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Diritto di patronato, il vescovo Lagnese manda al tappeto Castagna e Del Deo

La Congregazione del Clero ha abolito il diritto di patronato di Casamicciola e Forio rispettivamente sulle parrocchie di Santa Maria Maddalena Penitente e San Vito

La notizia circolava già da alcuni giorni ma ieri mattina è arrivata l’ufficialità, a chiudere un lungo contenzioso tra due Comuni isolani e la curia rappresentata dal vescovo. Che, come è noto ai nostri lettori, erano entrati in aperto conflitto relativamente al diritto di patronato esercitato nelle parrocchie di Santa Maria Maddalena Penitente a Casamicciola e di San Vito a Forio.

Diritto che con decreti dello scorso 11 aprile, mons. Pietro Lagnese aveva dichiarato essere cessato. Questo aveva indotto le amministrazioni di Casamicciola e Forio a presentare ricorso gerarchico contro gli atti del pastore della diocesi isolana. La decisione è chiara: la Congregazione per il Clero, dopo aver esaminato la documentazione trasmessa tanto dal sindaco quanto dalle parti ricorrenti, ha deciso di confermare i decreti del vescovo ritenuti confermi alla normativa canonica sia nella procedura che nel merito. In una nota ufficiale diffusa dall’ufficio comunicazioni sociali della Diocesi di Ischia si legge anche “inoltre, date le caratteristiche eminentemente ecclesiali della fattispecie e la speciale valenza pastorale del provvedimento del vescovo di Ischia, la Congregazione per il Clero ha presentato il caso e i propri decreti confirmatori al Santo Padre Francesco, chiedendoGli di considerare l’opportunità di approvarli in forma specifica. In data 17 luglio u.s. il Santo Padre ha accolto tale istanza. Pertanto, in conseguenza di quanto stabilito dalla superiore autorità, i decreti della Congregazione per il Clero costituiscono una decisione definitiva non soggetta a ulteriori ricorsi”.

LA CONGREGAZIONE: LA NOMINA A PARROCO NON E’ DIRITTO DA CONQUISTARE

Insomma, per farla breve, vittoria netta e soprattutto definitiva per Pietro Lagnese che vince il braccio di ferro con Giovan Battista Castagna e Francesco Del Deo, sindaci di due comunità legate a quello storico diritto di patronato e che dunque proprio non potevano provare con tutti i mezzi ad opporsi alle iniziative assunte dal vescovo d’Ischia. Il passaggio successivo è stato quello di convocare in sede sia Castagna che Del Deo, che hanno firmato, unitamente allo stesso Lagnese ed al sacerdote Marco Trani – il dispositivo. Che in termini di fatto, è abbastanza chiaro. Mons. Andrea Ripa, sottosegretario della Congregatio pro Clericis, e il prefetto cardinale Beniamino Stella scrivono testualmente: “Innanzitutto, occorre evidenziare che il provvedimento adottato dal vescovo di Ischia con il decreto impugnato è frutto di una riflessione e un discernimento durato alcuni anni, nel corso dei quali il presule è giunto alla conclusione che esista il fondato timore che la nomina a parroco possa essere percepita da alcuni membri del popolo di Dio, sia laici che presbiteri, come un diritto da conquistare (…) e non come un servizio da accogliere. Conformemente a quant richiesto dalla normativa canonica, prima di emettere il decreto il Vescovo ha consultato il Consiglio Presbiteriale, ricevendo un parere ampiamente positivo, nonché l’amministrazione comunale interessata, che ha ritenuto di non poter accogliere la proposta”. Nel passaggio successivo si fa riferimento anche al comunicato stampa del 12 marzo 2019 nel quale, come ricorda mons. Ripa, “emerge che è stato contattato anche il parroco di Santa Maria Maddalena Penitente e che il presbiterio nel suo insieme ha manifestato appoggio al proposito del Vescovo”.

IL LEGISLATORE: «CHIESA LIBERA NELLA NOMINA DEI PASTORI» 

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Si entra poi nel merito della decisione ed a riguardo si legge che “si può ritenere che il vescovo abbia attualizzato nella sua diocesi la via per la nomina dei parroci che la Chiesa, pur non escludendo altre possibilità, ha chiaramente indicato come preferibile sin dal Concilio Vaticano II, cioè il libero conferimento da parte del Vescovo. In modo particolare, poi, giova ricordare per analogia quanto il codice di diritto canonico ha disposto in merito alla nomina dei vescovi: «Per il futuro non verrà concesso alle autorità civili alcun diritto e privilegio di elezione, nomina, presentazione o designazione del vescovo» . La mens del legislatore, quindi, indica chiaramente la necessità che la Chiesa possa essere libera nella nomina dei suoi Pastori, in relazione ai Vescovi e – se ne può dedurre – anche ai parroci. Peraltro, a riprova del valore ecclesiale della decisione, con la revoca del privilegio e dei diritti che ne derivano, il Vescovo ha ipso facto rinunciato ai benefici che da esso derivavano alla Chiesa di Ischia”.

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«LA TERNA DI CANDIDATI E’ CONDIZIONAMENTO NON POSITIVO» 

C’è poi l’analisi di uno dei casi di specie, ossia Casamicciola. Nello specifico si legge che quello esistente nella cittadina termale “può essere considerato un privilegio benemerito nel corso del tempo, come possibile forma di cooperazione tra l’amministrazione comunale e la comunità parrocchiale. D’altra parte, corrisponde al Vescovo il compito di valutare se esso sia ancora oggi adeguato alla situazione concreta o se invece non sia divenuto in qualche modo nocivo per la vita della parrocchia e della Diocesi. Nell’ambito della propria competenza, quindi, tenuto conto della ridotta estensione territoriale della diocesi, nonché dell’esiguo numero dei suoi presbiteri, il Vescovo ha ritenuto che la presentazione di una terna di candidati all’ufficio di parroco da parte dell’amministrazione comunale costituisca un condizionamento non positivo alla valutazione generale che deve ispirare tali nomine, con il fondato rischio che si creino, in laici e presbiteri, aspettative e partiti, in una logica ‘mondana’ e non ecclesiale.

Il cardinale Stella e monsignor Ripa aggiungono poi: “Secondo il giudizio del vescovo, quindi, il mantenimento di tale privilegio avrebbe causato per Santa Maria Maddalena Penitente una situazione sempre più problematica rispetto alle altre parrocchie della diocesi con danno della comunione all’interno del presbiterio – che ha manifestato appoggio alla decisione – e anche presso la comunità dei fedeli”. Poi, la conclusione: “Infine, ocn il passaggio della nomina del parroco tramite presentazione al libero conferimento da parte del vescovo nessun danno risulterà alla comunità parrocchiale che avrà comunque garantita la cura pastorale, secondo le stesse modalità previste per le altre parrocchie della diocesi”. Da qui la decisione che manda in paradiso Lagnese. E scusate il gioco di parole…

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