini. Colella mi è servito per dimostrare che anche le cose apparentemente futili possono essere affrontate con competenza e serietà mentre, al contrario, le cose terribilmente serie possono essere affrontate con superficialità ed irresponsabilità. E sarebbe irresponsabile se i Sindaci dell’isola d’Ischia, i Comitati cittadini, il Presidente della Regione, il Consiglio dei Ministri, dovessero improvvisamente sostituire Legnini. Ritorneremmo di botto alla situazione del 2017. Creeremmo un conflitto permanente in particolare tra la nuova Amministrazione comunale di Casamicciola e il nuovo eventuale Commissario Straordinario. Se non venisse confermato Legnini per un tempo lungo ci opporremmo fermamente a qualunque altro Commissario Straordinario dovesse partire daccapo. Allora sì che pretenderemmo l’istituzione di un Ente Speciale Isolano, di Diritto Pubblico, analogo a quello che fu l’Ente Valorizzazione Isola d’Ischia, come ipotizzato nel “Manifesto per Casamicciola” firmato da 40 cittadini, formalizzatisi poi in Comitato Rigenerazione Isola Verde. Non è vero ma ci credo: invocherò tutti e 52 Santi protettori di Napoli e Provincia per scongiurare l’eventualità della mancata riconferma di Legnini. Colella, nell’autografarmi la copia del suo libro, mi ha dedicato questa frase: “Cu ‘na bbona salute e ‘na bbona ciorta”!”. Considererei mala ciorta (e non solo per me, ma per l’isola intera) l’ipotesi della sostituzione di Legnini al Commissariato Straordinario per la Ricostruzione dell’isola d’Ischia.

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