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Mancato controllo sui soldi “rubati”, la replica dei funzionari

Il consigliere di minoranza di Ischia Carmine Bernardo è venuto in possesso della nota di risposta indirizzata al sindaco Giosi Ferrandino e firmata dal comandante della polizia locale di Ischia, Giovan Giuseppe Pugliese, da Salvatore Marino (responsabile del I Settore area economico-finanziaria), da Antonio Bernasconi (dirigente dell’area economico-finanziaria) e dal collegio dei revisori dei conti formato da Carmine Lasco, Claudio Ranucci e Mario Giuseppe Bruno. Una nota – relativa ai chiarimenti richiesti dal sindaco dopo l’arresto del maresciallo della polizia locale Costagliola di Fiore e la conseguente scoperta di un ammanco di circa 90.000 euro sottratti alle contravvenzioni pagate dai cittadini – che vi riportiamo integralmente prima di addentrarci in qualche considerazione: “Dall’attività di riscontro del responsabile preposto alla polizia locale con l’area economico finanziaria ed il collegio dei revisori dei conti è emersa una situazione non regolare che è stata rilevata nella sua attività e che è stata denunziata agli organi competenti. Gli organi di magistratura pure nelle successive verifiche hanno utilizzato le strutture interne. Non crediamo che siano riscontrabili, nel resto del paese Italia, così spesso, casi del genere. L’adozione in data 24 novembre 2015 di misura cautelare nei confronti del maresciallo della polizia municipale è solo l’ultimo evento di una intensa attività di riscontro e verifica posto in essere dalle strutture interne dell’ente, dapprima autonomamente e successivamente diretta dal pubblico ministero. I controlli interni hanno verificato, evidenziato, circoscritto l’aspetto non regolare, denunziato, nonostante le sempre più scarse risorse umane e professionali disponibili. Nel caso specifico occorre aggiungere che si è dovuto operare in una attività che doveva essere svolta da una struttura esterna affidataria delle entrate comunali (Genesis srl) di cui già da tempo si è evidenziata la inadeguatezza. Nell’attesa di risorse umane qualitativamente e quantitativamente congrue, nell’immediato è necessario rivedere ciascuno per le proprie competenze l’ordine delle priorità assegnate e dare maggior peso e rilievo alle attività di controllo e verifica. E’ disposta la riscossione di qualsivoglia introito esclusivamente tramite il tesoriere comunale e il soggetto affidatario delle entrate comunali a mezzo di sistema bancario e/o postale, con divieto di utilizzo di contante”.

Insomma l’impressione è che i destinatari della “ramanzina” firmata da Giosi Ferrandino non solo non ci stanno a vestire i panni di capro espiatorio ma rispediscono tutte le accuse al mittente. Non solo, sottolineano anche come se delle negligenze ci sono, nei controlli, queste debbono essere addebitati ad altri enti e non a chi si muove ed è costretto ad operare quotidianamente con un organico ridotto all’osso. E non a caso, questo lo avete capito tutti perché non è certo scritto tra le righe, viene tirata in ballo anche la Genesis che si occupa per l’appunto dei tributi comunali e della riscossione degli stessi. Ma il passaggio che forse più di ogni altro lascia perplesso Carmine Bernardo è quello… che manca, che non è presente nella nota: dove si parla, cioè, della collaborazione offerta alla magistratura per risalire alle responsabilità del maresciallo della polizia municipale, ma nulla viene spiegato sul perché ci siano voluti ben cinque anni per accorgersene. O meglio, questo dettaglio viene senza troppi indugi scaricato addosso a terzi. Non proprio il massimo della vita, se vogliamo dirla tutta. Vuoi vedere che alla fine qui si finisce recitando quell’adagio che ripeteva “tutti colpevoli nessun colpevole”? Alla prossima puntata, sempre che su questa triste storia non sia ancora calato il sipario.

 

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