LE OPINIONI

«Caffè Scorretto»  «Auguri al popolo e alla gente, diciamo» 

Come ogni anno, quasi alla fine, col Natale appena passato e alle soglie del 2024, ognuno sarà impegnato con la sua lista di valutazioni. Su cosa ha fatto di buono e cosa, invece, avrebbe meritato più attenzione e che cosa, perciò, richiederà più presenza dal 1° gennaio. Tanto per fare un esempio e per introdurre il discorso, la fonte dei problemi che ci portiamo dietro dagli anni trascorsi e che in un certo senso ci infonde quella sicurezza avvolgente in cui possiamo sentirci al sicuro dai cambiamenti repentini, non sta tanto nella formalità di scrivere una “lista dei desideri” tanto immaginaria da raggiungere, quanto nella sua sostanza. Cioè nella voglia di realizzarla come nella necessità di imparare a leggere che cosa sta succedendo nel mondo e sull’isola e da ciò iniziare a sviluppare risposte adattate, sia politicamente sia economicamente.

Tanto per fare un esempio e per introdurre il discorso, la fonte dei problemi che ci portiamo dietro dagli anni trascorsi e che in un certo senso ci infonde quella sicurezza avvolgente in cui possiamo sentirci al sicuro dai cambiamenti repentini, non sta tanto nella formalità di scrivere una “lista dei desideri” tanto immaginaria da raggiungere, quanto nella sua sostanza. Cioè nella voglia di realizzarla come nella necessità di imparare a leggere che cosa sta succedendo nel mondo e sull’isola e da ciò iniziare a sviluppare risposte adattate, sia politicamente sia economicamente 

Il punto allora non è tanto ciò che si fa – altro esempio: tutte le discussioni di questi giorni sono focalizzate su che cosa ha realizzato il Comune di Forio e cosa all’opposto non hanno organizzato le altre Amministrazioni – , ma il ”come” si promuove il benessere collettivo. A che cosa, insomma, si da più spazio riducendo l’area delle priorità spesso sventolate ma in concreto disattese. Una delle discussioni che ci si augura allo stesso modo potrebbe tenere banco, assieme a quelle sulla venuta di Arisa o Clementino e sul mare di folla che ha sommerso Forio, dovrebbe mettere a fuoco una domanda: che cosa faremo dopo i bagordi di Natale e Capodanno? Se chi scrive su Facebook e ogni giorno sente il dovere di dire la propria rispetto agli avvenimenti pianificati dal sindaco Verde per Natale, legittimo oltre che giusto, ci si aspetterebbe pure un’indicazione di tipo diverso nei “post seriali” che inondano le bacheche. Ad esempio – l’ennesimo – se ci saranno altre azioni, di Forio come degli altri Comuni, nella direzione di una più compiuta capacità di previsione amministrativa. Così, giusto per suggerire qualche argomento. Sempre per continuare sulla scia delle dimostrazioni, la “gente” potrebbe domandarsi (rigorosamente su Facebook) per quale ragione l’Amministrazione Verde “tarda a proseguire il Patto per lo Sviluppo dell’isola d’Ischia” mettendo il delegato, l’avvocato Enzo Di Maio, in una posizione di stallo?

Una risposta possibile potrebbe essere che ci sono forze che in quella maggioranza remano in senso contrario poiché i finanziamenti pubblici che arriverebbero dalla Regione e dall’U.E., cui si avrebbe accesso, permetterebbero pochi se non nulli spazi di “manovra”? Potrebbe essere, non lo sappiamo, ma sarebbe una domanda da porre. Ci si potrebbe augurare allora, per dirla in altro modo, che il sensazionalismo generato da eventi, concerti, baldorie, gestioni euforiche e comportamenti dissimulatori, si possa scontrare finalmente con chi si chiede il motivo di certe scelte che continuano a premiare il “Panem et Circenses” magari sotto il mantello della “destagionalizzazione”, relegando in cantina le discussioni un poco più serie (come quelle sui progetti che si potrebbero realizzare, partendo da Forio, per l’isola intera)? Certo che si potrebbe auspicarselo tanto da farsi prassi e trasformare le persone in esseri senzienti dall’atteggiamento determinato, critico e costruttivo. Magari in quest’ambiente il “giornalismo isolano”, comprendendo tutti i media locali, potrebbe fare la differenza prendendo una posizione e, meglio, iniziare a fare domande (pure scomode).

Sempre per continuare sulla scia delle dimostrazioni, la “gente” potrebbe domandarsi (rigorosamente su Facebook) per quale ragione l’Amministrazione Verde “tarda a proseguire il Patto per lo Sviluppo dell’isola d’Ischia” mettendo il delegato, l’avvocato Enzo Di Maio, in una posizione di stallo? Una risposta possibile potrebbe essere che ci sono forze che in quella maggioranza remano in senso contrario poiché i finanziamenti pubblici che arriverebbero dalla Regione e dall’U.E., cui si avrebbe accesso, permetterebbero pochi se non nulli spazi di “manovra”? Potrebbe essere, non lo sappiamo, ma sarebbe una domanda da porre 

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Ogni persona che si sente in dovere di dire la propria pure sulle manifestazioni nazionali, forse dovrebbe pure cominciare a coltivare il dovere di evidenziare le storture dei governi locali che attraverso le “non azioni”, limitano, di fatto, il benessere collettivo. Il 2024 dovrebbe perciò diventare “anno del riscatto” per avviare una svolta clamorosa, tale da assumere il compito di matrice di quel senso critico mai raggiunto e contagiare l’isola intera.

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Ci si potrebbe augurare, allora, la nascita di un modo differente d’intendere la politica e vedere azioni a tutela del lavoro e dei dipendenti di “certe” strutture alberghiere: spesso assunti attraverso agenzie interinali, sgobbano il doppio oltre il normale orario di lavoro con straordinari – anche notturni – non retribuiti; altri, pur avendo terminato il periodo di assunzione nel novembre del 2023, hanno ricevuto la liquidazione “soltanto” il 20 dicembre mediante bonifico per lo più “fuori piazza” (che sarà accreditato cioè dopo i cinque e i sette giorni). In fin dei conti, ci si potrebbe augurare una politica più moderna e riformista, in grado di interpretare in modo nuovo la cosa pubblica. Capace di alzare la voce e pretendere rispetto e responsabilità per chi lavora e manda avanti la baracca, imprenditori (onesti) compresi. L’augurio, perciò, è che il “cittadino di Ischia” possa farsi testimonial di un mondo nuovo, senza divisioni tra “zolle isolate” e senza pretese di dimostrare le “proprie dimensioni” poiché membro di una comunità per lo più allo sbaraglio. Non più attori ma persone in grado di chiedere innovazione, sostenibilità, fare domande sul perché oltre alle lampadine non cambiate o alle buche in strada non si possa ancora vivere in un luogo capace di generare vantaggi economici per le imprese e rispetto per chi ci lavora. Persone capaci di camminare su un terreno forse a noi poco conosciuto ma che, se realizzato, favorirebbe l’economia e vantaggi fiscali per i giovani non più costretti a lasciare l’isola, famiglie e anziani.

Ci si potrebbe augurare, allora, la nascita di un modo differente d’intendere la politica e vedere azioni a tutela del lavoro e dei dipendenti di “certe” strutture alberghiere: spesso assunti attraverso agenzie interinali, sgobbano il doppio oltre il normale orario di lavoro con straordinari – anche notturni – non retribuiti; altri, pur avendo terminato il periodo di assunzione nel novembre del 2023, hanno ricevuto la liquidazione “soltanto” il 20 dicembre mediante bonifico per lo più “fuori piazza” (che sarà accreditato cioè dopo i cinque e i sette giorni). In fin dei conti, ci si potrebbe augurare una politica più moderna e riformista, in grado di interpretare in modo nuovo la cosa pubblica. Capace di alzare la voce e pretendere rispetto e responsabilità per chi lavora e manda avanti la baracca, imprenditori (onesti) compresi

Persone convinte che la politica economica e amministrativa di ognuno dei sei pezzi di quest’isola non può esaurirsi nei limiti territoriali di casa propria senza che ciò crei ripercussioni su tutti gli altri. Persone convinte che una visione parziale non potrà fare il benessere collettivo e che non serve a nulla avere un «influencer amministrativo» perché le sorti dei circa 70 mila abitanti sono collegate tra loro. Auguri, insomma, a voi che avete avuto la costanza e siete arrivati alla fine di questo piccolo elenco. A voi che almeno un po’ vi ritrovate in questi pochi righi. In questo modo potrete testimoniare ad altri che c’è chi ne ha fatto un suggerimento e mandare a quel paese il vostro interlocutore se come un vecchio giradischi incantato dagli anni precedenti continuasse a ripetervi “bello, ma non si può fare”. Hai visto mai che a furia di mandarlo a fare gli auguri magari qualcosa cambia. 

Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci 

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