GIUSEPPE SILVESTRO – UILTUCS CAMPANIA «No all’abuso del lavoro interinale e precario, sì al lavoro vero e in sicurezza»
«Dopo due anni di pandemia ritorna il 1° Maggio, ritorna la Festa dei Lavoratori, con le manifestazioni di piazza, con le iniziative sindacali e soprattutto con l’obiettivo di porre il Lavoro – le Lavoratrici e i Lavoratori – con le loro preoccupazioni, le loro sofferenze, la loro dignità, le loro speranze e i loro diritti al centro del dibattito, almeno per una giornata.
Eppure farlo per una sola giornata, magari anche in modo retorico e vuoto, rischia di essere inutile e dannoso. Su questo scontiamo un’evidente quanto inaccettabile mancanza di attenzione dei media, soprattutto di quelli di rilievo nazionale. In questi anni – se ben ci riflettiamo – abbiamo visto e sentito di tutto, discutere e sentenziare su materie complesse in modo troppo spesso raffazzonato e talvolta spregiudicato da parte di “ospiti fissi” (anche di opinabile competenza specifica) nei consueti talk televisivi, e oggi scopriamo in che modo vengono scelti e in virtù di quali logiche e di quali “gettoni di presenza”.
Senza polemiche, manca completamente un dibattito, un confronto, una discussione ordinata su quello che invece è un elemento valoriale essenziale che insieme alla Libertà qualifica la nostra Democrazia, la Giustizia Sociale.
I lavoratori e le lavoratrici, i pensionati e le pensionate che non ce la fanno ad “arrivare alla fine del mese”, i troppi giovani che finito il percorso scolastico e universitario, o magari costretti ad abbandonarli anzitempo, stentano a trovare un Lavoro degno di questo nome e che qualcuno vorrebbe condannati a un’eterna precarietà sociale che per forza di cose si concretizza anche nella mancanza di una vera Libertà.
E poi i temi del lavoro, precarietà, erosione dei Diritti, in primis quello di avere un Lavoro vero e non un “lavoretto”, un lavoro regolare e non in nero, una prospettiva certa e non la perenne insicurezza e paura per il destino della propria famiglia, un lavoro “in Sicurezza” che consenta di essere il più possibile tranquilli e ci eviti di assistere all’annuale strage di morti sul lavoro, ad oggi dall’inizio dell’anno piangiamo 189 vite spezzate sul lavoro!
E poi, ci sia concesso da chi governa a tutti i livelli, l’indirizzo vero delle politiche economiche del Paese verso il sollievo alle tante famiglie di lavoratrici e lavoratori, di pensionate e pensionati, degli effetti del rincaro dei prezzi, schizzati negli ultimi mesi anche a causa della situazione internazionale e delle conseguenti speculazioni.
E, per quanto attiene la nostra realtà isolana, i dati sulla disoccupazione pubblicati da questo Giornale e riferiti al 2019 sono inquietanti, e forse anche sottostimati dopo due anni di crisi pandemica. Ischia e Procida – capitale italiana della cultura, hanno e avranno grandi opportunità di emergere ancora nel settore del turismo, i dati della Pasqua e del 25 aprile appaiono incoraggianti; saranno positivi per l’intera società isolana se si tradurranno in lavoro “vero”, regolare, qualificato e correttamente retribuito e tutelato. E su questo è opportuno che venga abbandonato anche l’uso strumentale ed abnorme dell’istituto del “lavoro somministrato” in troppe nostre strutture ricettive nelle quali si riscontrano ormai pochi dipendenti diretti e moltissimi dipendenti delle varie agenzie di lavoro “interinale”, non ci si illuda e non si percorrano troppo queste scorciatoie… sono strade contorte che se abusate portano – quasi senza rendersene conto -all’impoverimento e al conflitto.
E in ultimo, consentitemi, come UIL e come UILTuCS quest’anno vedrà celebrarsi i nostri Congressi, uno dei nostri impegni sarà quello di ripartire dai territori, ricostruendo un rapporto di fiducia innanzitutto con i lavoratori e le lavoratrici del turismo e del terziario, ci vorrà tempo, dedizione ed impegno. Crediamo di poterlo fare.
Quest’anno il Primo Maggio si svolge sul tema “Al Lavoro per la Pace”; un’altra guerra, un’altra insensata tragedia al centro dell’Europa i cui sbocchi sono ancora poco immaginabili ma che si abbatte tutta su milioni di donne e di uomini, di bambini, giovani ed anziani. Abbiamo il dovere tutti di sentirci ed essere impegnati per aiutare a costruire una “Pace Giusta”, Il quadro appare molto chiaro, ogni “imparzialità” in questo caso rischia di essere ipocrita. In questo contesto anche il mondo del lavoro non può essere indifferente!»