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Creatività italiana

L’Italia rialza la testa e impone la sua qualità al mondo intero. Roma e Parma – la prima per il cinema, la seconda per la gastronomia – sono state proclamate dall’Unesco “città creative” entrando a far parte di un Network che annovera 69 città in tutto il mondo tra le quali Sidney, Pechino, Seoul, Montreal, Buenos Aires. Comprensibile la soddisfazione generale, anche perché il prestigioso riconoscimento attribuisce al nostro Paese il peso che merita in alcuni ambiti tradizionalmente appartenenti al Made in Italy, dal fashion alla enogastronomia, dall’arte alla cultura, e così via. Soprattutto ribadisce la centralità italiana in uno dei settori dove lo Stivale è stato in passato insuperabile: il turismo. Di matrice enogastronomica, senz’altro; ma anche culturale, giacché la creatività cinematografica si qualifica come uno degli elementi trainanti dello sviluppo economico. Ha ragione il Ministro Franceschini quando afferma che le vie di Roma, le sue piazze, i monumenti, le chiese, i palazzi, le sue aree archeologiche e la stessa Cinecittà sono tornati a essere un set naturale per le grandi produzioni internazionali. Ma sono pure convinto che non solo Roma e Parma – bensì tutti i 300.000 chilometri quadrati di questa nostra straordinaria e sin troppo vituperata Penisola – vadano messi orgogliosamente in vetrina.

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