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GB Castagna: «Ricostruzione al Majo? Sarà una decisione ponderata»

Si è chiusa una prima fase del post terremoto, ora tocca al governo. Quali sono le sue impressioni sull’operato dell’amministrazione? Cosa è stato fatto e cosa poteva essere fatto meglio?

«Innanzitutto, dobbiamo considerare che da questo sisma Casamicciola ne esce con i danni di gran lunga maggiori. Migliaia di sfollati, attività produttive chiuse, quasi tutti gli edifici scolastici e la sede comunale inagibili. All’indomani della scossa, siamo ripartiti da una sedia e un tavolino, che erano tutto quanto avevamo a disposizione nei locali del Capricho, da dove abbiamo cominciato a far fronte all’emergenza. Una battaglia quindi durissima proprio perché iniziata con pochissimi mezzi. Sono stato accusato di essere stato mediaticamente poco presente sotto i riflettori e di non aver comunicato le iniziative dell’amministrazione nei primi giorni, ma come ho spiegato altre volte ho dato la priorità alle infinite rimostranze che i miei cittadini quotidianamente venivano a riferirmi. Ecco perché non sono riuscito a mostrarmi disponibile ai media o a partecipare a incontri importanti come quello col professor Luongo. Insomma, gli amministratori degli altri Comuni avevano maggiori margini di manovra, mentre io sono stato continuamente di stanza al Capricho dove il lavoro era davvero tanto da non lasciare attimi di respiro, non solo per me, ma per tutti i miei assessori e gli impiegati. Non avevamo più nemmeno il nostro vecchio furgoncino, andato distrutto sotto le macerie. Adesso, guardando un attimo indietro, dico che certamente alcune cose potevano essere fatte meglio, ma complessivamente sono convinto che abbiamo fatto un buon lavoro. Siamo riusciti ad avviare l’emergenza in condizioni difficilissime: grazie all’associazione albergatori abbiamo potuto sistemare tutti i cittadini rimasti senza un tetto, nonostante la stagione estiva ancora in corso».

C’è stato  un “valzer” sulle somme urgenze: a posteriori, rifarebbe le stesse scelte? E perché?

«Si sono dette tante parole, spesso inesatte, su queste somme urgenze. Già la notte successiva al sisma avevamo contatti con alcune ditte per aiutarci nelle primissime necessità da affrontare nelle zone più colpite. Gli stessi Vigili del Fuoco segnalarono la difficoltà nell’operare, viste le strade strette e le rovine su entrambi i lati. Di qui la necessità di contattare alcune ditte per le operazioni sul campo. Non voglio nemmeno rispondere a certe basse insinuazioni circa comportamenti e intenzioni che personalmente non mi appartengono e non mi sono mai appartenute, relativi ad alcuni appalti. Si facciano pure le denunce, noi non abbiamo nulla da nascondere. L’unica cosa che mi interessa è che una volta effettuati i lavori, il Comune venga ristorato nelle spese, visto che le casse comunali non possono far fronte autonomamente a una tale situazione economico-finanziaria. È del tutto inutile, oltre che strumentale, citare le stime iniziali per le somme urgenze spacciandole per importi definitivi, visto che poi si decide sulla base di dettagliata documentazione, come ha spesso ribadito il Commissario all’emergenza, architetto Grimaldi».

A proposito, col commissario Grimaldi non sono mancati i contrasti.

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«Qualche divergenza c’è stata perché noi abbiamo inizialmente seguito la linea dettata dal Capo della Protezione Civile Borrelli, che ci invitava a essere celeri oltre che attenti alle procedure burocratiche. È normale che, una volta nominato Commissario, l’architetto Grimaldi abbia voluto prima capire qual era l’impalcatura che avevamo messo in atto: ecco perché talvolta ci sono stati dissensi. In ogni caso noi abbiamo portato avanti la linea intrapresa all’inizio seguendo sempre le normali procedure amministrative».

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Le scuole lontano dal paese rischiano di minare anche l’economia. Come vi state muovendo?

«In questa fase emergenziale, lo stato di cose che reputiamo davvero insoddisfacente è quello riguardante la scuola. Chiariamo una cosa: sfido chiunque a trovare un altro luogo in Italia con oltre 1500 sfollati dove non è stata piantata nemmeno una tenda. Nonostante il comprensibile dramma subìto, nessun cittadino è stato abbandonato. Per la scuola, quella che abbiamo adottato è sicuramente una soluzione-tampone: dovevamo fare in modo che l’anno scolastico partisse il 14 settembre e ci siamo riusciti. Ma ora non possiamo più tollerare che i doppi  turni continuino.  Ringraziamo la collaborazione degli altri Comuni, ma non è il caso di parlare di essere “ospiti”, come ha polemicamente fatto qualcuno: noi siamo cittadini italiani e ogni scuola, comprese quelle di Ischia, appartiene al casamicciolese come all’ischitano o a un piemontese. Fu nostra l’idea di riprendere il trasporto scolastico, ma i doppi turni sono il disagio più pesante sotto vari punti di vista, e adesso che stiamo entrando nella stagione invernale va trovata una soluzione alternativa. Con il Miur, che martedì invierà i suoi tecnici, stiamo cercando di individuare l’area dove installare una struttura modulare nient’affatto provvisoria ma dotata delle più moderne soluzioni di abitabilità e sicurezza che potrebbe essere validamente reimpiegata, dopo aver affrontato e risolto la ricostruzione dei nostri edifici scolastici. L’inutile polemica sul Manzoni spero sia da esempio: il professor De Luca ha ribadito la validità del nostro intervento di consolidamento sul plesso al Paradisiello, che ha evitato guai ben peggiori. Senza parlare di quella stupida accusa rivoltami per aver rimosso il timpano del Manzoni, che in realtà avrebbe potuto provocare, con la sua caduta, un ulteriore smottamento del versante della collina con nuovi danni all’area interna della zona della Marina. Chi amministra si prende sempre le sue responsabilità, dopo aver analizzato le possibili soluzioni alternative: se però abbiamo preso una decisione che si rivela giusta e utile, diventa pretestuoso accusarmi in modo gratuito e strumentale con battute anche sciocche. Facendo un ordine di priorità, la scuola che necessita di maggiori interventi è l’Ibsen, poi il Lembo e il Sanseverino, mentre il De Gasperi molto presto tornerà ad ospitare alunni e insegnanti. Poi, a carico del nostro bilancio, abbiamo deciso di fittare un immobile a Ischia per ospitare i bimbi della scuola materna. Anche qui inutili le polemiche, in quanto il Comune ha vagliato le possibilità per poi scegliere quella di più immediata attuazione».

Il terremoto a un certo punto è forse diventata anche una questione troppo politica?

«Beh, a parte qualche personaggio politico, che invece di pensare al bene della cittadinanza ha ritenuto di buttare benzina sul fuoco, a livello di partiti ho visto una collaborazione trasversale al di là di ogni colore politico. Non ho trovato “muri”, ma grande cooperazione, sia da chi è legato a Forza Italia che da coloro che fanno parte del Partito Democratico. Piuttosto, il fatto che questo terremoto abbia colpito alcune zone e non altre (fortunatamente), ha tuttavia anche creato alcune dinamiche non proprio positive, con l’emersione di taluni egoismi che mi hanno lasciato profondamente amareggiato. La mancata comprensione reciproca tra chi è stato risparmiato dal sisma e chi invece ne è stato danneggiato ha decretato conseguenze anche gravi. Io ho visto ogni giorno la disperazione negli occhi dei miei concittadini, e invito tutti gli altri abitanti dell’isola a stare vicino a chi ha dovuto vedere stravolta la propria vita, con la perdita della casa e spesso del lavoro. Penso all’assurdo esagerato aumento delle tariffe dei fitti. È necessaria maggiore empatia verso chi tuttora è chiuso nel suo dolore e deve anche sentirsi discriminato per essere stato colpito da una tale disgrazia».

Si aspettava che Rosario Caruso in un certo senso “voltasse le spalle” ai Casamicciolesi disertando il corteo? Come commenta a freddo quel gesto?

«Sabato scorso ci eravamo visti nella sala dell’Hotel Re Ferdinando, e avevamo discusso della manifestazione. Io avevo cercato di far capire che il senso di essa era quello di trasmette il grande disagio di chi si sente incompreso. Un cittadino che si vede perso tra i vari livelli amministrativi, sindaci, commissario, Protezione Civile, regione, governo, come e da chi deve sentirsi tutelato? Questo è il momento di mostrare la massima unità tra tutte le municipalità dell’isola d’Ischia: se non ora, quando? Fra l’altro, non era importante capire “contro” chi protestare sterilmente, quanto invece far sì che le istituzioni debbano tener conto delle difficoltà che stiamo vivendo, prendendo i dovuti provvedimenti. La gente ha bisogno di vedere che anche i sindaci sono dalla loro parte.  Io ho partecipato alla manifestazione per lanciare un messaggio alle istituzioni sovraordinate: con tutti i guai ben noti di un Comune in pre-dissesto, ho voluto comunicare al Prefetto e al Governo le enormi difficoltà che devo quotidianamente affrontare con mezzi inadeguati».

Tornando al terremoto, cosa si aspetta dal Governo?

«In questa vicenda io continuo a seguire la mia natura ottimista, non perché io sia ingenuo, bensì perché sono convinto che debba sempre prevalere il buonsenso. Non si tratta di stabilire torti e ragioni, e qui mi riferisco anche ai contrasti che ho avuto col commissario sulle famose schede, bensì di applicare la soluzione più logica, nulla di più. In sostanza devono capire che il nostro terremoto è di gran lunga più grave dell’alluvione di Livorno, e che quindi vogliamo semplicemente essere trattati come i livornesi, sia a livello di supporto al Comune sia di agevolazioni tributarie per i cittadini. Inoltre, le regole riguardanti la ricostruzione, devono arrivare in tempi brevi, perché siamo ormai a fine legislatura e l’attività alberghiera è già pesantemente colpita, con la stagione turistica 2018 in gran parte già gravemente compromessa. Per un imprenditore, la tempestività è fondamentale».

La ricostruzione avverrà al Majo o altrove?

«Come hanno già detto alcuni esperti,  è necessario comporre una commissione di tecnici che lavori al fianco della politica. Anche se il decreto per la ricostruzione arrivasse domattina, si tratta di capire “come” ricostruire. Sono d’accordo col professor Luongo: dobbiamo capire quale rischio vogliamo correre, nel caso di ricostruzione al Majo. Se decidiamo di ricostruire in loco, non dobbiamo farlo con le stesse metodologie seguite finora, perché non avremmo certo abbassato il rischio. Capisco la fretta di chi vorrebbe al più presto ritornare alla propria casa, alla propria vita quotidiana, ma dobbiamo sempre ricordare che siamo su una zona altamente sismica. Ecco perché in relazione al contributo ottenuto e alla situazione dei luoghi, è necessario capire come abbassare concretamente il rischio: l’obiettivo lo si raggiunge con l’aiuto di studi specifici da parte di commissioni di esperti. Senza competenze tecniche appropriate, il politico di turno non può dettare le necessarie linee-guida. I numerosi dibattiti già svoltisi hanno prefigurato il percorso che dovremo fare d’ora in poi per capire, come ho già detto, qual è il livello di rischio a cui vogliamo andare incontro».

La nomina di Agnese Cianciarelli all’ufficio tecnico è da interpretare come un ridimensionamento del ruolo dell’ingegner Gaetano Grasso?

«Nessun ridimensionamento: l’ingegner Grasso ha dato e darà ancora tanto al Comune di Casamicciola. La nomina di un tecnico dell’isola d’Ischia, come l’architetto Cianciarelli, credo sia un bene: contribuire alla crescita professionale di tecnici isolani presenterà indubbiamente alcuni vantaggi perché si eviteranno quelle problematiche legate all’insularità cui vanno incontro i professionisti provenienti da località della terraferma. L’architetto D’Andrea ha fatto un ottimo lavoro, di cui lo ringraziamo, e rimarrà nelle nostre short list. Inoltre, l’architetto Cianciarelli è stata assunta al 50%: appena avremo l’ok da Roma, provvederemo a coprire il rimanente monte di ore lavorative con un’altra assunzione».

Che messaggio vuole rivolgere ai casamicciolesi?

«Il terremoto mi ha ferito profondamente. Vivo tale situazione quotidianamente con apprensione, e anche con rabbia, perché Casamicciola è stata frequentemente colpita da lutti dovuti a catastrofi naturali: tra  l’altro, venerdì era l’anniversario della tragica perdita della giovane Anna De Felice, nell’alluvione del 2009. Ma allo stesso tempo sono fiducioso: mi sono appassionato alla storia di Casamicciola, e la grandiosa reazione della popolazione al sisma del 1883 che portò alla ricostruzione del paese è un esempio che invoglia all’ottimismo, nonostante il fatto che la parte alta del Comune sia stata così duramente colpita. Per questo mi sento di dire  ai miei cittadini che, passata la tempesta, tornerà sicuramente il sereno, col sole che risplenderà nuovamente su Casamicciola».

Francesco Ferrandino

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