CRONACAPRIMO PIANO

Violenze sui bambini a Casamicciola, misura cautelare per quattro suore

I carabinieri della Compagnia di Ischia hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e tre divieti di dimora in Campania ad altrettante suore dell’Istituto Santa Maria La Provvidenza: tra questi Suor Edda, madre superiora della struttura. L’isola si è risvegliata sgomenta, sotto choc e (in parte) incredula

Una notizia che ha scosso l’isola e che è rimbalzata ieri mattina alle prime luci dell’alba, lasciando tutti sbigottiti e in taluni casi anche increduli. Una vera e propria “bomba” che è venuta fuori nel momento in cui si è appreso che i carabinieri della Compagnia di Ischia, guidati dal capitano Tiziano Laganà, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali, emessa dal gip del Tribunale di Napoli Federica De Bellis nell’ambito di indagini condotte dalla IV Sezione Indagini “tutela delle fasce deboli della popolazione” nei confronti di quattro consorelle gravemente indiziate, in corso tra loro, dei reati di maltrattamenti nei confronti di minori, lesioni personali aggravate e violenza personale aggravata. Le suore fanno tutte riferimento all’Istituto religioso Santa Maria la Provvidenza a Casamicciola, struttura nella quale sono ospitati minori in attesa di affidamento, adozione o in affido a seguito di provvedimenti giudiziari nonché minori ospiti esterni, a seguito di corrispettivo pagato privatamente dai genitori.

I destinatari delle misure sono Marie Georgette Rahasimalala, Noeline Razanadraozy, Alice Albaracin Curay e infine Angela De Bonis, per tutti Suor Edda. L’indagine ebbe inizio lo scorso 27 luglio quando una madre si recò dai carabinieri mostrando un terrificante video che le era stato girato da una donna che aveva timore di denunciare e rivelare la sua identità

I DESTINATARI DELLE MISURE CAUTELARI E LE ACCUSE

I destinatari delle misure sono Marie Georgette Rahasimalala, nata in Madagascar a Ambatolampy il 7 giugno 1967; Noeline Razanadraozy, nata in Madagascar a Mahajanga il 23 dicembre 1970; Alice Albaracin Curay, nata a General Santos City il 20 novembre 1974 e infine Angela De Bonis, per tutti Suor Edda, nata a Qualiano il 12 ottobre 1941. Secondo l’accusa tutte le indagate in concorso tra loro infliggevano alle piccole vittime sofferenze fisiche consistite in atti di violenza quali tirate di capelli, schiaffi alla nuca, ciabatte sulle mani, intimando loro il silenzio e privandoli dei telefoni cellulari al fine di impedire riprese videofotografiche. Nei confronti della prima suora il gip ha disposto addirittura la traduzione presso il carcere femminile, per le altre tre il divieto di dimora sul territorio regionale. La foto iconica che vedete in pagina, tra l’altro, mostra Suor Edda e le altre due consorelle mentre a bordo del traghetto si dirigono in terraferma per poi dirigersi verso una destinazione extra campana. Un allontanamento che è stato consentito senza l’accompagnamento delle forze dell’ordine e che comunque ha rappresentato un momento particolarmente duro e doloroso.

LA DENUNCIA DEL 27 LUGLIO E COSA MOSTRA IL VIDEO DELLE VIOLENZE

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Le suore lasciano l’isola in traghetto dopo la misura del divieto di dimora

L’attività investigativa dei militari dell’Arma ha avuto inizio lo scorso mese di luglio. Succede tutto quando la madre di una figlia minore che frequenta l’istituto casamicciolese riceve sul suo cellulare – attraverso il servizio di messaggistica whatsapp – un video che documenta le incredibili violenze perpetrate all’ida una consorella che all’interno del refettorio, viene ripresa all’atto di schiaffeggiare e tirare più volte con forza i capelli a un bambino di appena 4 anni, disperato, alla presenza di altri bambini che la invitavano a fermarsi, colpendo altresì con uno schiaffo il fratello di 8 anni intervenuto per difenderlo, cagionandogli la fuoriuscita di sangue dal naso. La donna racconta ai carabinieri – all’epoca guidati dal capitano Angelo Pio Mitrione – che chi le ha girato il filmato ha timore di recarsi a sporgere denuncia e di non voler fornire assolutamente la sua identità agli inquirenti temendo per sua figlia che pure frequenta l’istituto. E’ il 27 luglio 2022 e in questa data inizia il lavoro degli inquirenti. Ma che cosa mostra il filmato dell’orrore? Dallo stesso si vede chiaramente come Marie Georgette Rahasimala – conosciuta come “Suor Goretti” – si accanisce sul bambino di 4 anni dapprima colpendolo con un panno di colore giallo e poi schiaffeggiandolo reiteratamente, tirando con forza i capelli e non fermando la sua azione nonostante il piccolo sia terrorizzato e piana a causa del dolore provato dalle violenze subite. Non a caso lo si vede anche piegare collo e busto, a dimostrazione del modo con cui viene tirato per i capelli dalla consorella. C’è poi come fonte di prova anche un secondo video, quello nel quale il piccolo sembra trovare conforto tra le braccia del fratello, che ha una copiosa fuoriuscita di sangue dal naso.

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“Suor Goretti” è stata associata presso il carcere femminile, la superiora e le altre due consorelle hanno lasciato l’isola in traghetto senza essere accompagnate dalle forze dell’ordine per dirigersi presso i domicili scelti in attesa dell’interrogatorio di garanzia

LA REITERAZIONE DEGLI EPISODI DI VIOLENZA SUI BAMBINI

Angela De Bonis, detta Suor Edda

Le attività investigative a riscontro – si legge in una nota ufficiale del comando Provinciale di Napoli dell’Arma – effettuate mediante attività tecniche ed escussioni di minori in modalità protetta, hanno consentito di identificare le autrici dei reati nella Madre Superiora che ha la direzione del suddetto istituto, nonché altre tre consorelle in servizio presso il medesimo istituto, ove assolvono le mansioni di addette mensa e al doposcuola, nonché ricostruire ulteriori episodi di sofferenze fisiche nei confronti dei minori ospiti del suddetto istituto, consistite in atti di violenza quali tirate di capelli, schiaffi alla nuca, calci, ciabatte sulle mani, intimando loro in silenzio e privandoli dei telefoni cellulari al fine di impedire riprese foto e video, con le aggravanti di abusare della condizione di inferiorità fisica e psichica determinata dall’età delle vittime nonché di commettere i reati all’interno di istituto di educazione e formazione. Tali elementi hanno portato il Giudice a ritenere tutte le indagate concorrenti nel reato di maltrattamenti e ad emettere nei confronti della consorella ripresa nel filmato, per la brutalità della condotta posta in essere, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere presso la Casa Circondariale femminile, e nei confronti delle altre tre indagate la misura del divieto di dimora nel territorio della Regione Campania. Tutto questo in attesa dell’interrogatorio di garanzia che si svolgerà nei prossimi giorni alla presenza del difensore di fiducia nominato dalle consorelle, l’avvocato Giorgio Varano.

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