CRONACA

Confessioni in Chiesa per la Pasqua, tamponi a rilento:nuovo caso a Ischia

Nella parrocchia Santa Maria Assunta il coronavirus stoppa solo in parte gli appuntamenti legati all’atteso evento religioso: sarà possibile recarsi nel luogo di culto per “conferire” col sacerdote sia pure… a debita distanza

Raccontare un lunedì è sempre complesso, come succede quando bisogna fare i conti con un nuovo inizio e la cosa obiettivamente non è mai delle più agevoli. Meno che mai in epoca di Coronavirus, quando le giornate scorrono eppure sembrano tutte uguali, un po’ come “il giorno qualsiasi un anno che verrà” splendidamente raccontato da Tiziano Sclavi nel memorabile episodio “La zona del crepuscolo” di Dylan Dog. Ma dopo che nei giorni scorsi eravamo stati costretti a registrare nuovi casi di positività (e possiamo dirvi sin da subito, purtroppo, che non saranno gli ultimi), nel pomeriggio di ieri non sono arrivate cattive notizie dall’ospedale Cotugno di Napoli. L’incantesimo è stato però rotto in serata, intorno alle 23, quando è giunta la notizia di un nuovo contagio. Ad essere risultata positiva al Covid-19 una donna residente nel Comune di Ischia, di anni 67, che però a quanto risulta non ha avuto bisogno di cure ospedaliere.

Da domani fino a sabato sarà un “tour de force” con una serie di fasce orarie dedicate in alcuni casi anche due volte al giorno. Al penitente è concesso di indossare la mascherina. Poi non mancheranno le messe, che saranno trasmesse in diretta streaming e (si spera) celebrate a porte chiuse, anche per evitare eventuali “appetiti” dei fedeli. E intanto tengono banco le lungaggini dell’ASL, in serata la notizia di un altro contagiato

Ma nel frattempo gli ultimi casi di positività hanno fatto emergere anche una serie di “falle” nel sistema sanitario che si spera nel frattempo possano essere state risolte. Ma una cosa è certa, fino a qualche giorno fa nulla ha girato come avrebbe dovuto e ci sono almeno un paio di episodi – a voler essere generosi – che lo dimostrano in maniera eloquente. Il caso più emblematico è quello del dipendente risultato positivo al coronavirus. L’arco temporale intercorso tra il momento in cui ha accusato i primi sintomi, quello in cui si è proceduto ad effettuare il tampone (peraltro a più riprese, visto che secondo alcune indiscrezioni per ben due volte l’operazione non sarebbe andata a buon fine) e il momento in cui lo stesso è stato processato e si è venuti a conoscenza dell’esito, è una forbice davvero ampia. Al punto che il ragazzo si trova in quarantena da tempo immemore e presumibilmente adottare analogo provvedimento nei confronti di alcuni suoi colleghi a distanza di settimane è un puro esercizio che non possiamo definire nemmeno precauzionale. La sanificazione dell’esercizio commerciale Sebon adottato dai titolari della struttura è certamente un atto dovuto ma resta una “cicatrice” clamorosa nell’operato dell’autorità sanitaria: primo giorno di febbre a metà marzo, esito del tampone ai primi di aprile. Se non stiamo “male combinati”, per usare un’espressione tipica partenopea, davvero non sappiamo cosa ci manca. E la notizia che ci è arrivata nel tardo pomeriggio di ieri da Casamicciola, se vogliamo, serve appena a lenire una serie di perplessità oggettivamente incontestabili. Nonostante due casi di positività accertati all’interno dello stesso nucleo familiare, l’Asl ha provveduto soltanto nel pomeriggio di ieri ad effettuare il tampone a soli tre dei parenti stretti delle donne affette da Covid-19 (il cui nucleo familiare è abbastanza ampio). Una roba francamente incomprensibile, insomma la scena di un film già visto. Con questi chiari di luna è chiaro che pensare di riuscire a invertire la tendenza appare qualcosa più di una semplice utopia. Tutto questo mentre si sbandiera ai quattro venti l’istituzione di servizi di assistenza domiciliari e affini. Potremmo proseguire con qualche altro esempio illuminante, ma preferiamo rimandarlo alle prossime puntate. E meno male che, come sembra, molto spesso determinate conseguenze dettate da ritardi o omissioni sono state sventate dal senso di responsabilità di chi non ha inteso attendere analisi cliniche o “ordini superiori” per porsi in isolamento.

Intanto con l’arrivo della Pasqua si ripropone anche il problema delle celebrazioni religiose, alle quali anche dalle nostre parti è opportuno guardare con un occhio di riguardo, specialmente dopo i precedenti raccontati da noi de “Il Golfo” e che purtroppo hanno avuto le conseguenze che sono davanti agli occhi di tutti. Chi proprio non riesce a rinunciare a nulla è la Parrocchia di Santa Maria dell’Assunta che ha stilato un bel programma di eventi. Giovedì 9, venerdì 10 e domenica 12 aprile sono in programma rispettivamente una Veglia Eucaristica, la Coroncina Divina Misericordia e Ora Nona e soprattutto il giorno di Pasqua la celebrazione del Santo Rosario e a seguire la Messa. Le celebrazioni si svolgeranno in diretta streaming ma invitiamo gentilmente le forze dell’ordine a vigilare, giacché tanti fedeli potrebbero non resistere alla “tentazione” di recarsi nel luogo di culto. Ma attenzione perché le confessioni in programma oggi (17-19), domani (dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19) e ancora giovedì, venerdì e sabato (dalle 10 alle 12) si celebrano in Chiesa e non in confessionale. Nella locandina che vedete in pagina viene anche spiegato che bisognerà mantenere la distanza prevista dalle norma e che il penitente, evidentemente per gentile concessione, “può utilizzare la mascherina”. Insomma, riteniamo che con i tempi che corrono – al netto delle precauzioni adottate – qualcuno ha deciso necessariamente di dover essere “bastian contrario” fino alla fine. E speriamo che stavolta non ci sia nuovamente chi ne paga le conseguenze.

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