CULTURA & SOCIETA'

“A santa Lucia nu passe ‘e gallina, a sant’Aniello nu passe ‘e pecuriello” Stagioni negli antichi proverbi dei Santi con imponenti tele a Testaccio

di PASQUALE BALDINO e i suoi Tralci

Celebri proverdi religiosi: – “A santa Lucia nu passe ‘e gallina, a sant’Aniello nu passe ‘e pecuriello”; il detto “A santa Lucia il giorno più corto che ci sia”; ancora per le gestanti: “A sant’Aniello tucca’ né forbice e né curtiello”. Santa Lucia (13 dicembre) e Sant’Aniello (14 dicembre), un uomo e una donna. La prima una santa siciliana nata a Siracusa nel 238 d.C. e martirizzata durante le persecuzioni contro i Cristiani dell’imperatore Diocleziano, è la protettrice degli occhi e della vista. L’altro Aniello o Agnello nacque a Napoli nel 535 d. C. da una nobile donna anziana che credeva di non poter partorire fino al giorno in cui ricevette una grazia dalla Madonna. Agnello decise di ritirarsi in solitudine per diversi anni vivendo in una grotta; dopodiché entrò a far parte dell’Ordine dei Benedettini, di cui divenne abate (cioè Vescovo) nel convento di San Gaudioso dove fondò un ospedale per infermi bisognosi e qui morì il 14 dicembre del 595 d. C., giorno in cui ancora oggi si festeggia la sua santità.

Sant’Agnello, compatrono di Napoli, è considerato il protettore delle partorienti e dei marinai. Secondo la tradizione il monaco comparve ai napoletani guidandoli nell’821 contro l’attacco dei Longobardi guidati da Sicone ed è per questo motivo che da quel momento fu raffigurato con uno stendardo in mano. Oggi la sua mandibola e una parte della gola sono custoditi nella cappella del Tesoro di san Gennaro, mentre il resto del suo corpo si trova nella chiesa di sant’Agnello Maggiore (o Santa Maria Intercede) o sant’Aniello a Caponapoli, perché edificata nella parte di città più alta, l’acròpoli dell’antica Neapolis. Prima della riforma attuata da Papa Gregorio XIII nel 1582 che portò alla nascita del calendario gregoriano, il solstizio d’inverno (ora 21 dicembre) capitava proprio il 13 dicembre rendendolo il giorno in cui le ore di luce duravano di meno. Ma cosa unisce i due santi? Oltre a essere festeggiati a un giorno di distanza, vi è l’antico e noto detto napoletano riportato: “A santa Lucia nu passe ‘e gallina, a sant’Aniello nu passe ‘e pecuriello”. Il proverbio indica che mentre il 13 dicembre il dì si allunga di poco, come poca è la distanza tra passi compiuti da una gallina, il 14 dicembre la giornata aumenta così come è maggiore il passo compiuto da un agnellino.

Il detto popolare fa riferimento al calendario cosiddetto Giuliano, cioè a quello solare in cui santa Lucia coincideva con il giorno più breve dell’anno e a cui seguivano inevitabilmente giornate con più ore di luce. Sant’Aniello è protettore delle partorienti che nel suo giorno -il 14 dicembre- si ricordano di usargli devozione e i futuri papà preferiscono restare a casa con la moglie per scongiurare qualsiasi rischio: “A sant’Aniello nun tucca’ né forbice e né curtiello”. Presso la Chiesa di san Giorgio a Testaccio nel comune di Barano d’Ischia c’è a lato dell’altare maggiore una imponente tela raffigurante sant’Aniello con uno stendardo in mano, opera dell’artista lacchese Alfonso Di Spigna (1697-1785); mentre una magnifica tavola con protagonista santa Lucia e altri santi giace purtroppo deteriorata sul balcone dell’organo, nonostante le insistenti richieste di restauro alla Sovrintendenza rivolte dal sensibile e compianto Parroco don Ubaldo Conte. Memorie della sacra radice popolare da non obliare.

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