Droga dal pallonetto a Ischia, pesanti richieste di condanna del pm
Per una vicenda legata al traffico di sostanze stupefacenti chieste dall’accusa pene comprese tra i cinque e i sette anni: nel 2014 i carabinieri eseguirono nove ordinanze di custodia cautelare
Una vera e propria stangata, le richieste del pubblico ministero legate ad una vicenda che ha a che fare con un’indagine sul traffico di sostanze stupefacenti sono state davvero pesanti. Per Alessandro Santoro l’accusa ha chiesto sei anni di reclusione, per Emanuele Santoro sette anni e sei mesi, per Vittoria Santoro cinque anni, per Gianfranco Santoro sei anni e sei mesi di reclusione. Per tutti gli altri imputati sono state formulate richieste tra i cinque e i sette anni, ovviamene parliamo del primo grado di giudizio. La IX sezione del Tribunale, presieduta dal dott. Guglielmo, ha deciso che la prossima udienza si svolgerà il 27 settembre.
I fatti in questione risalgono al lontano 2014, quando i carabinieri della Compagnia di Ischia, all’epoca guidati dal capitano Andrea Centrella, diedero esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione nazionale antimafia, nei confronti di nove persone indagate per associazione per delinquere finalizzata al traffico e alla cessione di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, hashish e cocaina, tra Napoli e Ischia. Le persone arrestate erano Enrico Di Costanzo, nato a Lacco Ameno nel 1989, Salvatore Laudani, nato a Forio nel 1973 e Luigi Russo, nato a Napoli nel 1979. Gli altri destinatari della custodia cautelare furono Pasquale Paduano, nato a Napoli nel 1991, Carmela Parziale, nata a Napoli nel 1963, Alessandro Santoro, nato anche lui a Napoli nel 1982, Gianfranco Santoro nato a Senigallia nel 1949, Tonia Sarno, nata a Pollena Trocchia nel 1983. Fu Posta alla custodia cautelare anche una nona persona di cui, però, all’epoca dei fatti non furono diffuse le generalità. L’operazione fu il frutto di un’intensa attività investigativa iniziata nel 2009, e delegata alla compagnia Carabinieri di Ischia, che consentì l’acquisizione di un cospicuo materiale probatorio costituito da intercettazioni telefoniche, dichiarazioni rese da persone informate sui fatti, tabulati telefonici, perquisizioni, arresti e sequestri.
L’inchiesta fu la prosecuzione di una più ampia attività investigativa che già nell’aprile del 2011 aveva condannato all’arresto di alcuni esponenti dell’associazione criminale dedita alla gestione illecita del mercato degli stupefacenti sulla nostra isola. E proprio a seguito di questi arresti si riuscì a delineare e individuare compiutamente l’assetto criminale dell’organizzazione che continuò a gestire il traffico illecito, segnando un percorso criminoso che dai quartieri del Pallonetto, Santa Lucia e Rione De Gasperi della città di Napoli arrivava a Ischia, anche mediante “escamotages” per eludere i controlli di polizia. Venne infatti accertato che lo stupefacente veniva dii volta in volta nascosto il posti diversi: ruote di scorta di autovetture imbarcate sui traghetti, oppure legati sulla schiena dei corrieri con adesivo tra le scapole e le ascelle, o, ancora, nascosti all’interno della cassetta della toilette di una nave.