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Fogne a Lacco, l’ancora di salvezza arriva dal gip

Di Francesco Ferrandino

LACCO AMENO. Schiarita all’orizzonte del Fungo sulla vicenda dei lavori di ristrutturazione fognaria. Il Giudice per le indagini preliminari ha infatti deciso di non convalidare il sequestro preventivo del cantiere ex art. 321 del codice di procedura penale. Come si ricorderà, la scorsa settimana alcune porzioni residue dei cantieri in via di ultimazione, sono state infatti oggetto di sequestro da parte della Guardia Costiera, a causa della mancanza di autorizzazioni demaniali. I lavori fognari avrebbero infatti interessato alcuni tratti facenti parte del demanio pubblico senza il dovuto provvedimento autorizzativo, circostanza che aveva fatto scattare il sequestro per occupazione abusiva delle aree marittime demaniali corrispondenti, in particolare il cantiere aperto in piazza Salvatore Girardi (nella zona nota come “Capitello”, in prossimità del molo costruito per i Mondiali di calcio del ’90, dove tuttora l’area risulta transennata),  oltre ad altri due siti residui di cantiere lungo il corso Angelo Rizzoli. Al momento del sequestro effettuato dai militari, avvenuto lunedì 8 febbraio, a nulla valsero le dichiarazioni dell’ingegner Grasso, responsabile dell’Ufficio Tecnico e del Demanio del comune di Lacco Ameno, il quale affermò che le aree oggetto di sequestro sono in concessione demaniale al Comune che è anche l’ente appaltatore dei lavori, e che quindi i titoli autorizzativi erano di competenza del Comune stesso. In pratica, era l’ente a dover rilasciare a sé stesso l’autorizzazione per l’esecuzione delle opere in questione. Inoltre, il dirigente aveva contestualmente depositato copia del titolo di concessione temporaneo rilasciato il 5 febbraio, ma che egli non aveva firmato in quella data in quanto fisicamente assente dal territorio comunale. La sottoscrizione effettuata nel giorno dell’intervento della Guardia Costiera non aveva dissuaso i militari dal portare a compimento il sequestro. L’intoppo burocratico avrebbe potuto avere conseguenze pesantissime, dal momento che la mancata ultimazione dell’opera avrebbe potuto comportare la perdita dei fondi europei di sviluppo regionale, il cui importo complessivo è pari a quasi due milioni e mezzo di euro, con prevedibili conseguenze distruttive per le esauste casse comunali lacchesi, già in dissesto finanziario da un anno e mezzo. Il comune, rappresentato dagli avvocati Cristiano Rossetti e Ferdinando Scotto, ha inviato una richiesta di non convalida al Gip, evidenziando innanzitutto che esisteva comunque un’autorizzazione temporanea all’occupazione del suolo demaniale rilasciata dal Comune. A prescindere da ciò, secondo la linea difensiva dei legali, se pure si  fosse voluto ritenere che i lavori siano iniziati quando mancava ancora l’autorizzazione, in ogni caso al momento attuale il provvedimento esiste ed è vigente, circostanza che fa cadere ogni esigenza cautelare alla base del sequestro preventivo, perché adesso non vi è (o comunque non più) alcuna occupazione abusiva del suolo demaniale. Il titolo autorizzativo provvisorio, fra l’altro, inizialmente era presente e valido fino al 31 dicembre scorso, data per la quale avrebbero dovuto terminare i lavori secondo le normative europee sui relativi finanziamenti. A inizio anno una serie di contrarietà, come il ritardato pagamento da parte della Regione della prima “tranche” dei fondi europei e la preparazione dei relativi documenti richiesti, hanno provocato la “dimenticanza” circa il titolo autorizzativo: una disattenzione puramente formale ma che poteva costare cara. Per fortuna il Gip ha accolto l’istanza dei legali dell’ente di Piazza Santa Restituta, rigettando la convalida del sequestro. Ora bisognerà attendere i necessari  tempi tecnici affinché il pubblico ministero firmi il provvedimento di rigetto e lo notifichi alla Capitaneria: è quindi questione di ore, o di qualche giorno al massimo, il dissequestro del sito e la ripresa dell’attività cantieristica. Una contrarietà, quella appena “sventata”, che conferma il tormentato e tormentoso cammino di questi lavori di ristrutturazione fognaria che sin dalle prime settimane si è trasformato rapidamente in una vera e propria corsa a ostacoli. Schivato anche l’ultimo intralcio, tutta la cittadinanza auspica finalmente una rapida e definitiva conclusione di un’opera importante ma anche quanto mai foriera di polemiche e disagi come poche altre.

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