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Continua il “teatrino”, l’ultima suggestione si chiama Gianni Buono

Verrebbe voglia di dire che sta diventando una barzelletta, ma in effetti le cose non stanno affatto (purtroppo) così. Quello che leggete, cui assistete, non è affatto il frutto di un incubo da attribuire magari ad un’indigestione, è tutto terribilmente vero. Frutto di un livello politico che ha raggiunto ormai un gradino così basso da riuscire a far arrossire dalla vergogna: gli spettatori, evidentemente, perché gli attori continuano a recitare copioni surreali senza il minimo senso del pudore. I protagonisti continuano ad essere loro, per la serie attenti a quei due: parliamo di Giosi Ferrandino e Domenico De Siano, che saranno anche dei “dominus” della politica locale, ma che certamente abbinano alla loro scaltrezza anche il fatto che ad Ischia e nel resto dell’isola alberga una classe politica di autentici “pecoroni” capaci solo di chinare il capo dinanzi ai rispettivi padroni. Con conseguenze, e lo diciamo davvero sinceramente, ormai non più tollerabili.

I fatti sono ormai noti. Giosino fiuta che Mimì potrebbe far comunella con Gianluca Trani e che cosa fa? Se ne fotte di Enzo Ferrandino, gli tira un calcio nel sedere (speriamo che prima o poi il vicesindaco, persona seria e per bene che non merita questo tipo di trattamento, restituisca pan per focaccia, e magari pure con gli interessi) e accompagna il senatore da Carmine Barile, proponendo al medico la candidatura a sindaco. Fortuna vuole che lo stesso Barile risponda “no grazie” (almeno di clamorosi ripensamenti la risposta dovrebbe essere definitiva, ma in politica mai dire mai) e così le carte devono essere nuovamente rimescolate. Ma non è certamente questo che spaventa il sindaco, al quale in questo momento interessa solo far girare a vuoto Domenico De Siano e fargli perdere tempo. Tanto, nel frattempo, di nomi ne possono circolare a iosa, anche perché lo stesso Giosi – da doppio o triplo giochista – ha anche rassicurato il suo vicesindaco: «Tranquillo, sono tutte manovre, il mio candidato sei e resti tu». E nel frattempo la giostra va avanti, anzi in questo caso indietro.

L’ultimo nome in ordine di tempo, che ai più (e anche a noi, onestamente) potrebbe apparire più che altro una suggestione, ma che risulta stia circolando – o almeno è stato fatto circolare ad arte – è quello di Gianni Buono, che fu il primo sindaco d’Ischia della cosiddetta Seconda Repubblica. Eletto nel 1994 con quel simbolo di Forza Italia che all’epoca viaggiava come un treno, Buono probabilmente non fu un pessimo sindaco ma in termini di consensi ed immagine raccolse presumibilmente molto meno di quanto meritasse, mancando addirittura cinque anni dopo finanche l’ingresso in consiglio comunale, con un elettorato capace di bocciarlo sonoramente e di riconoscergli meno di cento voti di preferenza. Sembrerebbe che all’interno della maggioranza uscente non mancherebbe chi guarderebbe con favore ad una soluzione del genere, a dimostrazione che i franchi tiratori di Enzo Ferrandino non si esaurirebbero col solo Giosi. Se son rose fioriranno, ma forse il sindaco ha un suo obiettivo dichiarato: aspettare che Domenico prima o poi decida di scendere in campo in prima persona, per potersi poi dedicare lui a Casamicciola. Suggestiva anche questa, ma…

Gaetano Ferrandino

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