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Triangolo dello spaccio, finalmente si apre il processo

Ieri davanti al collegio c della Quarta Sezione Penale del Tribunale di Napoli si è aperto il dibattimento che dovrà accertare le responsabilità di una lunga serie di imputati accusati di far parte di tre associazioni dedite al traffico di stupefacenti

Dopo una lunga serie di rinvii, dovuti a motivi procedurali e questioni preliminari, ieri mattina si è finalmente iniziato il processo dinanzi il collegio c della Quarta Sezione Penale del Tribunale di Napoli, o meglio del “maxi processo” a una serie di sodalizi emersi da una lunga attività d’indagine contro lo spaccio di stupefacenti. È stato formalmente aperto il dibattimento e sono state avanzate le richieste istruttorie. Il collegio ha nominato il perito, dottoressa Patrizia Schettino, che potrà disporre di novanta giorni per la trascrizione delle intercettazioni telefoniche. Le operazioni inizieranno il 18 luglio al Centro direzionale.

Tra i diciotto imputati, è stata stralciato la posizione di Antonio Schiazzano. È stata poi fissata la prossima udienza a metà dicembre. Come si ricorderà, lo scorso anno il Gip Giordano rinviò a giudizio diciotto persone, dopo una lunga indagine sul traffico di droga, ampiamente ramificata, iniziata ormai oltre sei anni fa. Parliamo dell’attività investigativa eseguita dai Carabinieri di Ischia che aveva consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza su ben tre associazioni per delinquere a scopo di spaccio, tutte attive sull’isola d’Ischia. Un vero e proprio “triangolo dello spaccio”. Dagli iniziali venticinque avvisi di garanzia emessi nel gennaio di due anni fa si era arrivati alla citata richiesta del Pubblico Ministero per il rinvio a giudizio a carico di ventidue persone, appunto con l’accusa di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, oltre che di concorso in tale delitto. Ecco la lunga lista di indagati: Ruben Barbato, Giuseppe Caliendo, Loreta Costa, Bruno Di Pietro, Luigi Espositore, Leonarda Foglia, Giuseppe Formigli, Giovanni Lemme, Pietro Pesce, Nerino Rotolo, Antonio Schiazzano, Giovanni Sollo, Antonio Buono, Antonio Castagliuolo, Teresa Anna Cervasio, Antonio Del Prete, Michele Orrù, Ciro Masiello, Gennaro Masiello, Pasquale Masiello, Antonio Ruggiero, Vincenzo Vitale. Tra di essi diversi residenti sulla nostra isola, molti dei quali ormai vecchie conoscenze delle forze dell’ordine locali e delle aule di tribunale. Di questi ventidue, solo quattro indagati, tutti partenopei, avevano chiesto e ottenuto il rito abbreviato: Antonio Ruggiero, Vincenzo Vitale, Ciro e Pasquale Masiello. Adesso, come si è visto, la posizione di Schiazzano è stata stralciata.

Le attività investigative consentirono di far emergere i nuclei di ben tre associazioni a delinquere, che secondo l’accusa costituivano un apparato accuratamente strutturato e all’interno del quale ognuno ricopriva precise mansioni. Coloro che avevano promosso l’organizzazione ribattezzata “Iscla Maior” operavano sulla nostra isola mediante più fiduciari e referenti, i quali avevano la funzione di organizzare il trasporto e l’approvvigionamento della sostanza stupefacente sull’isola, di scegliere i corrieri, di custodire la droga e organizzare la distribuzione mediante i pushers, spesso anche minorenni, scelti personalmente dai fiduciari con il consenso dei vertici dell’organizzazione.

Il processo nasce dall’inchiesta scattata con la lunga e articolata attività investigativa dei Carabinieri di Ischia nei confronti di tre sodalizi, denominati Iscla Maior, Casa in Insula e Parthenope, accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti: tra di essi diversi residenti sulla nostra isola. Stralciata la posizione di Schiazzano

Un altro nucleo associativo è quello denominato “Casa in insula”, a cui gli investigatori sono arrivati grazie al successivo stadio delle indagini, dedicate all’identificazione delle fonti dalle quali il pusher di turno traeva le dosi di stupefacente che poi immetteva nel sempre fiorente mercato locale. E di fatto le risultanze raccolte dai militari dell’Arma hanno consentito di dimostrare l’esistenza di una seconda organizzazione criminosa dedita allo spaccio e che rispetto alle altre aveva la particolarità di operare soltanto ed esclusivamente in determinate fasce orarie e in una circoscritta piazza di spaccio localizzata nel territorio di Casamicciola Terme, vero e proprio “epicentro”.

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Il collegio ha nominato il perito, dottoressa Patrizia Schettino, che potrà disporre di novanta giorni per eseguire la trascrizione delle intercettazioni telefoniche. Le operazioni inizieranno il 18 luglio al Centro direzionale. Prossima udienza a metà dicembre

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La terza associazione, denominata “Parthenope”, viene individuata nel 2014 in seguito al sequestro di una modica quantità di cocaina operato nei confronti di un giovane partenopeo che aveva mantenuto contatti con alcuni dei personaggi coinvolti nelle precedenti due organizzazioni: da questa operazione si generava un supplemento d’indagine che portava alla scoperta dell’esistenza di un terzo sodalizio criminoso operante tra Napoli e Ischia, il cui vertice riusciva a muoversi attraverso una articolata organizzazione costituita da insospettabili corrieri a cui era affidato il delicato compito di trasportare ingenti quantitativi di stupefacenti.

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