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Contro l’intolleranza al glutine, campi senza chimica, animali al pascolo

Non è difficile preservare la salute dei nostri figli e del pianeta, basta ritornare al sistema dei nostri nonni che non usavano fertilizzanti, diserbanti o altre diavolerie chimiche potenzialmente tossiche. Quando il cibo non provocava accumulo di pesticidi e tossine e per la cui produzione non si usava alcun prodotto chimico, naturalmente dannoso per l’uomo. Preferire quindi i prodotti biologici di cui si conoscono personalmente i proprietari. La stessa cosa vale anche per le carni, uova, latte e derivati, provenienti da allevamenti riguardo ai quali si abbia la certezza che gli animali siano liberi e al pascolo e siano nutriti con mangimi naturali.

Intolleranza al glutine

Fra i fattori che hanno condizionato l’intolleranza al glutine, un ruolo di primo piano va attribuito alla selezione, per ragioni più tecnologiche che nutrizionali, di varianti di grano con più alto contenuto in peptidi tossici, coinvolti nella composizione del glutine. Le intolleranze alimentari, come ad esempio al glutine, sia di quella celiaca e di quella non celiaca, hanno manifestazioni che intervengono a distanza, mesi per quanto riguarda la celiachia e per quanto riguarda l’intolleranza al glutine non celiaca anche di giorni.

Differenza tra intolleranza e allergia

Innanzitutto sono tutte reazioni avverse agli alimenti. Le allergie sono sempre caratterizzate da un’alterazione del sistema immunitario, mentre le intolleranze possono dipendere da deficit enzimatico. Ad esempio gli enzimi che digeriscono il latte, 1 pillola contenente lattasi, inattiva 5 gr di lattosio x 100 ml di latte e toglie i disturbi al 90%. Un’altra differenza importante è che in genere le allergie alimentari hanno manifestazioni che sono quasi immediate, molto rapide nella loro comparsa. L’assorbimento dei cibi avviene nell’intestino, però ci sono delle manifestazioni che poi possono interessare tutto l’organismo. Infatti, quando l’allergene entra in circolo, può dare delle manifestazioni che interessano non soltanto l’intestino, ma anche la cute, il sistema respiratorio, il sistema nervoso, per cui possiamo avere manifestazioni quanto mai rare come dermatiti. Le allergie alimentari possono dare, ad esempio, anche gonfiore addominale, diarrea, dolore addominale, dermatiti, riniti allergiche, asma bronchiale, fino ad arrivare alla manifestazione più grave che è lo shock anafilattico. Valutare bene la sintomatologia che può insorgere nel soggetto con allergia alimentare. Perché è una sintomatologia, quanto mai varia. Anche le articolazioni sono citate, perché ci possono essere manifestazioni di tipo artritico legate all’allergia. Quindi un quadro molto ampio con sintomi dermatologici, articolare, intestinali e respiratori. Ci sono questi anticorpi di classe ige, molecole coinvolte nella risposta immunitaria dell’organismo umano, che sono quelli che caratterizzano le manifestazioni allergiche, dell’allergia alimentare e sono quelli che sono poi responsabili di queste manifestazioni cutanee e danno queste dermatiti. Si può arrivare a 30-40 anni e non avere alcun problema nel mangiare x alimento che può manifestarsi improvvisamente. Diverso è il discorso per le intolleranze enzimatiche come quella per il lattosio, dove, spesso abbiamo già una manifestazione che è presente sin dai primi anni di vita con un quadro clinico caratterizzato da disturbi intestinali ben definiti, come il gonfiore addominale, il dolore addominale. Attenzione ai sintomi che compaiono quando uno reintroduce l’alimento. Per esempio, la frutta secca che può dare manifestazioni quanto mai varie. Sulle allergie alimentari il sintomo che deve preoccupare di più è lo shock anafilattico. Richiede un intervento rapidissimo da parte dei sanitari, perché può essere anche letale.

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La sensibilità al glutine è una realtà nuova, di cui però si sta occupando il mondo scientifico con un grande interesse e attenzione. Comunque, vi è un buon numero di soggetti, che quando introducono pane, pasta, orzo, avena, semola e semolino, che contengono glutine, hanno manifestazioni intestinali ed extra intestinali. Sicuramente è diverso dalla celiachia, ove si ha un danno della mucosa intestinale evidente, la mucosa si appiattisce e scompaiono i villi. Qui invece abbiamo un’infiammazione della mucosa intestinale, e questa infiammazione è poi responsabile di sintomi, anche a distanza dell’intestino. I sintomi, a volte, possono essere sovrapponibili a quelli della celiachia, ma diversi anche da quelli della celiachia, con un interessamento neurologico del sistema nervoso che è molto più evidente nella sensibilità al glutine, rispetto alla celiachia. Una delle teorie che può spiegare in qualche modo la comparsa di questa sensibilità al glutine, che fino a qualche anno fa non era descritto, o perlomeno era stato solo ipotizzato 20-30 anni fa, è proprio la possibilità che oggi il grano che noi consumiamo, sia un grano  diverso da quello del passato. La composizione di questo grano si è dimostrata molto più ricca di quelle proteine, tossiche per la mucosa intestinale rispetto al grano del passato. Ricordiamo che il grano duro prodotto in Italia è stato sostituito da grano duro che viene dal Canada o da altre località del pianeta ed è fino a sei volte più ricco di glutine. Questo grano vive in zone paludose ricche di micosi e di proliferazioni fungine. Questi funghi sono poi trasferiti nelle nostre farine che diventano poi pane, pasta, e altro. Il grano duro, quello che mangiavamo tempo fa, effettivamente, è un grano molto più salutistico, e che a volte è tollerato anche parzialmente dai sensibili al glutine.

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Preferire cereali senza glutine

La sensibilità al glutine, è una questione che potrebbe anche risolversi, per cui questo ci pone davanti al problema della reintroduzione eventuale dell’alimento. Interessa di più il sesso femminile, soprattutto le donne tra i trenta e i quaranta anni, è una condizione rara in età pediatrica e infantile. Assumere alimenti naturalmente privi di glutine, mangiare molti prodotti confezionati per i soggetti sensibili al glutine e che contengono conservanti e addensanti può esacerbare quei sintomi intestinali di cui si soffre come il gonfiore addominale, la diarrea, il dolore addominale. Mangiare soprattutto riso, mais, grano saraceno, quei cereali che non contengono glutine di base e non ricorrere a snack senza glutine e altri prodotti confezionati che contengono glutammato, benzoato di sodio e altri prodotti di questo tipo. Può succedere che ci siano delle ditte specializzate, soprattutto nell’arricchirsi prima di tutto, che predisponendo tanti trucchetti, anche affascinanti e suggestivi, illudono colui che si ritiene intollerante di aver risolto i suoi problemi che invece sono stati proprio creati dall’industria alimentare che si mettono a speculare sui conservanti. La linea da privilegiare è il cosiddetto km zero e i veri prodotti biologici. Perché non coltivare sul balcone, erbe aromatiche, come basilico, timo, maggiorana, salvia, rosmarino e prezzemolo? Anche ortaggi come pomodori, zucchine, melanzane, cipolle, aglio e lattuga. Il regno vegetale è perfettamente in grado di offrire al nostro organismo tutte le proteine di cui esso ha bisogno grazie ad alimenti come legumi, cereali e frutta secca che, tra l’altro, rappresenta una spesa economica minore rispetto all’acquisto di carne.

 

 

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