CULTURA & SOCIETA'

LE STORIE DI SANDRA La passione per il gioco della campana

DI SANDRA MALATESTA

Il mio gioco preferito era la campana e oggi ringrazio la vita che me l’ha fatta amare. Se penso a una bimba che per anni e per ore saltella tenendosi su una sola gamba e poi spingendo la pastora (la pietra piatta con cui giocavamo e che conservo ancora) allora capisco che in quegli anni ho fatto senza andare in palestra tanta e tanta palestra. Quei pezzi di gessetti che spesso la maestra mi regalava quando ormai erano alla fine, li tenevo come un tesoro. E io in questi giorni ho comprato una scatola di gessetti tutti belli cilindrici e colorati. In macchina li ho fatti uscire dallo scatolo e li ho presi in mano e erano così lisci. Non avrei voluto piu metterli a posto. Ho provato una strana gioia e, allo stesso tempo ripensavo a quei pezzetti piccoli bianchi con cui disegnavamo la campana. Devo dire che le sarte dei nostri vicoli ogni tanto ci regalavano un pezzo di quei gesti che loro usavano per segnare il cartamodelli. Alcune volte erano bianchi altre volte colorati. Facemmo un campana napoletana bellissima con tanti colori che restò a terra per giorni e giorni. Noi giocavamo la campana napoletana che ci portava a spingere cin il piede la pastora nelle varie caselle e tenere l’altro piede alzato.

Dopo un paio di anni arrivò in vacanza una bimba di Varese che ne disegnò una diversa e noi non so perché la chiamano campana americana. Aveva prima una casella poi due vicine poi sopra a queste ancora una casella e così via fino a dieci. Li si partiva saltellando su un piede nelle caselle singole e fermandoci aprendo le gambe e mettendo un piede di qua e uno di là nelle caselle pari. Chi riusciva amare tutto il percorso vinceva e si segnavano i punti. Ho provato per anni anche da grande a fare la campana americana disegnata nel mio cortile e mi è sembrata tanto faticosa ma bella. Ora non ci riesco più ma ci penso spesso quando mi fanno male le gambe e mi dico che da piccola niente dolori sembravamo di ferro, ma poi correre subito a mare ci dava una sferzata incredibile. E quando a un parco termale si passava da una piscina fredda a una calda e viceversa mi dispiace che senza saperlo anche noi avevamo fatto una specie di cosa curativa. E vedo sempre meno bambini saltare con la corda, o giocare alla campana, ma ne vedo tanti essere iscritti a canali you tube che saranno anche del loro tempo ma che sicuramente non daranno forza alle loro gambe.

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