LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «Peculiarità delle Isole, il superamento degli svantaggi dell’insularità e tutto il resto»

Diamo a Cesare ciò che suo. Francesco Del Deo nel ruolo di Presidente dell’ANCIM (Associazione delle isole minori che è stata sempre attiva non solo in questa direzione) è riuscito a ottenere un risultato al quale l’isola d’Ischia ha forse dato poco risalto, proprio riguardo alla portata enorme che ne potrebbe derivare. Nel merito è stato introdotto un comma aggiuntivo dopo il quinto comma dell’articolo 119 della Costituzione, ai sensi del quale «la Repubblica riconosce le peculiarità delle Isole” e “promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità».

Diamo a Cesare ciò che suo. Francesco Del Deo nel ruolo di Presidente dell’ANCIM (Associazione delle isole minori che è stata sempre attiva non solo in questa direzione) è riuscito a ottenere un risultato al quale l’isola d’Ischia ha forse dato poco risalto, proprio riguardo alla portata enorme che ne potrebbe derivare. Nel merito è stato introdotto un comma aggiuntivo dopo il quinto comma dell’articolo 119 della Costituzione, ai sensi del quale «la Repubblica riconosce le peculiarità delle Isole” e “promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità». La modifica dell’articolo, in definitiva, stabilisce che le regioni insulari presentano caratteristiche permanenti che le distinguono dalle altre regioni 

La modifica dell’articolo, in definitiva, stabilisce che le regioni insulari presentano caratteristiche permanenti che le distinguono dalle altre regioni. È certo che l’insularità, intesa come discontinuità territoriale, implica caratteristiche – negative -di natura economica, ambientale, trasportistica, sociale e demografica che determinano un oggettivo svantaggio rispetto alle zone continentali. In quest’ammasso di specificità che spesso è aggrovigliato, ricadono un mucchio di problemi. 

Il sindaco d’Ischia, Enzo Ferrandino

Il costo maggiorato delle materie prime, dai carburanti per esempio, per passare poi alle questioni legate alla giustizia – pensiamo alla chiusura a Ischia della sede distaccata del Tribunale di Napoli -, alla sanità e alla scuola, cui si aggiungono lavoro e trasporti, significano che vivere sulle isole diminuisce le opportunità rispetto alla terraferma e creano spazi di disuguaglianza che vanno assolutamente colmati. Come ha detto qualche mese fa il sindaco di Forio, è ovvio che qualcosa inizi a muoversi con il riconoscimento alle isole minori di quella particolarità che determina disagi ed esigenze – per chi vi abita – diverse da chi vive in terraferma. È altrettanto vero, però, che per migliorare la qualità della vita – degli isolani, tutti – pretendendo agevolazioni non assistenzialismo, oltre alla richiesta di leggi ad hoc in grado di tradurre l’articolo 119 e mettere in esecuzione la risoluzione dei dubbi legati all’insularità, non esonera la politica e chi la rappresenta dall’adottare misure che sappiano attribuire a quel giusto “riconoscimento” il dinamismo che gli è proprio.

C’è da rilevare un aspetto che forse il Sindaco di Forio tiene ben nascosto, in particolare a chi non vuole riconoscerglielo, o magari cerca di tenere sottotraccia o comunque delimitato dal suo ruolo di Sindaco di un Comune dell’isola d’Ischia. Si tratta della scelta del tempo e del ritmo, tipiche prerogative di chi ha dedicato gran parte della sua vita alla politica; del possedere una visione prospettica ampia e della capacità di manifestare una certa propensione alla qualità dei rapporti a ogni livello anche in funzione strategica 

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Probabilmente questo è il motivo principale della richiesta, proprio da parte del Presidente ANCIM, Del Deo, di un incontro con l’On. Nello Musumeci, Ministro per il Sud e il Mare, con il fine di far partecipare l’ANCIM al Comitato Interministeriale per le politiche del mare. C’è da rilevare un aspetto che forse il Sindaco di Forio tiene ben nascosto, in particolare a chi non vuole riconoscerglielo, o magari cerca di tenere sottotraccia o comunque delimitato dal suo ruolo di Sindaco di un Comune dell’isola d’Ischia.

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Francesco Del Deo, sindaco di Forio

Si tratta della scelta del tempo e del ritmo, tipiche prerogative di chi ha dedicato gran parte della sua vita alla politica; del possedere una visione prospettica ampia e della capacità di manifestare una certa propensione alla qualità dei rapporti a ogni livello anche in funzione strategica. E qui sta il nodo centrale della questione. A queste qualità, insomma al grande lavoro che Del Deo “politico” della “vecchia scuola” è in grado di realizzare, non corrisponde, nello strato isolano, la medesima vocazione o approccio – se si vuole chiamare in altro modo – dei Sindaci. Lui stesso a volte è costretto a ridimensionarsi per evitare di entrare in contrasto con diverse visioni, alcune notevolmente ristrette, qualche volta riuscendoci meglio di altre. In ciò, in definitiva, sta il “male” che senza il suo naturale contraltare, il “bene” rappresentato dall’unione e dalla condivisione degli scopi tra Amministrazioni, di fatto circoscrive ogni possibilità di sbocco sia in ambito politico quanto in quello amministrativo e per conseguenza, essendo un tappo a volte invisibile, recinta e spinge la crescita e lo sviluppo della società ischitana a ribasso e non le permette di modificare quegli assetti che la obbligano alla staticità.

A queste qualità, insomma al grande lavoro che Del Deo “politico” della “vecchia scuola” è in grado di realizzare, non corrisponde, nello strato isolano, la medesima vocazione o approccio – se si vuole chiamare in altro modo – dei Sindaci. Lui stesso a volte è costretto a ridimensionarsi per evitare di entrare in contrasto con diverse visioni, alcune notevolmente ristrette, qualche volta riuscendoci meglio di altre. In ciò, in definitiva, sta il “male” che senza il suo naturale contraltare, il “bene” rappresentato dall’unione e dalla condivisione degli scopi tra Amministrazioni, di fatto circoscrive ogni possibilità di sbocco 

Forse questo “gioco” allo spacchettamento dell’interesse isolano, in una sfumatura variabile di molteplici interessi singoli, è addirittura inevitabile per motivi antropologici oltre che sociologici e culturali. Purtroppo anche la gente perbene, presumendo che tutti lo siano e fino a prova contraria, non si accorge o forse è più comodo non prenderne atto, che tale intralcio alla collaborazione e alla partecipazione condivisa sugli aspetti “comuni” che riguardano l’isola d’Ischia e i suoi abitanti, ostacola il prendersi in carico certe complicazioni del tessuto economico e sociale della società isolana creando diseguaglianze. Le stesse che, dal micro al macro, sono le motivazioni che hanno determinato la modifica dell’articolo 119 della Costituzione nel tentativo di mettere un freno a quelle determinate dall’insularità. Paradossalmente, si riproducono a livello locale attraverso la discontinuità di dialogo tra i sei Sindaci, tra le loro Amministrazioni e con le altre isole del Golfo, Procida “Capitale” compresa, e la terra ferma, arginando ogni ipotesi di cooperazione per tenerla al minimo “sindacale” condannando la geografia isolana, economica, ambientale e sociale, al suo lungo abbandono. 

Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci 

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