Fermo il turismo natalizio, Federturismo scrive a Mattarella
Anche Federalbeghi Campania lancia un sos: «Se non ci sono interventi immediati, tanti alberghi chiuderanno definitivamente»
Niente Natale, Capodanno né Epifania per il turismo. Gli alberghi sono chiusi e non potrebbe essere diverso alla luce delle ristrettezze imposte dai vari decreti. E così anche sull’isola il turismo è totalmente fermo. Dopo la mazzata estiva, con una stagione, di fatto, durata poco più di un mese, ecco quella delle festività natalizie. La pandemia ha messo in ginocchio un settore che contribuisce con il 13% al Pil e occupa più di quattro milioni di persone. E così si moltiplicano le iniziative per far arrivare la voce del settore sui tavoli che contano, quelli che devono salvare il futuro del Paese.
Federturismo, la sezione specializzata di Confindustria, ha rivolto un appello direttamente al presidente della Repubblica: «Gli interventi finora previsti per il settore sono stati assolutamente inadeguati rispetto alla gravità della situazione». Questo il nocciolo della questione su cui si chiede un intervento di Mattarella a nome di tutte le organizzazioni che direttamente si sono affiancate a Federturismo. Con una lettera aperta, tutto il sistema di Federturismo Confindustria ha chiesto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aiuto per un comparto che, nei fatti, «è stato supportato con misure totalmente inadeguate e insufficienti e lasciato totalmente fuori dal Pnrr (Recovery Plan) italiano», si legge nella missiva. Con questo grido di allarme e disperazione le migliaia di imprese del sistema turismo Federturismo Confindustria, con le 25 associazioni di categoria, sperano di poter ricevere finalmente l’attenzione che merita un settore che produce il 13% del Pil nazionale e occupa quasi 4 milioni di persone. «Si tratta della prima industria del Paese, di un attivatore straordinario di filiere di ogni tipo e natura. Se non va il turismo soffre tutta l’economia nazionale – prosegue la lettera – Germania e Francia, per fare due esempi, hanno stanziato rispettivamente 35 e 15 miliardi per il turismo nei loro Pnrr; l’Italia 3 miliardi insieme alla cultura. Una disparità incomprensibile che ci condanna all’irrilevanza nei prossimi anni e mette a rischio la vita di migliaia di imprese e posti di lavoro».
L’appello è stato firmato da: Federturismo, Aicc, Aidit, Anav, Anef Assitai, Assobalneari, Assointrattenimento, Confindustria Alberghi, Assomarinas, Astoi, Atri Italia, Csain, Confindustria Nautica, Federcatering, Federcongressi&eventi, Federterme, Global Blue.La lettera, nel frattempo, ha ricevuto una pronta risposta di Fabio Melli, presidente della commissione Bilancio della Camera. «Ho letto l’appello odierno di Federturismo Confindustria e ritengo che le loro ragioni siano non solo pienamente condivisibili, ma che rappresentino una lettura oggettiva di una necessità strutturale su cui la politica, ora e nel prossimo futuro, debba intervenire». «Il turismo italiano è un asset di grande rilievo per la nostra economia. La prima cosa da fare è impedire che questa rete possa frantumarsi, va aiutata per stare in piedi e prepararsi al meglio quando le condizioni sanitarie consentiranno i movimenti turistici nazionali e dall’estero. Sono certo che già nella legge di Bilancio ci saranno interventi a favore del settore. Poi sarà necessario rafforzarle in maniera significativa con prossimi provvedimenti di gennaio e soprattutto con le azioni che verranno individuate nel Recovery Plan», ha concluso Melli. Ad intervenire anche Federalabeghi Campania attraverso il presidente Costanzo Iaccarino che ha sottolineato «la gravità di una situazione che diventa ogni giorno più pesante». Il presidente è stato chiarissimo: «Quello che si avvicina è un Natale da dimenticare per il turismo tra divieti di spostamenti, alberghi chiusi e un governo incapace di garantire il necessario sostegno a imprese e lavoratori. Di questo passo, quel poco che rimane del settore dell’accoglienza sarà spazzato via nel giro di poche settimane». Lo scenario tracciato da Iaccarino per la Campania è allarmante. «Il turismo – sottolinea – è devastato dalla mancanza di ospiti stranieri, che ha già inciso negativamente sull’attività ricettiva durante la scorsa estate. In alcune strutture registriamo un calo di oltre il 90% delle presenze, in altre gli ospiti mancano del tutto e altre ancora hanno scelto di non aprire». I numeri rasentano lo zero in tutti i settori che direttamente o indirettamente sono legati al turismo. Zero movimento significa conti in profondo rosso per mantenere le strutture o, peggio, per conservarne la gestione nel caso di immobili in affitto. Le zone dove questa situazione è gravissima sono quelle maggiormente legate ai flussi di turisti stranieri: Napoli, penisola sorrentina, costiera amalfitana, Ischia, Procida e Capri. «Gli americani – continua Costanzo Iaccarino – hanno già fatto sapere che non torneranno in Europa prima del 2022, intenzionati come sono a vaccinarsi contro il Covid e a restare negli Usa almeno per tutto il 2021.
Se si aggiungono la paralisi indotta dalla pandemia anche nel resto del mondo e le incertezze legate alla Brexit, si comprende la drammatica situazione in cui le strutture ricettive sono destinate a versare non solo a Natale, ma anche per il prossimo anno». E poi l’appello pressante per un settore che rappresenta da solo circa il 15% del Pil regionale. «Molti lavoratori – sottolinea il presidente di Federalberghi Campania – sono ancora in attesa dei bonus attivati dal governo durante la scorsa primavera, i ristori previsti in una seconda fase sono del tutto insufficienti e dei 209 miliardi assegnati all’Italia nell’ambito del Recovery Fund solo tre saranno destinati a turismo e cultura. In questo modo si condanna a morte un settore strategico per lo sviluppo. Servono aiuti immediati e parametrati sulle mostruose perdite che le imprese hanno accumulato. Altrimenti molti alberghi chiuderanno definitivamente, migliaia di persone si troveranno senza lavoro e il tessuto produttivo locale risulterà ulteriormente impoverito».