CRONACAPRIMO PIANO

Gioventù bruciata, distrutti dall’alcol dopo una notte brava

Le scene “ammirate” nella notte tra venerdì e sabato nella zona antistante Piazzetta dei Pini sono la spia più eloquente della deriva adolescenziale: ma, soprattutto, sono il copione di un film già visto

Metti una notte di fine estate, ma poco importa. Non è che d’inverno, in fondo, cambi granché. Metti una delle zone più frequentate dal popolo della movida, quella che insiste nella zona di Piazzetta dei Pini e dintorni. La notte è ormai inoltrata, sta per cedere il passo all’alba quando ti si para davanti una scena che ha un doppio effetto: quella di essere devastante e nel contempo di non “smuoverti” più di tanto. E soprattutto, di non smuovere neppure passanti e testimoni oculari, protagonisti di una serata che nella migliore delle ipotesi ti consentirà di tornare a casa senza dover accendere il navigatore del proprio telefono cellulare. In quella zona, in un paio di punti diversi, ci sono alcuni giovanissimi. Ragazzini e ragazzine, indistintamente, perché certi fenomeni non hanno sesso. Hanno bevuto in maniera esagerata, non riescono a tenersi in piedi: inutile usare mezzi termini, si sono letteralmente “sfondati” di alcolici e superalcolici, nella speranza che non abbiano aggiunto anche qualcos’altro al “menu”. Li vedi, hanno lo sguardo perso nel vuoto, cercano una meta e un orizzonte che nemmeno riescono a immaginare, figuriamoci a scrutare. E allora decidono di sedersi, e dopo qualche minuto cominciano a vomitare. Lo fanno senza avere nemmeno contezza di quello che sta accadendo loro, e magari rischiano pure di affogarsi. In pagina ci sono due foto che definiamo abbastanza eloquenti, per il resto trattandosi di minori abbiamo dovuto “tirare il freno a mano”.

Quello che inquieta ancor di più, a parte il fatto che si tratta di minorenni (e dunque non si capisce chi e perché gli abbia servito da bere, fino allo sfinimento), è il contesto circostante. Qualcuno si muove a pietà, si ferma e cerca di capire qual è lo stato di salute di soggetti che sembrano davvero “pezze da piedi”. Ma quei pochi gatti che sono rimasti a tirare l’alba, quelli no: uno sguardo di curiosità, più che altro per capire se si tratta di amici o persone conosciute, e via, si riprende a passeggiare come se niente fosse. Perché quella, in fondo, è la storia di un film già visto, capace di andare oltre le stagioni. Una roba che magari d’inverno si vede ogni sabato notte e d’estate ogni sera, perché in fondo ad agosto è sempre sabato. Ma questa è una storia che abbatte anche i confini geografici, perché qui non si tratta di “mao mao” o di turismo di bassa qualità, ma anche di figli della nostra terra. Gioventù bruciata che tornerà a casa (non sappiamo come abbiano fatto nella notte tra venerdì e sabato, siamo sinceri) e non troveranno genitori pronti a capire cosa sia successo, anzi. Magari prima o poi accade l’irreparabile e al massimo la soluzione che si troverà sarà sempre la stessa. Protestare con il sindaco di turno o fare una petizione per vietare le discoteche e l’apertura dei locali oltre una certa ora. Insomma, è come delegare alle altrui decisioni (e restrizioni) il ruolo di genitore. Ma sì, perché chiedermi per quale motivo mio figlio si ubriaca fino allo sfinimento, tanto vale risolvere la questione in altra maniera.

Con la compiacenza di “criminali” che anche a minori vendono roba da bere fino allo sfinimento, si assiste a scene tragiche: ragazzine e ragazzini che barcollano e poi, seduti sul pavimento, vomitano o perdono i sensi. Il tutto, tra l’indifferenza di quasi tutti i passanti

Ma in una notte, l’ennesima, surreale, inevitabilmente occorre soffermarsi anche su un altro aspetto. Come è possibile che un minore possa ridursi in queste condizioni? E’ chiaro che quello che ha buttato giù non se lo è portato da casa. E allora basta far finta di nulla, che il cicchetto, la birra o anche il cocktail superalcolico venga venduto da alcuni esercenti senza scrupoli anche a dei giovanissimi è un fatto risaputo. Se avete un figlio in età adolescenziale, provate a chiedergli quante volte – entrando in determinati locali – se un amico o lui stesso ha chiesto una bevanda alcolica, qualcuno si sia soltanto preso la briga di chiedere se aveva compiuto i diciotto anni. Zero di zero, e nonostante i controlli e le multe rifilate dalle forze dell’ordine c’è chi continua imperterrito. Si chiama rischio d’impresa, evidentemente il gioco vale la candela. Il problema è che determinate attività, nello specifico, possono fregiarsi di una “nomea” ormai consolidata. Insomma, uscendo di casa sai che se entri in quel locale puoi sballarti senza che nessuno ti faccia troppe domande. E buonanotte. Ed allora ecco che si entra in una deriva irrefrenabile, come quella che ha portato nei giorni scorsi a finire all’ospedale Rizzoli una ragazzina di appena dodici anni. E’ giunta a Lacco Ameno priva di sensi, accompagnata dai carabinieri della Compagnia di Ischia, e nemmeno i medici credevano ai loro occhi quando si è trattato di stilare la diagnosi: coma etilico. I tutori dell’ordine lo avevano invece intuito, ma a furia di frequentare quella giungla che è diventata la notte ischitana sono rimasti purtroppo meno perplessi dei sanitari. Ma ritorniamo a quella piazzetta, dove davanti ai nostri occhi c’è quello spettacolo che sembra quasi la scena di un film. Ma manca il set, la telecamera, è tutto terribilmente vero. Intanto arriva l’alba, che porta con sé la luce, quasi a voler cancellare quelle immagini sconcertanti. Ma sarà un’illusione, presto calerà di nuovo il buio. E la giostra, purtroppo, ricomincerà. C’era una volta Ischia, l’isola felice.

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Nemo

A chi dice che queste cose sono sempre esistite anche negli anni ’70 ed ’80: non è vero, a quei tempi i ragazzini non andavano in coma etilico a 12 anni!
Connettete il cervello prima di parlare, perché sembra che vi faccia piacere che questi adolescenti si buttino via!!

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