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Abusi edilizi all’Hotel San Montano: il processo slitta al 2017

Di Francesco Ferrandino

ISCHIA.  Quella di venerdì mattina avrebbe dovuto essere la prima udienza utile nell’ambito del processo che vede imputati il senatore Domenico De  Siano e il geometra Ernesto Silvio. I due sono accusati di concorso nel reato di falsità ideologica e materiale, violazione dei vincoli paesaggistico-ambientali, distruzione di bellezze naturali e mancata trasmissione degli atti presso l’ufficio del Genio civile prima dell’inizio dei lavori. La costituzione degli avvocati Gennaro Tortora e Alfonso Furgiuele come difensori del Senatore ha comportato tuttavia il rinvio del processo al prossimo 8 febbraio: i legali hanno infatti chiesto e ottenuto dal giudice Capuano un congruo termine a difesa. L’avvocato Bruno Molinaro, finora difensore di entrambi gli imputati, ha infatti rinunciato alla difesa di De Siano per incompatibilità, assistendo d’ora in poi esclusivamente il tecnico. Le accuse mosse ai due imputati originano dalle opere compiute nelle aree di pertinenza dell’Hotel San Montano, di proprietà della famiglia De Siano. Come si ricorderà, la vicenda divenne di pubblico dominio nel giugno 2015 quando, a causa di una denuncia circa i lavori intrapresi nella zona dove è situato l’albergo, scattarono le attività d’indagine portate avanti dai Carabinieri. I militari perquisirono gli uffici del comune di Lacco Ameno oltre all’abitazione del geometra Silvio, sequestrando tra l’altro anche un pc. L’accusa, sostenuta dal pubblico ministero Ugo Miraglia, sostiene che il geometra e il senatore, all’epoca rappresentante della “San Montano srl”, in concorso con un funzionario non identificato,  abbiano depositato presso l’ufficio del protocollo del comune di Lacco Ameno una denuncia di inizio attività per la realizzazione di opere edilizie presso l’albergo, mentre il numero del protocollo in realtà avrebbe riguardato una corrispondenza diversa: una presunta falsificazione per ottenere il titolo abilitativo e “occultare – come si legge nella richiesta di rinvio a giudizio – la commissione dei reati” costituiti dalla realizzazione di opere edilizie abusive in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico-ambientale in assenza del permesso a costruire. Una vicenda che ebbe anche riflessi sulla ribalta nazionale, quando Luigi Di Maio, uno dei più noti deputati del Movimento 5 Stelle, poco più di un anno fa promosse un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e al Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione. Il tema dell’abusivismo edilizio è da sempre tra i cavalli di battaglia del movimento promosso da Beppe Grillo, e la notizia delle indagini in corso sull’albergo di Lacco Ameno aveva prevedibilmente attirato l’interessata attenzione visti i risvolti politici e sociali di un problema che investe l’isola e la nazione da tempo immemore. Il parlamentare penta stellato nell’interrogazione promossa chiedeva al governo di farsi promotore “di una modifica normativa al fine di rendere più stringenti i controlli amministrativi e di evitare che si possano ripetere ulteriori situazioni analoghe”.

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