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Balneari, concessioni estese fino al 2034. La Franca: «L’obiettivo originale era diverso»

ISCHIA. Concessioni balneari estese fino al 2034, canoni demaniali sospesi per le imprese colpite dalle recenti mareggiate, approvazione di un decreto entro i prossimi quattro mesi per stabilire i principi di una riforma organica del settore. Questo in sostanza quanto previsto nel maxiemendamento del Governo alla legge di bilancio, che contiene un capitolo dedicato alla salvaguardia temporanea delle migliaia di stabilimenti balneari italiani colpiti da un’incertezza normativa che durava da dieci anni. L’emendamento è stato approvato nella notte tra sabato e domenica. Adesso si attende l’ok della Camera per l’approvazione definitiva. “Possiamo trascorrere un Natale più sereno”, questo il primo commento di Giuseppe La Franca, imprenditore balneare e presidente della FIBA Confesercentiisola di Ischia. “L’estensione di 15 anni delle concessioni demaniali marittime rappresenta un punto dipartenza per affrontare il riordino generale del settore già a partire da gennaio, ovvero da quando entrerà in vigore la legge”. Il testo dell’emendamento è nato dall’ascolto del Governo nei confronti dei rappresentanti delle associazioni di categoria. “Prima del provvedimento, tutti i titoli erano in scadenza il 31 dicembre 2020, per decisione dei precedenti governi Berlusconi e Monti che avevano abrogato il regime di “rinnovo automatico” nel tentativo di adeguarsi alla controversa direttiva europea Bolkestein. La nuova legge, invece, stabilisce che la nuova durata delle concessioni arriverà fino al 1° gennaio 2034.

L’obiettivo originale – ci spiega ancora Giuseppe La Franca – era 25 anni. La formulazione originale dell’emendamento, presentato la scorsa settimana dalla Lega, voleva estendere tutti i titoli di minimo 15 anni, con l’aumento a 20 anni «nel caso di gestione diretta della concessione da parte del titolare» e a 25 anni «se il reddito del concessionario è esclusivamente o prevalentemente prodotto dall’attività esercitata a mezzo della concessione». Tuttavia, il testo è stato modificato lunedì inserendo l’estensione secca a 15 anni ed eliminando i 20 e i 25”. In ogni caso, il governo gialloverde avrà solo quattro mesi di tempo per decidere il da farsi. Il provvedimento infatti stabilisce che, entro 120 giorni dalla sua entrata in vigore, dovrà essere adottato un decreto del Presidente della Repubblica d’intesa con i vari ministeri competenti (turismo, infrastrutture, finanze, sviluppo economico, ambiente, affari regionali, affari europei) e con la Conferenza delle Regioni, al fine di “fissare i termini e le modalità per la generale revisione del sistema delle concessioni demaniali marittime”. E più avanti, nei commi che stabiliscono l’estensione di 15 anni per le attuali concessioni, l’emendamento dice che «al termine del predetto periodo, le disposizioni adottate con decreto del Presidente della Repubblica […] rappresentano lo strumento per individuare le migliori procedure da adottare per ogni singola gestione del bene demaniale”.

Il Governo ha però già fissato dei punti fermi che la riforma dovrà rispettare. Il decreto da varare entro fine aprile, recita l’emendamento, dovrà infatti stabilire le condizioni e le modalità per decidere i seguenti aspetti: ricognizione e mappatura del litorale e del demanio marittimo costiero; tipologia e numero di concessioni attualmente vigenti nonché delle aree libere e concedibili; tipologia e numero di imprese concessionarie e subconcessionarie; ricognizione degli investimenti effettuati nell’ambito delle concessioni stesse e delle tempistiche di ammortamento connesse, nonché dei canoni attualmente applicati in relazione alle diverse concessioni; metodi, indirizzi generali e criteri per la programmazione, pianificazione e gestione integrata degli interventi di difesa delle coste e degli abitati costieri.  Ed in conclusione: “Questo provvedimento – spiega Giuseppe La Franca – è il frutto del lavoro del Governo con le associazioni di categoria. È un grande passo, ma che sia un punto di partenza e non di arrivo. Anche per noi sull’isola di Ischia: non dimentichiamo che combattiamo con l’erosione e con i ritardi della Regione Campania sull’adeguamento scogliere e delle spiagge attingendo ai fondi comunitari”. E chiosa: “Il turismo balneare rappresenta uno dei settori principali per l’economia della nostra isola e mi auspico che anche la Regione accolga le nostre istanze così come ha fatto il Governo”. 

Giovanna Ferrara

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