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Cuccufriddo, alla ricerca delle briglie perdute

CASAMICCIOLA TERME. Da alcuni giorni le ruspe della Sa.Co. Costruzioni sono all’opera a Cava Cuccufriddo, nella parte alta del Majo a Casamicciola. L’obiettivo, come si ricorderà, è ripulire l’alveo dall’enorme massa di detriti terrosi, ma anche di “monnezza” di vario genere, che ostruisce pericolosamente il canale che finisce a sua volta nell’alveo La Rita. Tuttavia ieri è stato effettuato un altro sopralluogo, presente il sindaco Castagna, il responsabile dell’Utc ingegner Baldino e alcuni addetti della società che sta ripulendo quello che ha l’aspetto di un vero e proprio torrente. Un torrente che però è gravemente interrato e che in alcuni punti manca di argini solidi. Lungo il suo sviluppo, il Cuccufriddo è infatti dotato di muri a protezione degli argini, ma per alcun metri tali protezioni sono del tutto mancanti, cosa che provoca lo sversamento di grandi quantità di terreno nell’alveo, che era ormai quasi completamente interrato con gravissimo rischio per le tante abitazioni circostanti e per quelle a valle, messe in pericolo dalle alluvioni. Ieri i componenti della “delegazione” che hanno effettuato il sopralluogo hanno provato a stilare un programma del prosieguo dei lavori, in quanto è necessario tener conto di molteplici problematicità: innanzitutto la quantità di terreno da sbancare sembra essere più ampia del previsto. L’obiettivo è di scavare fino a trovare il “letto” dell’alveo, e se possibile riportare alla luce le “briglie” sepolte, quelle opere di ingegneria idraulica che consentono di ridurre la velocità delle acque che fluiscono verso valle, cercando di salvaguardare al contempo la tenuta degli argini. Insomma, se  il Cuccufriddo  può pericolosamente diventare un cavallo imbizzarrito, ecco la necessità di mettergli le.. “briglie”. Non solo: bisogna anche pianificare la costruzione di alcuni muri nei citati punti in cui manca ogni solido argine, e c’è da ripulire la parte a valle da numerosi rifiuti di vario tipo scaricati avventatamente dagli abitanti nel corso dei decenni. Un “tappo” che, con la stagione delle piogge ormai iniziata, costituisce un guaio serio, una spada di Damocle su un territorio spesso messo a dura e tragica prova dagli squilibri idrogeologici. Il sindaco è parso determinato a continuare l’opera fino alla completa messa in sicurezza del canale, anche a costo di sforare il finanziamento di circa 55mila euro stanziato dalla Città Metropolitana, a cui Castagna sembra intenzionato a comunicare lo stato dell’alveo come si sta delineando man mano che la ditta continua nelle operazioni di scavo. Comprensibile la volontà del primo cittadino, considerando i potenziali pericoli che dall’alveo si irradiano verso il resto del paese: un’esondazione avrebbe infatti esiti dannosissimi. Al calar delle tenebre, con l’umidità che veniva giù quasi come pioggia, gli astanti hanno concluso il lungo sopralluogo. I lavori continueranno sin da stamane.

 

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