LE OPINIONI

Come salvare il commercio post covid

DI MARCO BOTTIGLIERI

In un periodo in cui la maggior parte delle attività produttive e commerciali in Italia e nel mondo sta soffrendo a causa del lockdown o comunque delle restrizioni di variegata natura imposte dalla diffusione del COVID 19 e in qualche caso da qualche provvedimento eccessivamente “fiscale”, buona parte delle nostre normali abitudini di acquisto sono radicalmente cambiate. Questa pandemia globale ha stravolto il mondo. Nel giro di poche settimane tutte le consolidate consuetudini sono cambiate in modo radicale: cene al ristorante, aperitivi con amici, concerti, cinema, attività fisica in palestra, shopping, il modo di vivere il lavoro, la scuola, tutto è stato stravolto. Un cambiamento al quale ci si è dovuti adeguare il più velocemente possibile. Con sempre più Paesi e città in lockdown, le limitazioni di accesso alle attività commerciali, il disagio del mantenere le distanze, indossare la mascherina in un centro commerciale ha reso meno piacevole l’esperienza d’acquisto e ha cambiato, e in alcuni casi accelerato improvvisamente le abitudini di spesa di interi Paesi.

Abbiamo assistito, nell’anno che ci lasciamo alle spalle, ad un boom degli eCommerce e delle vendite online. È evidente che le attività economiche debbano adeguarsi, essere flessibili e soddisfare le nuove esigenze del pubblico. Stiamo assistendo ad un notevole processo di crescita nell’utilizzo di sistemi informatici da parte di tutti e, al contempo, alla consapevolezza da parte dell’imprenditore di non poter più rinunciare ad una presenza online. Per un professionista o un’impresa non essere oggi presente online vuol dire essere fuori dal mondo. L’emergenza in atto ha cambiato abitudini e stili di vita di tutti. Oggi gli acquisti si fanno principalmente online. Ogni utente attraverso il suo telefono cellulare ha sempre internet in tasca, e non potendosi spostare liberamente ha iniziato a comprare online scoprendo vantaggi inimmaginabili. Il mondo del commercio al dettaglio vive ormai da decenni in una condizione di continua e progressiva trasformazione, che ha portato alla perdita di centralità del tradizionale sistema dei negozi di vicinato a favore dapprima della grande distribuzione organizzata ,e successivamente delle piattaforme di eCommerce.

C’è però un dato riportato da innumerevoli analisi statistiche: Questo fenomeno ha portato ad un progressivo calo del numero delle attività, vi sono esempi accertati ed a dir poco allarmanti di desertificazione commerciale nei piccoli centri così come in alcune zone periferiche delle città. L’aumento dei pubblici esercizi (bar e ristoranti) e la tenuta di una certa parte del “food” non è sufficiente, dal punto di vista squisitamente numerico, a bilanciare chiusure e perdita di posti di lavoro nei negozi tradizionali. Oltre a questi aspetti economici e occupazionali, c’è anche il rischio di un indebolimento delle reti sociali, in particolar modo per quei soggetti più fragili o meno pronti alle trasformazioni. A questo si aggiunge lo svuotamento del cosiddetto “piano strada” delle nostre città, con vetrine che si spengono e luoghi che non vengono più rioccupati e riempiti, nemmeno per usi diversi da quelli abitualmente destinati al commercio. Ad Ischia il fenomeno è meno accentuato o evidente rispetto a tante altre località meno rinomate o fortunate della nostra isola. Fortuna della quale però non dovremmo abusare né tantomeno vivere sugli allori, come sta purtroppo avvenendo da molti anni. Le opportunità e le condizioni favorevoli per poter invertire il trend negativo che l’isola d’Ischia sta vivendo vanno colte senza indugi e soprattutto indirizzando lavoro e le tante risorse in questo momento disponibili grazie ai finanziamenti del PNNR per migliorare un territorio, renderlo più accogliente, investire sulla cultura, sull’ambiente e sui servizi. Ricreare i presupposti per attirare un turista che sappia apprezzare e valorizzare le tante nostre peculiarità, lavorare sulla destagionalizzazione, diminuire l’ossessivo e incessante ricorso al low cost sono i presupposti per ritrovare una isola vivibile e una serenità economica per le tante attività del commercio e del turismo.

* ASSOTURISMO CAMPANIA

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