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Abbandono scolastico, l’isola si attesta sulla media italiana del 13%

È Serrara Fontana il Comune isolano dove si registra la media maggiore con il 15,5%. A Ischia il 9,4%  dei giovani è in uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione

Un ragazzo che abbandona la scuola rappresenta un fallimento educativo. Le ricerche indicano infatti che a lasciare gli studi prima del tempo sono spesso i giovani più svantaggiati, sia dal punto di vista economico che sociale. Un meccanismo molto pericoloso perché aggrava le disuguaglianze già esistenti. Quando tale fenomeno colpisce ampi strati della popolazione è l’intera società che diventa complessivamente più impreparata, povera e insicura. Sotto questo punto di vista, i dati relativi allo scorso anno risultano in lieve miglioramento rispetto all’anno precedente. Tuttavia c’è ancora molto da fare. Con il 13,1% di giovani che abbandonano prematuramente gli studi infatti l’Italia è il quarto stato europeo per incidenza del fenomeno.

All’interno del paese poi si registrano delle significative disparità tra un territorio e l’altro. In generale le regioni del meridione risultano più in difficoltà. Allo stesso tempo però è proprio nel mezzogiorno che si sono registrati i progressi più significativi rispetto al 2019.

L’abbandono scolastico in Italia e in Europa

L’Unione europea si era posta come obiettivo quello di ridurre sotto al 10% entro il 2020 la quota di giovani che abbandonano prematuramente gli studi. L’obiettivo continentale, in vista del 2030, è stato poi ulteriormente abbassato di un punto (9%) con una risoluzione del consiglio europeo del febbraio 2021. Questo target però rappresenta una media, ed è stato parametrato per le diverse situazioni nazionali. Per l’Italia l’obiettivo era il 16%. Va detto che il fenomeno non è facile da misurare, perché richiederebbe dati in grado di tracciare il percorso scolastico del singolo studente. A livello europeo la scelta è stata utilizzare come indicatore indiretto la percentuale di giovani tra 18 e 24 anni che hanno solo la licenza media. Tra questi viene incluso anche chi ha conseguito una qualifica professionale regionale di primo livello con durata inferiore ai due anni.

In base a questo indicatore in Italia nel 2020 si registrava una percentuale di abbandoni pari al 13,1%. Da questo punto di vista quindi il nostro paese ha raggiunto il proprio obiettivo. Tuttavia dobbiamo evidenziare come il dato italiano sia ancora lontano dai più alti standard europei. Il nostro Paese è tra quelli in cui il problema degli abbandoni precoci è più consistente. Solo Malta (16,7%), Spagna (16%) e Romania (15,6%) nel 2020 registravano una percentuale più alta.

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Come varia l’abbandono scolastico in Italia, da Comune a Comune

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Analizzando la situazione nelle 5 aree più popolose del nostro Paese, possiamo osservare che nella città metropolitana di Roma si trovavano 22 comuni su 121 in cui la percentuale di abbandono era inferiore al 10%. Da notare inoltre che nella capitale l’abbandono si attestava al 9%. Il dato più basso tra i principali capoluoghi italiani. Nella città metropolitana di Milano invece figuravano 28 comuni su 134 (il 20,9%) in cui il tasso di abbandono era superiore al 15%. Mentre in 26 centri il dato era inferiore al 10%. Nella città metropolitana di Torino nel 2011 si registravano 45 comuni su 315 (il 14,3%) in cui l’abbandono scolastico era superiore al 20%. D’altra parte però in 71 centri il dato era pari o inferiore al 10%. Nella città metropolitana di Napoli invece il fenomeno era mediamente più diffuso. Quasi la metà dei comuni (44 su 92) infatti presentava dati superiori al 20%. Da segnalare in questo caso il dato particolarmente elevato del comune capoluogo. A Napoli infatti il tasso di abbandono scolastico era del 28,1%. Il più alto tra i capoluoghi passati in rassegna. La situazione più difficile è quella della città metropolitana di Palermo ma anche qui non mancano realtà in cui l’abbandono scolastico risulta più contenuto. In 10 comuni infatti la percentuale risultava inferiore al 15%. In questo contesto la pandemia si è configurata come un acceleratore di processi in corso, piuttosto che come vero e proprio spartiacque. Vista la situazione quindi, è essenziale dotarsi di tutti gli strumenti per contrastare la povertà educativa in modo efficace. E questo significa anche disporre di informazioni attuali, quanto più disaggregate possibili, a partire dall’aggiornamento di indicatori preziosi come quello sull’abbandono scolastico. Anche per valutare con precisione l’impatto del Covid su queste dinamiche.

L’abbandono scolastico nei Comuni dell’isola di Ischia

I dati, messi a disposizione dall’Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, dimostrano come la media isolana sia del 13% circa giovani in uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione. A Serrara Fontana si registra la percentuale più alta con il 15,5%. A seguire Casamicciola con il 13,8%, Forio con il 13,7 e Lacco Ameno con il 13,2%. Sono Ischia e Barano i Comuni dove si registra la percentuale minore di giovani che escono precocemente dal mondo scolastico con l’11,8% ed il 9,4%. Sempre Ischia è il Comune dove si registra la maggiore percentuale di adulti diplomati con il 64,64. A seguire Casamicciola con il 63,62%, Lacco Ameno con il 63,82% e Forio con il 61,87. Chiudono al di sotto del 60% barano con il 57,18% e Serrara Fontana con il 54,18%.

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