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Porto di Lacco, quei dubbi irrisolti

Di Francesco Ferrandino

LACCO AMENO. È ormai una consuetudine, qui sull’isola: ogni Comune ha il suo “porto delle nebbie”. Tranne qualche virtuosa eccezione, raramente gli enti territoriali ischitani riescono a trarre dalle proprie strutture portuali le risorse economiche che sarebbe lecito attendersi, in un contesto dove la nautica da diporto dovrebbe essere uno dei motori dell’economia locale. Lacco Ameno non fa eccezione, viste le ben note vicende che ruotano attorno al porto turistico. Dopo la gestione pubblica, ritenuta poi inadeguata, cominciò il valzer dei concessionari fino all’aggiudicazione da parte della società Marina di Capitello, facente capo a Giuseppe Perrella. Un affidamento molto chiacchierato e oggetto di veementi contestazioni da parte della minoranza consiliare, che ha più volte espresso parere negativo sull’opportunità di assegnare il porto a un soggetto  che in tre anni di gestione dell’approdo avrebbe versato nelle casse comunali la cifra complessiva di 160mila euro,  ovvero meno di quello che versava in un solo anno la “Nautica mare” gestita da Gennaro Amato per soli 44 posti barca. La società di Perrella, da molti considerata una “testa di ponte” del senatore De Siano, è tra l’altro in predicato di ottenere l’ulteriore concessione fino al 2020 grazie al famoso project financing presentato lo scorso agosto dalla stessa società. Circostanza che a giudizio dell’opposizione consiliare costituirebbe a dir poco un paradosso, in quanto  al momento della presentazione del progetto la “Marina di Capitello” non avrebbe pagato nemmeno una rata di quanto dovuto al Comune per la concessione della stagione 2015.

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