CRONACAPRIMO PIANO

Borrelli ammette «Per il terremoto è stato fatto poco»

L’ex Capo della Protezione civile ricorda l’emergenza-sisma di cinque anni fa in una lunga e inedita intervista a Il Golfo e auspica che con il commissario unico si possa accelerare la ricostruzione. Tutto questo senza omettere di sottolineare che il processo di ricostruzione avrebbe dovuto essere più celere

Cinque anni dal sisma, posso esordire chiedendole quali furono i suoi ricordi nell’immediatezza del suo arrivo sui luoghi del disastro, quelli che ha ancora bene impressi nella mente?

Il Prefetto Carlo Schilardi

«Innanzitutto il sisma inizialmente sembrava essere di modesta entità, di 4.0 di magnitudo, che in altre parti del Paese non avrebbe provocato danni, ma che qui ha fatto registrare due vittime, migliaia di sfollati. Questo è accaduto perché in quell’area c’è un’amplificazione degli eventi sismici. Ci sono anche problemi legati alla qualità del costruito, come dissi all’epoca. Il ricordo più intenso, più vivido, è quello della necessità di tirare fuori dalle macerie il piccolo Ciro e i suoi fratellini, che erano imprigionati sotto i detriti. Fu una bellissima operazione, devo ringraziare i Vigili del Fuoco e la nostra organizzazione dell’emergenza: siamo immediatamente partiti da Roma, le squadre SAR sono salpate da Pratica di Mare. E poi ricordo, giorno per giorno, l’impegno per soddisfare le esigenze della popolazione, grazie soprattutto al supporto dei sindaci, Giacomo Pascale, Giovan Battista Castagna e Francesco Del Deo: sono stati veramente encomiabili in quel periodo, seguendo alla lettera quelle che erano le indicazioni della macchina dell’emergenza».

«Il ricordo più vivido nell’immediatezza del sisma è quello della necessità di tirare fuori dalle macerie il piccolo Ciro e i suoi fratellini: una bellissima operazione, grazie ai Vigili del Fuoco e alla nostra organizzazione dell’emergenza. E poi l’impegno quotidiano per soddisfare le esigenze della popolazione, grazie soprattutto al supporto dei sindaci, Giacomo Pascale, Giovan Battista Castagna e Francesco Del Deo»

Nello svolgimento del suo compito, quali risultati rivendica particolarmente? E poi, ha qualche rimpianto?

Il commissario alla ricostruzione Giovanni Legnini

«Durante lo svolgimento del mio compito su questo territorio, rivendico innanzitutto il fatto di aver evidenziato sin da subito che il territorio aveva provocato dei danni, che c’era bisogno di ricostruire seriamente. E poi la venuta del presidente Conte nel settembre 2018, che ha segnato l’avvio del impegnativo percorso di ricostruzione, con la nomina di un commissario allo scopo. Un avvio che però come in tutte le parti d’Italia ha sofferto di una lentezza legata a tanti fattori, anche a una indecisione politica sul modello di ricostruzione, sulle modalità di agire, sui vincoli: si tratta anche di quella burocrazia che in tutto il Paese in situazioni di emergenza porta ad allungare i tempi del ritorno alla normalità. È questo che avrei voluto, e che spero che possa verificarsi con una normativa chiara e unica sulla ricostruzione valida per tutto il Paese, come quella di cui si è parlato».

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L’isola venne bollata come patria dell’abusivismo edilizio. A distanza di anni, non fu una eccessiva e ingenerosa semplificazione concettuale?

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Giovan Battista Castagna

«Io dissi che ci possono essere immobili abusivi costruiti bene, e immobili in regola che però hanno una vulnerabilità intrinseca. La verità è che nel nostro Paese il patrimonio immobiliare ha tante piccole difformità, a Ischia come in altre parti del territorio. Credo quindi sia necessario ripensare al modello d’intervento e anche decidere una volta per tutte il destino di questo patrimonio, che esiste: o lo accettiamo e lo rendiamo più sicuro, oppure si decide in modo diverso, ma a quel punto si trova una soluzione anche per chi vive in quelle abitazioni. È uno dei temi che bisogna affrontare. Non ci si può nascondere dietro all’alibi dell’abusivismo, facendo di tutta l’erba un fascio, per non dare una risposta adeguata e in tempi certi alla gente».

«La prima fase post-sisma soffrì di una certa indecisione politica, e di una burocrazia che ha spesso frenato in tutto il Paese le operazioni d’emergenza allungando i tempi per il ritorno a una possibile normalità»

Qual è il legame che conserva con Casamicciola, una terra che ha voluto fregiarla della cittadinanza onoraria? Cosa significa per Lei a distanza di tempo quel riconoscimento?

Giacomo Pascale

«Io sono sempre molto attento ai problemi di Casamicciola, e quindi sono sempre disponibile anche quando la comunità avrà bisogno di un aiuto, pur nel mio diverso ruolo che attualmente occupo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Mi sento quindi onorato di essere cittadino di Casamicciola, e di poter dare il mio contributo all’opera di questa collettività».

Al Prefetto Schilardi, nel ruolo di Commissario, è subentrato l’onorevole Legnini. Quale profilo può tracciare di quest’ultimo?

«Intanto voglio rivolgere un grande ringraziamento al Prefetto Schilardi perché è stato un uomo coraggioso: lo voglio ricordare così perché è andato avanti per la sua strada, cercando di avviare la ricostruzione, superando anche certi ostacoli derivanti da difficoltà burocratiche. Il commissario Legnini è un uomo di grande spessore, che ha fatto la differenza anche nel sisma dell’Italia Centrale, e sono convinto che le attività che sta portando avanti, compresa la recente ordinanza a favore delle imprese colpite dal sisma e la riorganizzazione della struttura commissariale qui sull’isola con nuovi collaboratori, porteranno rinnovato slancio verso la ricostruzione. La parola d’ordine categorica è ricostruire al più presto, perché ci sono ancora decine e decine di famiglie nella precarietà».

«L’abusivismo non può essere un alibi, ma va affrontato: o accettiamo il patrimonio immobiliare esistente e lo rendiamo più sicuro, oppure si decide in modo diverso, ma a quel punto si trova una soluzione anche per chi vive in quelle abitazioni, dando delle risposte adeguate in tempi certi»

La ricostruzione è frenata anche dai cittadini che in molti casi non presentano celermente le istanze, come ha sottolineato il commissario. In molti però resta l’impressione che i pareri della Sovrintendenza possano costituire un ostacolo in grado di “impantanare” la ricostruzione.

Francesco Del Deo

«Io non conosco nei particolari l’attuale situazione qui sull’isola. Mi ricordo che all’epoca uno degli argomenti di discussione era proprio il ruolo della Sovrintendenza, però mi pare anche venne indicato un percorso, con un meccanismo di silenzio-assenso, per cui credo che oggi si debba partire dalle domande di condono che erano giacenti presso i Comuni, valutarle, e poi trovare una soluzione anche per coloro i quali non si ritroveranno con un’abitazione sanata: anche in questo caso bisognerà prendere importanti decisioni».

«Ringrazio Schilardi perché è stato un uomo coraggioso: è andato avanti per la sua strada, cercando di avviare la ricostruzione, superando anche certi ostacoli derivanti da difficoltà burocratiche. Il commissario Legnini è un uomo di grande spessore, e sono convinto che le attività che sta portando avanti, porteranno rinnovato slancio verso la ricostruzione»

Nel 2018 molti accolsero con favore il fatto che la regione Campania avrebbe dovuto redigere il piano di ricostruzione. Dopo diversi anni, finalmente si è arrivati alla bozza di progetto che attualmente è oggetto di dialogo con Sovrintendenza e Comuni. Era forse lecito attendersi qualcosa di più?

«Non conosco le dinamiche interne alla Regione Campania. Ho una grande considerazione per l’amministrazione retta dal presidente Vincenzo De Luca, ma anche in modo particolare del vicepresidente Fulvio Bonavitacola, che credo sia quello che si sia occupato anche dell’impianto normativo. Tre anni sono lunghi, ma sono felice che adesso si sia arrivati ad avere un piano che renda il percorso della ricostruzione armonico anche rispetto a tutto il piano esistente nella regione Campania».

«Sono molto attento ai problemi di Casamicciola, e sarò sempre disponibile anche quando la comunità avrà bisogno di un aiuto, pur nel mio diverso ruolo che attualmente occupo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Mi sento quindi onorato di essere cittadino di Casamicciola, e di poter dare il mio contributo»

Prima Lacco Ameno, poi Casamicciola si sono ritrovati a subire lo scioglimento del consiglio comunale in momenti diversi e in una fase molto delicata: la politica ha le sue legittime dinamiche, ma non crede che a volte dovrebbe prevalere il buon senso?

«Purtroppo, come Lei dice, la politica ha le sue dinamiche e i suoi tempi, e credo proprio che il buonsenso dovesse e debba prevalere in ogni caso. Tuttavia siamo uomini, abbiamo ognuno le proprie idee, e alla fine quello che conta è il risultato: quindi adesso ci troviamo con un comune di Casamicciola sciolto, e devo dire che mi dispiace molto per l’amministrazione uscente, che comunque nel periodo in cui aveva rapporti con me quando ero a capo della Protezione Civile ha sempre tenuto ben presenti quelle che erano le esigenze della collettività, ad esempio la problematica del riavvio delle attività scolastiche. Mi dispiace molto in particolare per il sindaco Castagna, che si ritrova in questa situazione. Ma, come le ho detto, è un fatto umano, e passerà anche questa».

«In cinque anni in effetti è stato fatto poco, ma adesso l’aver concentrato nelle mani di Legnini la ricostruzione di tutti i territori del Paese porterà a una positiva omogeneizzazione superando quelle differenze che prima separavano Ischia dall’Italia Centrale»

Lo scorso 21 agosto è stato celebrato il quinto anniversario del terremoto. Con l’onestà intellettuale che le è propria, non le sembra che si sia mosso ancora troppo poco?

«Secondo me sì, ma questo non dipende dai diversi attori coinvolti, quanto da un clima complessivo, da una situazione “complicata” e resa tale da decenni di inattività, oltre che da un panorama di scarsa attenzione da parte del “centro” verso le esigenze della periferia del territorio. Soprattutto all’inizio dell’emergenza, c’è stato un anno di immobilismo, poi è arrivato il primo governo Conte, col quale abbiamo messo intorno a un tavolo i sindaci, la regione Campania, il Dipartimento nazionale e abbiamo provato a scrivere una norma sulla ricostruzione. Poi ci fu la fase in cui il commissario per la ricostruzione dei territori della provincia di Catania colpiti dal sisma del 2018 si trovò in una situazione di oggettiva difficoltà rispetto al commissario che curava il sisma dell’Italia Centrale, quindi aver riaggregato nelle mani di Legnini la ricostruzione di tutti i territori ha portato a una omogeneizzazione e consentirà di superare quei distinguo che c’erano tra il territorio isolano e il territorio dell’Italia Centrale».

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