CRONACAPRIMO PIANO

Cashback, lo scetticismo del mondo del commercio ischitano

Pezzullo: «Buona iniziativa, ma i costi del pagamento elettronico non devono essere a carico degli esercenti»

È partito ufficialmente ieri il nuovo Cashback, il meccanismo di rimborso di Stato del 10% sulle spese con carte, bancomat e app. Il governo per il debutto ha preparato diversi vademecum che spiegano tutti i passaggi da compiere per registrarsi e illustra i dettagli del funzionamento del cashback. Il mese di dicembre sarà la fase “sperimentale” e darà diritto a un extra-cashback da massimo 150 euro sugli acquisti di Natale, soldi che saranno accreditati sul conto corrente a partire da febbraio. A gennaio si entrerà a regime con due rimborsi l’anno da 150 euro, ogni 6 mesi, e due ‘supercashback’, cioè due rimborsi da 1.500 euro per i primi 100mila cittadini che faranno più transazioni.

L’ISCRIZIONE IN TRE MOSSE

Ci sono tre step per l’iscrizione sulla app pubblica. Per prima cosa bisogna munirsi di Spid, l’identità digitale per accedere ai servizi della pubblica amministrazione, o carta d’identità elettronica. Poi va scaricata sul telefonino la app Io, con l’ultimo aggiornamento che renderà operativo il servizio nella sezione ‘Portafoglio’. Ultima mossa registrare le carte o gli altri metodi di pagamento con cui si intende partecipare al programma e indicare il codice Iban su cui si vuole ricevere il rimborso. Chi già ha registrato le sue carte sulla app dovrà solo cliccare sul pulsante ‘Attiva il cashback’. Anche gli operatori stanno rendendo disponibili sistemi per registrarsi al programma senza necessariamente avere Spid e la app io. È il caso di chi utilizza Hype e Satispay o di chi ha carte del circuito Nexi. Ma altri dovrebbero attivare il servizio nelle prossime settimane. Quasi tutti gli operatori hanno aderito al progetto, in ogni caso è bene controllare che la propria carta o app di pagamento sia tra quelle convenzionate.

LA POSIZIONE IN CLASSIFICA

Una volta registrati e indicati i metodi di pagamento con cui si vuole partecipare ci si potrà presentare al bar, al ristorante, nei negozi, al supermercato e pagare con le carte o le app come si fa abitualmente. Sono inclusi anche i servizi di artigiani e professionisti e non ci sono limiti merceologici (valgono anche gli acquisti in farmacia, per esempio). Sono esclusi invece gli acquisti online. Il sistema registrerà i pagamenti che saranno visibili dopo qualche giorno sulla app, che mostrerà lo storico e i dettagli dei pagamenti ma anche la ‘posizione in classifica’ basata sul numero di transazioni che danno diritto al supercashback. Ognuno saprà quindi in tempo reale quante transazioni mancano per entrare in graduatoria o quante ne servono per scalare la classifica.

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RIMBORSI FINO A 3.450 EURO NEL PRIMO ANNO

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Il programma per ora è previsto per due anni, con una prima fase sperimentale di un mese a dicembre. Nel primo anno in tutto si potranno ottenere fino a 3.450 euro, contando anche il supercashback di Natale. Per ottenere i primi 150 euro basteranno 10 transazioni tra l”8 e il 31 dicembre con carte, bancomat o app. Non c’è infatti un limite minimo di spesa ma un numero minimo di transazioni, che a regime diventano 50 a semestre, a partire da gennaio. Ci sono invece limiti massimi: si possono ottenere massimo 15 euro di rimborso ogni singola spesa (il cashback del 10% si applica fino a 150 euro, anche se la spesa effettiva è superiore) e fino a 150 euro complessivi (su 1.500 euro di spesa ogni sei mesi). Il meccanismo è pensato per incentivare gli acquisti quotidiani, compresi i micropagamenti, e ridurre in tutti i campi l’utilizzo del contante. Per cambiare le abitudini di consumo aiuterà anche la scelta di Pagobancomat di azzerare le commissioni sui pagamenti sotto i 5 euro per i prossimi 2 anni, facilitando gli esercenti a dotarsi del Pos.

LE REAZIONI DEL MONDO DEL COMMERCIO ISOLANO

«Il cashback, al netto delle difficoltà legate all’avvio, rappresenta un incentivo agli acquisti, a differenza della lotteria degli scontrini che penalizza i commercianti. E per questo non possiamo che essere a favore». A dirlo Francesco Pezzullo, responsabile zonale della Confesercenti di Ischia. Ed ancora: «Tra i lati positivi c’è sicuramente il fatto che il cashback rappresenta un incentivo affinché i consumatori siano più diretti verso i negozi di vicinato rispetto ai colossi on line come Amazon. ma ci sono anche altri punti». E qui cominciano le noti dolenti: «Mi Chiedo chi in questo periodo (poco più di due settimane) possano spendere 1500euro?». Ed ancora: «C’è scetticismo da parte di alcuni consumatori che temono che questa applicazione possa trasformarsi in una sorta di ‘redditometro’ e che siano controllati gli acquisti e le spese fatte». Al di là di questi dubbi, noti a tutti, c’è un altro punto di vista che riguarda da vicino i commercianti. «Bisogna porre attenzione al capitolo relativo alle commissioni a carico degli esercenti quando si effettuano pagamenti elettronici. L’idea di rendere soldi ai clienti è molto positiva – spiega Pezzullo – Però i costi non possono restare a carico delle aziende. Visto che il governo vuole diminuire l’uso del contante, allora si faccia pure carico dei costi di questo processo di cambiamento. I commercianti hanno bisogno di una mano perché i costi delle transazioni elettroniche non sono più sostenibili». Pezzullo, poi, fa un esempio pratico. «Se si paga con una carta di credito un acquisto da 10 euro, l’esercente rischia di non guadagnare niente». Per il presidente di Ischia della Confesercenti, infatti «I costi del pos, della commissione della transazione e della connessione coprono a stento i guadagni». Nei giorni scorsi è stata anche la Confcommercio a chiedere al governo centrale di rendere gratuito il sistema. La richiesta è quella di prevede un principio «della gratuità effettiva dell’uso e dell’accettazione degli strumenti elettronici di pagamento». Confcommercio chiede anche la rimozione della previsione di penalizzazioni per il ricorso al contante promuovendo nel contempo una sempre maggiore trasparenza su costi e commissioni legati all’uso della moneta elettronica creando «una reale concorrenza fra i diversi sistemi in grado di minimizzare l’impatto economico su consumatori ed esercenti».Confcommercio ha chiesto inoltre l’istituzione di una sede di monitoraggio sulla diffusione dei pagamenti digitali e dei loro costi chiedendo altresì il «potenziamento del credito d’imposta a valere sulle commissioni a carico degli esercenti per le accettazioni degli strumenti di moneta elettronica sia il rinvio della ‘lotteria degli scontrini’ per ritardi e costi di adeguamento dei registratori telematici».

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