POLITICAPRIMO PIANO

Adesso De Siano rompe gli indugi: «Pronto a tornare sindaco di Lacco Ameno»

Il senatore e coordinatore regionale di Forza Italia non si nasconde più: in una lunga intervista a Il Golfo parla delle regionali, del rinnovamento del partito ma anche del suo prossimo futuro

Partiamo da Ischia. Sono abbastanza recenti le dimissioni da consigliere comunali. In molti hanno visto in questa tua decisione la volontà di cedere il passo a Gennaro Scotti ma fornendo un assist a Enzo Ferrandino, visti i tuoi rapporti non più idilliaci con alcuni componenti dell’attuale minoranza. Come stanno davvero le cose?

«Ti rispondo in maniera molto semplice. Ritengo che l’impegno pubblico nelle istituzioni – a prescindere che si tratti di Camera dei Deputati, Senato, Regione o Comune – sia un qualcosa di serio che va sempre rispettato. Io mi sono candidato a Ischia con l’intenzione di contribuire alla causa della sezione locale di Forza Italia, e successivamente per dare una mano. Quando però mi sono reso conto concretamente che era difficile per me assolvere all’impegno di consigliere comunale in maniera seria ho dovuto tirare il freno. Chi ricopre questa carica ha costantemente bisogno di documentarsi sugli atti che vengono prodotti dall’amministrazione, esercitare un ruolo di controllo, prestare attenzione a quelli che sono i problemi quotidiani di una comunità. A un certo punto conoscendo la serietà, l’impegno e anche il passato politico di Gennaro Scotti, ed essendo il sottoscritto oberato da impegni altrove, ho ritenuto corretto e giusto cedergli la responsabilità di sedere in consiglio comunale. Non c’è assolutamente nulla di diverso, né qualcosa sottobanco né chissà quali oscure trame, credimi».

«L’esperienza amministrativa mi ha formato, arricchito, migliorato: se all’interno della comunità si creano le condizioni per allargare la “famiglia politica”, allora sono a disposizione. Non mi va di essere critico contro questo o quello, voglio lavorare per creare le condizioni per un serio rilancio del nostro paese»

L’impressione è che in una fase decisamente piatta e di stanca della politica locale, all’improvviso le elezioni amministrative a Casamicciola abbiano contribuito a ridisegnare la mappatura non soltanto della cittadina termale ma anche al di fuori dei suoi confini. Partiamo da un presupposto: ti aspettavi questa scintilla scoppiata di nuovo tra Giosi Ferrandino e Gianluca Trani? E soprattutto, che chiave di lettura dai a questo nuovo “feeling” tra i due?

«Io penso ci si trovi davanti a un “amore” che non si sia mai interrotto, e voglio subito precisare che lo dico con un tono positivo e senza alcuno spirito polemico. Ci sono dei rapporti che in determinati periodi possono rallentare o interrompersi ma poi si riprendono con ancor più facilità di prima. Insomma, credo che assistiamo a un fenomeno abbastanza normale, considerata la provenienza politica comune delle persone di cui stiamo parlando. Poi c’è stata anche la recente campagna elettorale per le europee che ha visto candidato Giosi che evidentemente avrà contribuito e non poco a far stringere i rapporti tra di loro. Ma mi ripeto, quanto accaduto lo trovo assolutamente naturale, insomma non ne sono affatto meravigliato».

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Si dice che dietro le dinamiche politiche della lista che ha riportato Giovan Battista Castagna ad essere sindaco di Casamicciola ci sia la “longa manus” di De Siano, e mi riferisco anche a qualche epurazione eccellente come quella dell’ex assessore Ignazio Barbieri.

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«Rispondo in maniera lucida e pacata. Io credo che avevo l’obbligo di sostenere Giovan Battista Castagna per un eventuale secondo mandato: l’allora sindaco uscente aveva operato in un periodo molto particolare, in fondo i cinque anni sono stati caratterizzati da un evento funesto come il terremoto che nessuno potrebbe mai mettere in preventivo. Non solo, Castagna aveva la stragrande maggioranza dell’amministrazione dalla sua parte. In più è un sindaco di centro destra, è un sindaco di Forza Italia, è chiaro che io dovevo impegnarmi e offrirgli tutto il sostegno possibile. L’ho fatto in maniera aperta, chiara ed evidente. Epurazioni? No, abbiamo agito all’interno di un percorso di coerenza, a dispetto dei santi nessuno può andare in paradiso…».

Spiegati meglio.

«Le elezioni a Casamicciola e le epurazioni? Se ci sono persone che fino a ventiquattro ore prima decidevano di fare altro, non potevano – una volta resisi conto che i loro progetti erano saltati – tornare indietro sui propri passi come se niente fosse. E quanto successo, tra l’altro, conferma che non ci sono accordi sotto banco tra me e Giosi»

«E’ molto semplice: se ci sono persone che fino a ventiquattro ore prima decidevano di fare altro, non potevano – una volta resisi conto che i loro progetti erano saltati – tornare indietro sui propri passi come se niente fosse. Credo ci saremmo trovati dinanzi a un controsenso, un qualcosa di assolutamente contraddittorio».

Per farla breve, l’aver cercato fino alla fine il connubio con Giosi Ferrandino impediva il ritorno last minute alla casa madre?

«E’ esattamente così e credo che questo sgombri anche il campo dalla solita illazione».

Quale?

«Intendo dire che questa è la dimostrazione concreta che non esistono accordi sotto banco tra Giosi Ferrandino e Domenico De Siano. Quanto accaduto a Casamicciola credo sia la prova più lampante che non c’è assolutamente nulla di vero. Ribadisco che fin da subito ho agito alla luce del sole sostenendo l’amministrazione di centro destra: Giosi, invece, in maniera del tutto legittima, ha condotto la sua battaglia per la candidatura alle europee».

Ti aspettavi un successo così schiacciante a Casamicciola?

«Per il lavoro che ha svolto Giovan Battista Castagna e per come ha messo in piedi la lista, era prevedibile un successo tanto plebiscitario».

Vabbè, andiamo dritti al punto, tanto ormai la percezione ce l’abbiamo tutti. Anche le mura di Lacco Ameno “spifferano” che Domenico De Siano è pronto a candidarsi a sindaco di Lacco Ameno. Più indizi fanno una prova, magari stavolta finalmente ti sbilanci…

«Nessun secondo fine dietro alle mie elezioni, per fare il consigliere comunale occorre tempo ed io ne avevo poco da dedicare alla causa. Il ritrovato feeling tra Giosi Ferrandino e Gianluca Trani? Non ne sono affatto meravigliato, in fondo la provenienza politica è la stessa: le elezioni europee avranno contribuito a far risbocciare l’amore» 

«L’ho già detto altre volte, non mi sottraggo a domande del genere e rispondo seguendo quello che è lo stato dell’arte. Innanzitutto le elezioni amministrative a Lacco Ameno si svolgeranno nella primavera del prossimo anno, presumibilmente a maggio, e da qui ad allora ne passerà di acqua sotto i ponti. Fatta questa doverosa premessa, dico che ho esperienza amministrativa perché nasco come uomo di territorio: ho fatto il consigliere comunale e sono stato sindaco di Lacco Ameno per tanti anni. Quella è stata un’esperienza che mi ha formato, arricchito, mi ha dato tanto, sicuramente la più bella tra quelle che ho maturato. Rifare il sindaco? Certamente ho raggiunto una determinata età, il periodo in cui anche dal punto di vista anagrafico sei portato a fare gli scontri credo me lo sia messo alle spalle. Ho una certa esperienza, determinate competenze in settori specifici, insomma se ci sono le condizioni per creare un ragionamento di unione all’interno del paese – al di là di quelle che possano essere le appartenenze politiche – e un discorso di rilancio di Lacco Ameno (tenendo presente che su politiche dei servizi ed altre cose io la penso in una certa maniera), allora io sono a disposizione».

Anche qui provo a semplificare: essere a disposizione significa anche essere pronto?

«Assolutamente sì».

Non ci sarebbe il rischio di creare un dualismo o una contrapposizione con l’attuale sindaco? Giacomo Pascale, tra l’altro, è un “delfino” di Domenico De Siano…

«Vedi, io non voglio assolutamente che quello che ho rappresentato e rappresento politicamente debba costituire elemento di rottura. In politica però a me hanno insegnato una cosa: non occorre la totalità dei consensi per spingerti a fare una cosa, ma c’è bisogno della stragrande maggioranza delle persone che ritengono che si possa mettere in piedi un ragionamento. Se all’interno della comunità dove io ho sempre vissuto, e vivo, in tanti seguono lo stesso criterio e si creano le condizioni per allargare la maggioranza ad altre famiglie politiche allora – lo ribadisco – io sono a disposizione».

Tradotto in modo semplice, se metto insieme una serie di tasselli tiro per la mia strada e buonanotte…

«Le elezioni regionali? Il centro destra unito è assolutamente favorito per la vittoria, da qui al 2020 bisognerà lavorare per rimanere compatti. Rivendichiamo il candidato presidente, anche se riuscire nell’intento è cosa ben più ardua. Se ciò dovesse riuscirci, abbiamo nomi autorevoli da sottoporre al tavolo di presidenza» 

«Non è importante Domenico De Siano, quanto piuttosto cosa significhi volere il rilancio di Lacco Ameno e in che modo questo possa arrivare. Dobbiamo guardare al nostro paese e a quello che, analizzata la situazione attuale, si può fare. Io credo che i cittadini, a qualsiasi livello, non vadano presi in giro. Sarebbe semplice per me essere critico di questo o di quell’altro: voglio invece lavorare per cercare di creare le condizioni per un serio programma di rilancio del nostro paese, all’interno dell’isola d’Ischia e oltre».

Già, oltre, è lì che volgiamo lo sguardo. L’anno prossimo ci sono le elezioni regionali, e sembra che il centro destra abbia proprio tutte le carte in regola per riconquistare Palazzo Santa Lucia. Si parla già di candidature, di possibili alleanze. Quali scenari intravedi?

«Allora, un dato è chiaro e a mio avviso inoppugnabile: il centro destra unito non è semplicemente competitivo, ma è assolutamente il favorito per la vittoria. Insomma, da qui alla prossima primavera rimanere compatti deve essere il primo obiettivo, anzi se possibile allargare la nostra coalizione attraverso la stesura di un programma che possa essere condiviso anche dal maggior numero possibile di forze civiche. Poi, al tavolo nazionale spetterà il compito di individuare il candidato presidente. Certamente noi come Forza Italia – alla luce anche dei risultati che il nostro partito ha ottenuto alle recenti elezioni europee in Italia e in Campania – rivendichiamo la leadership della coalizione al tavolo nazionale. E’ chiaro che poi che rivendicarla è un conto, ottenerla è un’altra storia. Ma se ciò dovesse accadere, siamo pronti a proporre una serie di candidature».

Per esempio?

«I nomi sono diversi. Penso a Paolo Russo, Sibilia, c’è Caldoro che ha già avuto un’esperienza, poi Mara Carfagna e potrei ancora proseguire. Di sicuro abbiamo il personale per poter esprimere una candidatura politica autorevole».

De Siano ovviamente si tira fuori, deve pensare alle elezioni a Lacco Ameno.

«Eh già… (sorride, ndr)».

Non vi state facendo mancare niente, all’interno di Forza Italia, neppure in questo caldo mese di agosto. Spiegaci un po’ che aria tira, e se magari quello che sta accadendo potrà servire a regalare magari un futuro a questo progetto politico.

«Che il nostro movimento politico ha delle difficoltà è fuor di dubbio, basta lettere i giornali degli ultimi giorni. Ma un’analisi preoccupante e preoccupata va ancor più a ritroso nel tempo. Se noi guardiamo alle elezioni politiche di sette anni, che oggi sembrano un’eternità, ricordo che ci attestammo attorno al 21 per cento su scala nazionale. Dopo un anno alle europee, già ci fermammo al 16,8 per cento. Le politiche di un anno e mezzo fa ci videro scendere al 14 per cento, fino ad arrivare alle recenti europee che ci hanno condotto sotto al 10. E oggi i sondaggi dicono che siamo dietro a Fratelli d’Italia. E’ fuor di dubbio che qualcosa non va, lo dimostrano i numeri. Allora io mi chiedo: è attuale un discorso politico da proporre ai cittadini italiani alle soglie del 2020? Io ritengo di sì, credo che in tanti condividano determinati ideali e valori. Ma evidentemente quello che noi proponiamo non è più appetibile per l’elettore».

In che senso?

«Dobbiamo avere la capacità di rinnovarci partendo da un presupposto: Forza Italia nasce col presidente Berlusconi ed è sempre stato un partito verticistico. Per farla breve, il partito è di Berlusconi. Io credo che insieme a lui dobbiamo creare le condizioni per il rilancio ma è impossibile pensare che all’interno del partito si possa fare un qualsiasi ragionamento tenendo fuori il cavaliere, questo non è assolutamente concepibile».

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