CULTURA & SOCIETA'

«Caffè Scorretto»  «Tra furbi e fessi magari potrebbe cambiare tutto» 

Il non riuscire a pensare in modo diverso, al di fuori degli schemi, a interpretare la realtà in forme nuove da parte di chi oggi conduce le amministrazioni, costringe l’isola d’Ischia e i suoi indigeni a rimanere bloccati sul fondo e in una visione ristretta, nella convinzione che questa sia la migliore possibile e raggiungibile. Tali schemi di pensiero non solo sono spacciati come grandi qualità da statista ma si sposano, di solito, con un’enorme superbia che troviamo comodamente adagiata sulle chiappe di personaggi talvolta ridicoli e pure tra i banchi dei governi comunali.

Certi balzi apparentemente in avanti, pure tra la popolazione, molti li percepiscono quasi fossero “atti” rivoluzionari. Un esempio in questi ultimi giorni l’ha dato il comparto di maggioranza del Comune di Lacco Ameno che si è prodigato in attività di “decoro urbano” piantando fontane in giro per il paesello mentre ancora non esiste, a quanto (non) è dato sapere, un piano per rilanciare l’economia locale pure in prossimità delle festività natalizie 

Anche qui, ovviamente, si possono fare le dovute distinzioni ed eccezioni. Sfortunatamente siamo circondati da una scarsa letteratura che comprende tra le opere trattati come «l’autonomia» e «l’indipendenza» che, di fatto, non esistono. Perciò certi balzi apparentemente in avanti, pure tra la popolazione, molti li percepiscono quasi fossero “atti” rivoluzionari. Un esempio in questi ultimi giorni l’ha dato il comparto di maggioranza del Comune di Lacco Ameno che si è prodigato in attività di “decoro urbano” piantando fontane in giro per il paesello mentre ancora non esiste, a quanto (non) è dato sapere, un piano per rilanciare l’economia locale pure in prossimità delle festività natalizie. Sicuri che quelle “fontanelle” stimoleranno il turista impiegandolo in tour per le vie “lacchesi” alla scoperta delle opere? Suvvia, qualche dubbio lo possiamo accogliere.

Si dovrebbe pure rilevare un principio fondamentale, cioè che la semplice costruzione di un calendario di eventi potrebbe non essere sufficiente, specie se restano incapaci di produrre “economia” e se addirittura si esclude il coinvolgimento delle attività commerciali. In altre parole, per qualche assurdo motivo in questo calderone di “atti ordinari” smerciati per “straordinari”, non sono pochi quelli abituati a non considerare i suggerimenti e le idee di altri, proprio per la presenza di una qualche forma di autoesaltazione derivante dal ruolo stesso di “amministratore”. Secondo un pensiero involuto ma abbastanza dilatato, non ne è immune il gruppo che annovera tra le proprie fila batterie di primi cittadini tanto per fare un esempio, deve bollarsi come impraticabile l’aiuto che potrebbero fornire menti e persone in grado di favorire un cambiamento – nei vari Comuni – se queste non “appartengono” alla corrente politica (o amministrativa) del momento.

Secondo un pensiero involuto ma abbastanza dilatato, non ne è immune il gruppo che annovera tra le proprie fila batterie di primi cittadini tanto per fare un esempio, deve bollarsi come impraticabile l’aiuto che potrebbero fornire menti e persone in grado di favorire un cambiamento – nei vari Comuni – se queste non “appartengono” alla corrente politica (o amministrativa) del momento 

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Sono ancora molti, purtroppo, i rappresentanti delegati dai cittadini che usano disprezzare le idee diverse dalle loro in particolare se rischiano di funzionare, relegandole a volte nell’ambito della superficialità, altre in quello della «filosofia», vale a dire nella dimensione dell’astratto, lontano dalla (loro) realtà e dunque nel grado della «perdita di tempo» o in quello dei «pensieri a vanvera». All’opposto, possono essere tranquillamente sostituite dalle doti che, come per magia, si sviluppano nel momento esatto in cui l’amministratore diviene tale grazie al voto e gli consentono di elevare il proprio intelletto tramutandosi in “super curatore” del bene comune, dai poteri onniscienti e sovrumani.

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Se con la maggior parte di chi sta al governo dei Comuni, tranne forse qualcuno, c’è chi dice che è difficile parlare o farsi ascoltare ancor più faticoso è far passare il messaggio all’intero ecosistema locale che «immettersi nel flusso turistico» che sta vivendo Napoli, può portarci a un’inversione di tendenza. Basta iniziare a pensare al come tenere aperte le strutture alberghiere e, perché no, i Parchi Termali che avrebbero qualcosa da offrire pure in inverno. Si potrebbe pensare, ad esempio, a uno sconto sulle tasse comunali – per chi volesse aprire anche da dicembre ad aprile – come incoraggiamento e intrecciare eventi e calendari culturali per tessere la coperta della “stagionalizzazione“ del turismo, dopo aver abbandonato l’idea tossica che qui, sull’isola, d’inverno è quasi obbligatorio andare in letargo. Insomma con la cultura, l’educazione, e con la cultura dell’educazione, e l’economia, si mangia e ce la possiamo fare a raddoppiare il numero di visitatori ma finora segnali positivi non se ne vedono anzi ci sono quelli che la scimmiottano la «cultura» senza che alla base vi sia un disegno di apertura.

Si dovrebbe pure rilevare un principio fondamentale, cioè che la semplice costruzione di un calendario di eventi potrebbe non essere sufficiente, specie se restano incapaci di produrre “economia” e se addirittura si esclude il coinvolgimento delle attività commerciali. In altre parole, per qualche assurdo motivo in questo calderone di “atti ordinari” smerciati per “straordinari”, non sono pochi quelli abituati a non considerare i suggerimenti e le idee di altri, proprio per la presenza di una qualche forma di autoesaltazione derivante dal ruolo stesso di “amministratore 

Certi statisti nelle amministrazioni quando sentono pronunciare questa parola cominciano a roteare la testa pronunciando discorsi strani sulla necessità che è meglio fare qualcosa invece che restare fermi e che non serve, alla fine, fare grandi cose ma è importante dare l’impressione che qualcosa si sta facendo. Da noi, in altre parole, vige una certezza. Se hai voglia di essere migliore puoi gettarti nel fuoco della politica conformandoti al circolo degli amici della fisica quantistica. Una volta parte della categoria, si potranno esibire con fierezza termini come «rilancio del turismo e del territorio», «riqualificazione urbana» – se in una kermesse di tre giorni con un po’ di pubblico è meglio- oppure lasciarti andare a frasi tipo «sostenibilità, turismo e innovazione sono il nostro pane quotidiano ma dobbiamo farlo insieme alle altre amministrazioni», salvo poi scoprire che nessuno fino a questo momento ha preso l’iniziativa per costruire un tavolo “operativo” tra i Comuni. Sono sempre gli altri, però, a fare filosofia. 

Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci 

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