CRONACAPRIMO PIANO

Abusi al convento e processo infinito, i motivi della prescrizione

Dopo cinque anni di dibattimento il tribunale ha deciso di non doversi procedere nei confronti degli imputati visto il tempo trascorso dai fatti

La prescrizione ha spazzato via il lungo procedimento imbastito per la questione delle presunte opere abusive eseguite al convento dei Padri Passionisti a Casamicciola. E adesso la Sezione distaccata del Tribunale di Ischia ha reso note le motivazioni, giocoforza sintetiche, del dispositivo letto in udienza lo scorso 16 giugno, con cui è stato dichiarato il non doversi procedere nei confronti dei tre imputati, Mario Caccavale, Daniele Simone Massimilla e Luciano Maggi, per i reati a loro ascritti per intervenuta prescrizione. I capi d’imputazione erano tre, il primo dei quali riguardava Mario Caccavale e Simone Daniele Massimilla: «perché, in concorso tra loro, Mario Caccavale quale committente e legale rappresentante dell’Ente Provincia Dell’Addolorata dei Padri Passionisti proprietaria del Convento dei Padri Passionisti ubicato in Casamicciola Terme alla via Salvatore Girardi nr 13 e Simone Daniele Massimilla quale direttore ed esecutore dei lavori, sul predetto immobile tutelato “Ope legis come bene culturale ai sensi del Dlgvo 42/2004, senza la necessaria autorizzazione della Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici di Napoli, realizzavano le seguenti opere: al piano terra demolizione di tramezzi interni e realizzazione di una scala interna (lato nord est) in muratura di accesso dal locale dispensa al piano superiore sostituzione di pavimenti; installazione alla parete del cortile interno di nr. 9 apparecchiature per aria condizionata; al primo piano bagni interni alle stanze prospicienti il lato mare e restanti stanze prospicienti il lato interno (lato sud); modifiche prospettiche consistenti nell’ apertura di nr. 3 piccole finestre dei bagni delle 3 stanze centrali al lato interno (sud); modifiche prospettiche al lato sud est (stanza adibita a stireria) consistenti nella chiusura di una finestra; un ponte in ferro nel lato sud ovest di accesso al giardino retrostante, al piano copertura installazione di ringhiera in ferro bullonata lungo tutto il parapetto perimetrale; nel giardino retrostante camminamenti pedonali ultimati con massetto in conglomerato cementizio».

Erano quattro i capi d’accusa per gli imputati, dalle opere compiute senza il via libera della Soprintendenza alla violazione del vincolo d’inedificabilità e immodificabilità, oltre a due ipotesi di falso ideologico

Il secondo capo vedeva sempre Caccavale e Massimilla quali imputati con l’accusa di violazione del decreto legislativo relativo all’inedificabilità ed immodificabilità su aree sottoposte a vincolo paesistico ambientale: «perché, in concorso tra loro, Mario Caccavale quale committente e legale rappresentante dell’Ente Provincia Dell’Addolorata dei Padri Passionisti, proprietaria del Convento dei Padri Passionisti, ubicato in Casamicciola Terme alla via Salvatore Girardi nr 13 e Simone Daniele Massimilla, quale direttore ed esecutore dei lavori, sul predetto immobile tutelato “Ope legis” come bene culturale ai sensi del Dlgvo 42/2004, in zona sottoposta a vincolo paesaggistico ambientale di notevole interesse pubblico (D.M 23 maggio 1958), in assenza delle autorizzazioni prescritte dagli artt. 146 e ss. D.Lvo 42/04 realizzavano le seguenti opere: al piano terra installazione alla parete del cortile interno di nr. 9 apparecchiature per aria condizionata; al primo piano modifiche prospettiche consistenti nell’apertura di nr. 3 piccole finestre dei bagni delle 3 stanze centrali al lato interno (sud); modifiche prospettiche al lato sud est (stanza adibita a stireria) consistenti nella chiusura di una finestra; un ponte in ferro nel lato sud ovest di accesso al giardino retrostante; al piano copertura installazione di ringhiera in ferro bullonata lungo tutto il parapetto perimetrale, nel giardino retrostante camminamenti pedonali ultimati con massetto in conglomerato cementizio».

Il terzo capo d’accusa riguarda la presunta falsità ideologica relativamente alla presentazione di una DIA al Comune di Casamicciola nella quale si attestavano alcuni fatti a supporto della legittimità dell’intervento, che vedeva imputati, oltre al Caccavale e al Massimilla, anche Luciano Maggi: «perché, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso in tempi diversi, Mario Caccavale, quale committente, Simone Massimilla, quale direttore dei lavori, e Luciano Maggi, quale progettista, nella DIA nr 13109, presentata al Comune di Casamicciola Terme il 13.12.2012. e nella DIA in variante in corso d’opera nr 4575, presentata al Comune di Casamicciola Terme il 2.5.2013 dichiaravano falsamente che l’immobile (di cui al capo a) oggetto dei lavori non era sottoposto a vincolo storico-artistico ai sensi della parte II del Dlgvo 42/04 ( ex L.1089/39) fatto del quale l’atto è destinato a provare la verità».

Per le varie ipotesi di reato la prescrizione è maturata tra il dicembre 2019 e il giugno 2022, quando in udienza il giudice diede lettura del dispositivo

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L’ultima accusa era relativa a un altro presunto concorso di falso tra i tre imputati, i quali affermavano che le opere in questione non erano assolutamente in contrasto con il vincolo paesistico ambientale.

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Il giudice nello stendere le motivazioni della sentenza ha sinteticamente ripercorso le tappe del lungo dibattimento iniziato nel luglio del 2017, poi dipanatosi tra deposizioni dei testi, esami degli imputati, rinvii per impedimenti dei difensori e assenza di testimoni, poi la tormentata parentesi-covid, e i vari cambiamenti dei giudici (Capuano, Pizzi, Ragosta), fino allo scorso giugno. Nonostante quasi un anno e mezzo di complessiva “sospensione” del processo, i termini risultano superati per il decorso del termine massimo calcolo in base agli articoli 157 e 160 del codice penale. Nel dicembre 2019 era prescritto il reato del capo a), visti i cinque anni decorsi dal fatto. Lo scorso giugno erano trascorsi i sette anni e mezzo necessari alla prescrizione del delitto del capo b), mentre per i reati dei capi c) e d) è stata dichiarata l’improcedibilità per intervenuta prescrizione, scattata rispettivamente nel novembre 2021 e nell’aprile 2022.

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