CRONACA

Frana Ischia, Giulivo: «Ecco cosa ho fatto per l’isola»

Nostra intervista al direttore generale dei Lavori Pubblici e della Protezione Civile della Regione Campania che risponde alle incalzanti domande de Il Golfo e rispedisce al mittente le accuse di superficialità mostrate da una serie di enti e soggetti. Poi l’appello: “Serve che ognuno faccia la propria parte”. Quegli interventi sul territorio mancati ed i tre cantieri mai partiti con 2.5 milioni di euro che erano già stati stanziati

Se pensate che vengano a mettervi in sicurezza, beh…” siamo degli ingenui come è stata l’isola d’Ischia in attesa di piani, progetti ed interventi mai messi in campo. Il commissario Italo Giulivo risponde cosi alle nostre domande.

La tragedia dovrebbe essere lo spartiacque, il prendere coscienza dell’accaduto per voltare pagina. Avete delle responsabilità istituzionali, la Regione,il piano dei dissesti post sisma?

“Mi aspettavo più reattività e resilienza da parte di tutti ad Ischia. Adesso affrontiamo un’altra catastrofe. Serve che ognuno faccia la propria parte, Nessuno si preoccupa di una rete idrica del monte invasa da infrastrutture. Con eventi cosi estremi è difficile parlare di messa in sicurezza, si può parlare di mitigazione. Due o tre bilanci dello Stato non basterebbero per mettere in sicurezza la montagna. 40 mila metri cubi di fango. 2 campi di calcio ricoperti completamente per una altezza di circa 4 metri, sono piombati da una altezza e con pendenze improbe. Quella notte sono venuti giù 178 mm di pioggia in poco meno di tre ore con dei picchi in poco più di mezzora. Sono commissario di governo per alluvione 2019 in tutta la Campania. Nessuna è stata trattata come Ischia che grazie a Legnini ha ottenuto svariati milioni di Euro. Non solo risorse, ma anche supporti. Cose mai viste neppure a Sarno che ha contato 160 vittime. Se pensate che da a domani mattina viene qualcuno e fa un piano di messa in sicurezza, beh.. (siamo ingenui o illusi sembra voler dire non concludendo la frase ndr)”.

La Frana ha fatto la frana e lo Stato, la Regione cosa hanno fatto? In particolare, proprio lei è finito nell’occhio del ciclone per alcuni interventi su Casamicciola che non erano stati realizzati le va di darci la sua versione.

Io nell’occhio del ciclone? Non so a cosa si riferisce, perché io non sono stato nè RUP, né soggetto attuatore di interventi di messa in sicurezza del territorio di Casamicciola. Quindi sono degli interventi che devono essere realizzati da soggetti attuatori che non erano il mio ufficio. Quindi non so a cosa si riferisce. Rispetto a questo aspetto noi abbiamo realizzato degli interventi di somme urgenza col Genio Civile di Napoli, sull’alveo La Rita e ne abbiamo fatto uno di recente, che poi abbiamo bloccato, perché c’erano dei manufatti per cui doveva essere definito se era possibile demolirli o meno, sulla base di valutazioni che ci devono essere fornite dall’amministrazione comunale, che poi non sono arrivate. Quindi l’intervento, diciamo così, si è concluso per quello che era fattibile. Quando noi entriamo in questi valloni li andiamo a pulire troviamo molto materiale di risulta che non è normale che ci sia, quindi vuol dire che ci sono manomissioni antropiche importanti che, in qualche modo, devono essere attenzionate”.

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La regione Campania in particolare con il suo settore che cosa ha fatto?

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Il mio settore è quello del Genio Civile che si occupa di fare gli interventi di somma urgenza, quando c’è un pericolo per la pubblica e privata incolumità che viene conclamato da un ordine del sindaco che riconosce che c’è un pericolo per la pubblica e privata incolumità ed emette delle ordinanze di evacuazione di cittadini. Viceversa c’è un problema di manutenzione del territorio che non è un’attività che tocca ai nostri Uffici”.

Secondo lei, dunque, come Regione responsabile di talune attività sul territorio ed un certo demanio, avete fatto la vostra parte? Si è lanciato nell’elegia di Giovanni Legnini per soldi e stanziamenti. Eppure l’impressione che tutta questa attenzione su Casamicciola sia postuma alla tragedia, serva ai vostri centri ma non al paese. Tutto questo sforzo anche economico, le risorse, l’impegno di uomini e mezzi giunga solo dopo, quando il disastro si è compiuto? Non c’è pianificazione per la mitigazione, per il riassetto di un territorio notoriamente fragile.

“Non so a cosa si riferisce… nel senso cosa doveva fare la Regione? La Regione ha finanziato i piani di protezione civile e non è un suo compito perché ricordiamoci che il piano di Protezione civile è un obbligo che prevede la legge 100 del 2012 e che è un compito dei comuni. Tant’è che il piano deve essere approvato in consiglio comunale. Siccome noi Regione, vedevamo che questi piani di Protezione civile non nascevano spontanei, li abbiamo supportati con un contributo regionale. Fortunatamente molti comuni, compresi alcuni dell’isola d’Ischia, hanno usufruito di questi contributi e hanno potuto redigere il piano di Protezione civile”.

Ed il piano del 2009 varato per Casamicciola dopo quella alluvione, forse non è mai stato attuato, a che cosa sarebbe servito, suggerito proprio dalla protezione civile regionale nel 2009 ed in atti approvato il 07.12.2009: Con D.G.C. n. 174. Non crede che questo territorio abbia bisogno di ben altro? Lei stesso ha appena detto che la frana è stato un evento imponderabile?

“Ma è un piano di Protezione civile, serve per avvisare preventivamente la popolazione. Evitare che si trovi in un luogo che poi sarà colpito da uno scenario come quello che è capitato il 26 novembre. Serve per poter dire alla popolazione ti devi allontanare perché questa notte pioverà molto e anziché stare a casa tua devi andare in questo luogo di ricovero che il piano di Protezione civile ha preventivamente individuato”.

Non ritiene che comunque ci sia state omissioni da parte tutti gli apparati dello Stato. La legge sul terremoto prevedeva interventi di mitigazione, addirittura il il piano contro il dissesto idrogeologico. Sono trascorsi 6 anni e non ci sono stati i piani, addirittura i dati del radar meteo di Potenza (quello di Napoli non funziona da mesi) e i dati dei pluviometri sull’isola: almeno tre ore prima, avevano rilevato in maniera evidentissima cosa sarebbe accaduto. I terremoti e le eruzioni non si possono prevedere, ma le piogge estreme si. Cose che messe insieme comunque rappresentano una certa sciatteria istituzionale. Lo chiedo a lei che è il capo della protezione civile regionale.

“Guardi mi sta parlando di cose che io ignoro. Che cos’è il pluviometro della centrale di Napoli, ma quante…, da dove l’ha presa questa informazione, per me è una fake quella che sta dicendo, perché i nostri sono funzionanti e i dati di quello che hanno registrato i nostri pluviometri sono già stati diciamo così e oggetto di attenzione e poi tutto quello che è accaduto non poteva essere evitato. È stato un evento straordinario eccezionale conclamato da una dichiarazione dello stato di emergenza e da una quantità di pioggia che come ha scritto la regione Campania nel suo rapporto non si era mai vista nei precedenti da quando esiste il monitoraggio pluviometrico del territorio dell’isola d’Ischia non si è mai visto una pioggia come quella del 26 novembre”.

Ah, bene!Almeno è stato chiarito questo: Abbiamo vecchi e nuovi pluviometri, finanziati anche con le frane ed Ischia è stata vittima di un evento imponderabile e catastrofico. Possiamo andare oltre, allora? Possiamo cominciare a progettare, assumendo un impegno ed una coscienza, una lealtà, anche istituzionale, necessaria, ponendo fine a questa sorta di giochetto in cui quasi quasi i colpevoli del disastro di Ischia sono le vittime? Possiamo cominciare a progettare il futuro di questa terra oltre i luoghi comuni e gli scaricabarile?

“Ma io non ho mai fatto questo gioco, non so perché mi sta …”

Beh ci sono diverse sue uscite istituzionali in cui quasi quasi si insinua una certa condotta per cui sembrerebbe le vittime, i cittadini sono carnefici di loro stessi. Accade stesso, lei stesso parla di manomissioni antropiche. Detto da lei che gioca un ruolo importante per Ischia, suona un po’ male…

Assolutamente io non ho mai espresso questa considerazione sul cittadino. Io ho insisto che il cittadino deve essere consapevole dei rischi del territorio in cui vive. I rischi in un territorio come quello di Casamicciola sono noti perché la lezione appresa da quello che è successo, già nel 2009 e in precedenza, come dire deve aiutare ad assumere delle consuetudini. Bisogna saper convivere in un territorio multirischio. Altrimenti la lezione appresa quale è? Cosa abbiamo imparato di questo territorio e dei rischi che pone e come li dobbiamo affrontare? Allora se si vuole ragionare su come mitigare i rischi di un territorio è chiaro che nella mitigazione dei rischi del territorio c’è, sì, un aspetto sulle opere di prevenzione strutturale che vanno fatte e che richiedono molti soldi, con progetti complessi che hanno i loro tempi, ma ci sono anche delle cose delle attività di prevenzione non strutturale che vengono messi in piedi facendo un Governo del territorio con una pianificazione urbanistica rispettosa dei rischi del territorio e con una pianificazione di Protezione civile. Il 25 novembre 2022 non si poteva parlare di una messa in sicurezza, Casamicciola era già un territorio critico. A Ischia è possibile della mitigazione del rischio e della convivenza con il rischio, ma non è possibile la messa in sicurezza di un territorio che è una montagna”

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