CRONACAPRIMO PIANO

Abuso d’ufficio e tentata estorsione

Sono le ipotesi di reato contenute in una informativa di reato che è stata trasmessa alla Procura della Repubblica relativamente alla vicenda della progressione in seno al Comune di Lacco Ameno. In commissariato hanno “sfilato” tra gli altri Raffaele Monti, Ciro Calise, Carla Tufano e Loredana Pisani. E non è mancato il “supplemento”, ecco perché…

Era tutto sommato prevedibile, anche perché l’andirivieni dagli uffici di via delle Terme negli ultimi giorni non è passato inosservato e certo non poteva non produrre qualche effetto. Ad accendere i riflettori sulla vicenda legata alla progressione verticale presso il Comune di Lacco Ameno che a questo punto – in virtù del fatto che sia l’unica candidatura accettata, dopo che è stata respinta quella di Loredana Pisani – porterà Valeria Chiocca ad assumere la carica di comandante della polizia municipale dell’ente di Piazza Santa Restituta, era stata una denuncia del sindacalista Giovanni Bonora, indirizzata all’autorità giudiziaria ma anche alle forze dell’ordine presenti sul territorio. Adesso, però, da fonti giudiziarie partenopee emergono nuovi e significativi sviluppi: sul tavolo della Procura della Repubblica di Napoli è giunta una dettagliata informativa di reato redatta dal personale del commissariato di polizia di Ischia, guidato dal vicequestore Ciro Re. Le ipotesi di reato che vengono formulate sono due, quella di abuso d’ufficio e quella decisamente più “sostanziosa” di tentata estorsione. Il soggetto verso il quale sono indirizzate le predette ipotesi è uno solo, le parti offese sarebbero due. Non abbiamo informazioni in nostro possesso, ma andando a ricostruire un attimino la successione e la dinamica degli eventi così come si sono svolti, è lecito immaginare che si parli del sindaco Giacomo Pascale da una parte e dell’attuale comandante della polizia municipale Raffaele Monti e della candidata esclusa Loredana Pisani dall’altra.

Negli ultimi tempi, prima ancora che si verificassero una serie di fatti come la pubblicazione del bando, l’esclusione dalla procedura della seconda candidata, la revoca della determina in autotutela, insomma prima che attorno a questa vicenda si scatenasse ulteriore caos, erano state diverse le persone ascoltate presso gli uffici del commissariato di polizia di Ischia. In particolare, Raffaele Monti sarebbe stato ascoltato in ben due occasioni e oggetto delle sue dichiarazioni ci sarebbero stati anche i contenuti di un incontro davvero “sanguinoso” che si svolse nel palazzo municipale alla presenza del sindaco, di un paio di esponenti dell’attuale amministrazione comunale e di altri soggetti nel quale si faceva riferimento proprio a questa benedetta progressione il cui iter burocratico si è recentemente concluso. Monti, tra l’altro, avrebbe riferito agli investigatori che nel corso del “summit” sarebbe stato invitato a non andare al braccio di ferro in questa vicenda, altrimenti qualcuno sarebbe andato a sporgere denuncia nei suoi confronti per vicende sulle quali ovviamente preferiamo decisamente sorvolare. In questo, il responsabile della polizia municipale avrebbe individuato un possibile tentativo di estorsione, motivo per il quale l’informativa di reato inoltrata all’autorità giudiziaria contiene anche questa ipotesi dolosa. Che però, e questo è doveroso sottolinearlo, non sarà certamente facile provare. Ad essere ascoltati dai poliziotti sarebbero stati anche Ciro Calise e Carla Tufano e questo tutto sommato anche ha una logica: nel momento in cui è stata votata la tanto agognata delibera di giunta che ha innescato questo meccanismo certo tutt’altro che virtuoso, i due esponenti della giunta municipale hanno preferito non partecipare alla seduta ed è chiaro che questo atteggiamento non potesse passare inosservato. Faccia a faccia con il personale del vicequestore Ciro Re si è trovata anche Loredana Pisani, ma è chiaro che nulla trapela (e non potrebbe essere altrimenti) su quanto sia stato dichiarato dalla vigilessa e successivamente messo a verbale.

Ma se vi abbiamo spiegato dove potrebbe configurarsi la tentata estorsione, beh è chiaro che l’ipotesi dell’abuso d’ufficio va ricercata più o meno nella completezza della procedura seguita, che potrebbe essere stata forzata a favorire qualcuno. Un inter da molti definito in chiaroscuro, partendo dalla iniziale delibera di giunta e proseguendo poi con la determina dirigenziale dello scorso 11 marzo avente ad oggetto “approvazione dell’avviso di selezione per progressioni tra le aree del personale dipendente anno 2024 nell’ambito del v settore polizia 2 municipale in esecuzione della delibera di giunta municipale n. 27 dell’8.3.2023”, con tutto quello che ha a che fare con la cosiddetta progressione tra aree dove i requisiti sono in possesso di un solo operatore. Ma nel mirino degli inquirenti è balzato all’occhio anche un altro aspetto, legato al fatto che l’attuale comandante della polizia municipale Raffaele Monti non fosse stato nominato presidente della commissione come previsto dalle normative vigenti. E questo, secondo alcuni “spifferi”, avrebbe portato ad un’integrazione della predetta informativa, al netto della successiva revoca della determina di nomina della commissione in autotutela. Insomma, un’altra vicenda decisamente ingarbugliata, come ultimamente è diventata consuetudine all’ombra del Fungo. Alla quale, va ricordato, si accompagna anche la recente pronuncia del Tar che ha negato a Loredana Pisani la sospensiva proprio su tutti gli atti che hanno portato a “confezionare” quanto sopra, compresa la sua esclusione. I giudici amministrativi entreranno nel merito esattamente tra un mese, il prossimo 8 maggio: capiremo, indagini penali a parte, se su questa vicenda almeno dal punto di vista della magistratura amministrativa calerà o meno il sipario.

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