Sono 53 gli immobili comunali elencati nel link 2 del sito del Comune d’Ischia. Diciamo subito che l’elenco non è esaustivo e non è preciso e va riguardato. Ad esempio, del Palazzo dell’Orologio si fa menzione del piano terra ( fittato alla libreria Imagaenaria per oltre 30.000 euro annui, ottima operazione per qualità e quantità), ma non dei soprastanti piani, del Palazzo D’Ambra si parla di alcuni locali dimenticandone altri, non tutte le aree di parcheggio vengono citate. Non vengono citate le strutture sportive né gli edifici scolastici. Troppa confusione, troppa approssimazione! Comunque, dei 53 immobili citati, 22 sono appartamenti, di cui 12 in via Leonardo Mazzella, 7 in via G.B.Vico / Nuovo Macello, 1 in via Champault, 1 in via A.De Luca ( Parco dei Pini- bene confiscato), 1 appartamento adiacente il Liceo Scotti; poi ci sono 2 locali sul Lungomare C.Colombo ( in fitto a Ristorante Duilio e Ristorante ‘Zi Nannina ‘a mare); 6 locali nel Palazzo D’Ambra ( in fitto a EVI, bar, ormeggiatori, biglietterie navi), c’è il fabbricato occupato dalla Guardia di Finanza in via Leonardo Mazzella), 2 locali in via Porto ( donazione Durante), il locale INPS in via Stradone a Ischia Ponte, il locale ex stabilimento Terme comunali in fitto a Luisa Rumore, 4 locali ( donazione De Luca) in via Stradone, 1 locale al Palazzo dell’Orologio in fitto alla libreria, 1 locale bagno pubblico in via Porto, il parcheggio Guerra ( SS270), il parcheggio D’Amore/GPA in via A.De Luca, 1 locale Eavbus in Piazza Trieste e Trento, 1 locale edicola in Piazzetta S.Girolamo in fitto a Gloria Elisa, i locali Genesis al Polifunzionale in via Morgioni, la palestra Di Meglio/Napoleone presso la scuola di Fondo Bosso, sempre al polifunzionale i locali Centro di Termalismo/Ischia Ambiente, infine la sede di Ischia Risorsa mare nell’ex stabile Terme Comunali e i locali in via delle Terme in fitto ad Alga Srl. Non staremo a fare le pulci su chi paga e chi no, chi paga poco e chi il giusto, né saremo fiscali sulla legittimità dell’assegnazione di appartamenti. L’approfondimento lo lasciamo agli amici giornalisti d’inchiesta. Per quanto ci riguarda, vogliamo che siano i dirigenti comunali, i consiglieri di maggioranza e di minoranza, la giunta comunale a riesaminare, con serietà, il patrimonio immobiliare e a trovare – per ciascun immobile – la migliore destinazione e la più proficua messa a reddito. Ci sono casi socialmente rilevanti in cui la redditività del cespite passa in secondo ordine. Ma ci sono casi, come l’area vecchio mercato comunale, che non può continuare a restare abbandonata, senza produrre reddito e senza innervare una zona cittadina in declino di una infrastruttura capace di rilanciarne l’immagine e la fruibilità. Per rendere più trasparente e chiara la gestione del patrimonio, la soluzione è una sola: quella di stilare un Regolamento e, a puro titolo di esempio, cito quello approvato dal Consiglio Comunale di Abbiategrasso, con delibera 36 del 23/6/2014. In esso, all’art.2, si fa una precisa classificazione dei beni comunali, così suddivisi: beni del demanio comunale, destinati per la loro natura a soddisfare prevalenti interessi della collettività. Sono considerati fuori commercio e possono essere dati solo in concessione amministrativa temporanea; beni del patrimonio indisponibile, destinati ai fini istituzionali del Comune ( come immobili adibiti ad uffici,magazzini comunali,beni trasferiti ad Aziende partecipate,impianti relativi agli scarichi,fognature, depurazioni,illuminazione pubblica, impianti sportivi, edifici scolastici e palestre,alloggi di edilizia economica e popolare; beni del patrimonio disponibile, detenuti dal Comune in ragione di diritto privato, che si suddividono – a loro volta –in immobili ad uso abitativo ed immobili ad uso non abitativo. E’ troppo chiedere che gli eventuali aspiranti Sindaci d’Ischia alle prossime amministrative, inseriscano, nel loro programma ( ammesso che ne abbiano uno) un’effettiva svolta nella gestione del patrimonio?
