CRONACAPRIMO PIANO

Gli avvocati si fermano in Italia, non a Ischia

E’ successo ieri quando la Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane aveva proclamato un’astensione dalle udienze per protestare contro le condizioni delle carceri. Sull’isola non è stato possibile per l’assemblea già svolta lunedì

Una notizia che ha presto varcato anche i ristretti confini della nostra isola suscitando anche una buona dose di curiosità ma che in effetti ha una spiegazione abbastanza logica. Come è noto, nella giornata di ieri la giustizia italiana si è fermata, completamente paralizzata. O quantomeno ha subito una serie di considerevoli rallentamenti. In occasione della giornata del 20 marzo, infatti, la Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane (Ucpi) aveva proclamato un’astensione dalle udienze penali e da ogni attività giudiziaria nel settore. Le motivazioni dello stop erano legate alle condizioni delle carceri nel nostro Paese, che sono sempre più drammatiche. Non a caso, come rileva la delibera dello scorso 2 marzo, infatti, «il fenomeno dei suicidi avvenuti in carcere nei primi 58 giorni del 2024 è in continua ascesa: circa uno ogni due giorni». A questo si aggiunge il sovraffollamento degli istituti, che si somma alla «patologica carenza negli organici di agenti penitenziari, di medici e psichiatri e di operatori sociali», acuendo secondo i penalisti «le già penose condizioni di vita dei detenuti». Infine, l’astensione vuole mandare un messaggio contro «il susseguirsi di episodi di violenza sui detenuti». Pertanto, ecco spiegato perché nella giornata di ieri i tribunali italiani sarebbero stati, così come accaduto, semideserti.

Ovunque, tranne che a Ischia, però, e quando la notizia ha cominciato a circolare in molti hanno oggettivamente equivocato, quasi come ci si trovasse dinanzi a una “causa” che dalle nostre parti interessasse poco o nulla. In realtà qualcuno potrebbe aver travisato ma la mancata adesione degli avvocati isolani è stata dettata da una mera motivazione di natura burocratica. L’associazione forense guidata da Alberto Morelli, infatti, aveva già proclamato un’astensione dalle udienze lunedì 18 marzo per consentire lo svolgimento dell’assemblea degli iscritti. Secondo quanto stabilito dal codice di autoregolamentazione non si poteva proclamare una nuova astensione in attesa di un certo intervallo di tempo, per cui di fatto Ischia ha finito con l’essere esclusa.

Tutto qui, dunque, e nessun caso o chissà quale motivazione fuori dai canoni ordinari. Tornando al resto dello Stivale, diversi gli avvocati che ieri sono scesi in piazza: a Roma si è svolta una manifestazione «con tutte le associazioni sensibili a tale emergenza». Le richieste sono precise, e politiche: «sensibilizzare l’opinione pubblica e, soprattutto, persuadere il Governo, il Parlamento e la politica tutta circa la necessità di adottare atti di clemenza generalizzati». Ovvero: indulto o amnistia, tanto per cominciare. Ma i penalisti chiedono anche di «legiferare urgentemente in materia di concessione della liberazione speciale anticipata, introdurre il sistema del “numero chiuso” ovvero ogni altro strumento atto a limitare in futuro il ripetersi del fenomeno del sovraffollamento». Prevedendo nel frattempo «misure extradetentive speciali per detenuti in espiazione breve». Domandano inoltre di «operare una congrua depenalizzazione, oltre che ridimensionare l’impiego delle misure cautelari personali intramurarie, riconducendole ai principi liberali del minor sacrificio possibile e della presunzione di innocenza».

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