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Aspettando il Comune unico, rispunta l’ipotesi “Casalacco”

Prima assemblea del 2018 per l’Associazione per il Comune unico sull’isola d’Ischia. La proposta di legge presentata dalla consigliere regionale Maria Grazia Di Scala ha riacceso l’attenzione sul tema: ieri mattina i componenti del sodalizio si sono incontrati presso l’Emeroteca Valentino a Ischia per discutere, tra l’altro, del rinnovo delle cariche e di una possibile programmazione delle iniziative dirette a riportare al centro del dibattito la necessità dell’unificazione amministrativa dei sei comuni isolano. Il coordinatore Gianni Vuoso ha sinteticamente fatto il punto della situazione sulle delibere delle amministrazioni locali, divise tra quelle che apertamente si dicono favorevoli al Comune unico, come Lacco e Casamicciola, e le altre che hanno deliberato in senso negativo.  «La gente si è stufata – ha detto Vuoso – ci vuole una regia unica isolana. Il sisma e le sue conseguenze ne ha mostrato drammaticamente la necessità, senza dimenticare i molteplici interrogativi e i ritardi della futura ricostruzione. Ogni problema di ciascun comune riguarda l’intera isola. Un’inchiesta sulla stampa locale ha mostrato anche la crisi del commercio a Ischia ponte con vari negozi chiusi: al terremoto reale si aggiunge quello economico, ma sull’isola continuano a prevalere gli interessi particolari di piccoli gruppi. Il Comune Unico non è la panacea, ma permetterebbe un diverso e più efficace modo di affrontare i problemi: in altre zone d’Italia è già in atto la tendenza  alla fusione tra i Comuni. Da parte nostra dobbiamo essere maggiormente presenti sui media a livello regionale, senza dimenticare le iniziative locali». Gianni Vuoso ha inoltre reso nota la volontà di rimettere il mandato di coordinatore: «Ogni incarico è a scadenza, e dobbiamo dare un segnale anche tramite l’apporto di volti nuovi».

Ha poi preso la parola Giuseppe Mazzella, che ha lanciato la proposta di una modifica statutaria all’associazione, inserendo tra gli obiettivi la coesione economica e sociale, per rendere l’Acuii un soggetto politico. Mazzella ha compiuto una breve panoramica sulle disfunzioni urbanistiche del nostro territorio lungo gli ultimi decenni, ricordando che entro dodici mesi i comuni dovranno dotarsi dei piani paesistici comunali, cosa che soltanto Serrara ha finora fatto. Soprattutto, il giornalista ha lanciato l’allarme su Casamicciola, che lamenta ancora centinaia di sfollati, oltre a una trentina di attività produttive interrotte con i relativi posti di lavoro perduti e l’area attualmente interdetta. «Senza pianificazione territoriale non c’è ricostruzione». Mazzella, nel ricordare gli oltre 50 anni trascorsi dal piano regolatore intercomunale di Corrado Beguinot, recentemente scomparso, ha sottolineato l’urgenza del pericolo di dispersione sociale che incombe su Casamicciola e dell’intera economia isolana che langue, con numeri da crisi in linea con quelli del resto dell’Italia meridionale. «L’Acuii deve risvegliare l’entusiasmo e l’interesse civico, vista anche l’assenza dei partiti. Serve un’azione concreta  in prospettiva del referendum consultivo sul comune unico», ha dichiarato Mazzella. Secondo Pasquale Trani, altro storico componente dell’associazione, l’Acuii dovrebbe spingere tutta la cittadinanza attiva a creare una sorta di Giunta “ombra” del Comune unico, allo scopo di stare col fiato sul collo degli amministratori e svelarne le mancanze e gli errori: «L’attuale classe politica è delegittimata». Anche il professor Nicola Lamonica non è stato leggero: «L’attuale classe dirigente isolana è assente,  la richiesta di un Commissario alla ricostruzione costituisce il fallimento della politica locale, che abdica al suo ruolo».

È poi intervenuto il professor Sebastiano Conte : secondo il noto urbanista, il Comune unico resta un traguardo ineludibile. Il professor Conte ha illustrato le incertezze e la confusione che persistono a livello provinciale nell’attitudine a governare il territorio. «La materia urbanistica è avvertita come se fosse solo un fatto formale. Non esiste nessun afflato di conoscere realmente il territorio». Se possibile, è ancora peggio sull’isola: «Barano e Forio – ha continuato Conte – hanno attivato la procedura per il piano paesistico comunale soltanto a causa della minaccia di commissariamento, non certo perché credessero nella necessità di tale  strumento, che viene avvertito come un mero adempimento. I problemi dell’isola sono tantissimi, ma sembra che le amministrazioni si preoccupino solo dei condoni. Nessuno avverte la necessità di un reale governo del territorio». Secondo l’urbanista, il Comune unico è essenziale, anche se non sufficiente: «La fusione potrebbe forse contribuire a far nascere una nuova realtà, nonostante io sia ben consapevole di quanto sia velleitario questo auspicio visto che il contesto a livello umano non sarebbe molto diverso da quello attuale. Non basta la modifica degli statuti dell’associazione, ma bisogna farsi sentire dall’opinione pubblica, e tuttavia non sono sicuro che essa esista sulla nostra isola, visti i ricatti nati sul disordine urbanistico e normativo: i cittadini non sono liberi. Nel ‘67 non si volle governare unitariamente l’isola e il risultato è sotto gli occhi di tutti».

Nella seconda parte della riunione è arrivato all’emeroteca anche Giacomo Pascale, sindaco di Lacco Ameno: «Sono favorevole anche alla fusione disposta d’imperio dalla Regione – ha dichiarato Pascale – ma coloro che sono contrari dovrebbero almeno collaborare». Il primo cittadino ha brevemente richiamato i suoi noti obiettivi amministrativi, a partire dalla lotta alla congestione del traffico («Uber arriverà anche a Ischia, i taxi non hanno futuro, serve un immediato accordo tra i Comuni») e alla condivisione  con gli altri comuni per le iniziative culturali, per poi lanciare una proposta che ha animato la fase conclusiva dell’assemblea: «La collaborazione di Lacco Ameno al progetto del Comune unico è totale. Sarei favorevole a farlo partire con i Comuni che già sono d’accordo, ad esempio Lacco Ameno e Casamicciola, che a mio parere non hanno nessun motivo per essere separati». Un’idea non nuova, di cui demmo notizia su queste colonne nel marzo di due anni fa, in occasione di un incontro tra esponenti delle due amministrazioni per vagliare il progetto “Casalacco”.

Peppino Mazzella ha colto la palla al balzo: «Bene, allora Lacco Ameno può rivestire il ruolo di Comune-pilota per avviare di fatto la fusione, a cominciare da quella con Casamicciola». Benedetto Valentino, “padrone di casa”, ha rilanciato: « Abbiamo tecnici validi come Sebastiano Conte e Albino Ambrosio, stendiamo  gli atti e recapitiamoli ai Comuni. Inizieremo così ad agire concretamente». Il professor Conte ha obiettato che con soli due o tre comuni unificati, e gli altri che restano autonomi, i problemi rimarrebbero gli stessi, mentre Valentino non era d’accordo. Andrebbero poi accertati gli adempimenti necessari: le delibere comunali, oppure un’ulteriore proposta di legge regionale. In ogni caso la proposta ha innescato un sentito dibattito, al termine del quale è stata fissata la data del 18 febbraio per la nuova assemblea dell’Acuii durante la quale si dovrà affrontare il tema del rinnovo delle cariche.

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Francesco Ferrandino

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