LE OPINIONI

Ferragosto, quel fuoco che non si è mai spento

Eccoci qui, come ogni anno, con i nostri ricordi da una parte e Lei dall’altra. Noi e Ischia, un rapporto che non muta nel tempo e se questo accade è solo perché aumenta, nonostante tutto, l’amore che proviamo per quest’isola unica e magica come pochi posto al mondo. Eccoci qui, come sempre, a vivere i giorni di un Ferragosto che ogni anno vorremmo che fosse come tutti quelli che ci siamo lasciati alle spalle, tanto tempo fa. Perché passano gli anni e cambiano le stagioni, mutano i sentimenti e si trasformano le emozioni. E cambia anche il nostro Ferragosto ischitano, macchiato dall’emergenza Covid, violato dalla movida selvaggia, dal fracasso senza senso, dal poco rispetto per l’ambiente, dalle mode becere e dall’indifferenza stupida di chi oggi ha vent’anni.


Il divieto di organizzare falò in spiaggia, in atto ormai da qualche anno in tutti i comuni dell’isola verde, è lo specchio di un’epoca che non può più tornare. Non si potrà fare, lo hanno deciso i sindaci isolani. Poche parole, quattro righe fredde e istituzionali per sbattere la porta in faccia all’emozione. “E’ fatto divieto dalle ore 20:00 del giorno 14 agosto 2021 alle ore 06:00 del giorno 16 agosto 2021 di effettuare assembramenti, bivacchi, campeggio, accensione fuochi e falò, di effettuare manifestazioni autonome di qualunque tipo se non espressamente autorizzate dalle competenti autorità, su tutti gli arenili liberi del Comune di Ischia”. Una decisione giusta, di buon senso, inevitabile e condivisibile. Vallo, però, a spiegare a chi negli anni 70’ e 80’ la notte di Ferragosto l’attendeva come un crocevia dell’estate e vedeva nel falò di mezzanotte l’occasione per trovare finalmente il coraggio di dichiararsi alla ragazza che amava, di incrociare il suo sguardo, di restare da solo con lei. Noi che scendevamo in riva al mare, nell’approssimarsi della Mezzanotte con chitarre, birre e pizze e andavamo incontro ad una notte fatta di fascino e mistero, di suggestione e di esoterico. 

Il falò di Ferragosto era un incontro con il destino, la sublimazione dell’estate stessa, l’occasione per dare libero sfogo ai propri pensieri, o semplicemente per stare in compagnia. Il fuoco e il mare, con quel bagno fatto di notte che aveva il sapore del rito propiziatorio. Il fuoco acceso e quel calore che riscaldava i nostri cuori. Celebravamo le “feriae Augusti” (il riposo di Augusto), in maniera semplice, spassionata, tranquilla, pulita. Senza eccessi, ubriacature, sballi e botte. Non c’era la pandemia e non c’era quella dilagante inciviltà che ha trasformato Ischia nell’isola che non c’è. Per questo ci veniva consentito di fare i falò sulla spiaggia, per questo eravamo più liberi di chi oggi trasgredisce alle regole, imprigionandosi nella sua stessa idiota ignoranza. Non c’era alcun motivo per impedire quelle riunioni felici di quattro sbarbatelli, in cerca di avventure amorose e di canzoni. Distrattamente passerà anche questo Ferragosto e faremo finta che sia stato bello, come una volta, come se Covid, divieti, costrizioni, vincoli e paure, non fossero mai esistiti. Come se quel fuoco non si fosse mai spento. 

* DIRETTORE SCRIVONAPOLI

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Brigida

Bella la nostalgia! Ma quando. con il tempo, cambia purtroppo l’educazione e il rispetto per quello che ci circonda, si deve per forza salvaguardare le spiagge e quant’altro. Serve a niente se le spiagge la mattina dopo sono discariche a cielo aperto perchè la gente non si preoccupa di pulire prima di andare via. Però poi sbraita e si lamenta dell’incuria dei Comuni. No, unica salvezza è a questo punto il divieto notturno. Come leggevo da altre parti, i falò hanno pure messo in pericolo le schiuse delle uova delle tartarughe marine. Non ci saranno a Ischia ma danni se ne fanno comunque. Bisognerebbe cambiare la testa della gente e non solo dei giovani e forse ci salviamo e salviamo questo scoglio incantato.

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