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Cristo si è fermato al Fango

C’è o no bisogno di una Legge Speciale (o Eccezionale) per ricostruire, nella legalità e nella sicurezza, le zone terremotate di Casamicciola e Lacco Ameno? La ricostruzione è una questione eminentemente legale o esclusivamente tecnica di materiali e metodologie costruttive? So che i nostri migliori urbanisti e avvocati amministrativisti stanno mettendo a punto studi e precedenti storico legislativi per verificare come uscire dal cul de sac in cui l’intreccio terremoto-abusivismo ci ha cacciato. Vorrei aggiungere a questo fervore di studi, in vista del Workshop che si terrà il 7 ottobre al Tropical di Sant’Angelo, una mia considerazione da profano, che però ama viaggiare e andare ad analizzare altre realtà territoriali e socio-economiche. Incominciamo a sciogliere un piccolo dubbio: parliamo di “ legge speciale” o “ eccezionale”? I miei lontani studi universitari mi fanno pensare che occorra una legge “ eccezionale” in quanto si tratterebbe di stabilire delle eccezioni rispetto ai principi generali dell’ordinamento giuridico, ma – al tempo stesso – sarebbe una legge “ locale” non estesa a tutto il territorio nazionale e una legge “ speciale” non riguardante la totalità dei rapporti giuridici ma alcuni soggetti, in alcune materie e in alcune circostanze. Ma questa è materia degli specialisti, nella quale ci siamo impropriamente spinti solo per amore del sapere. Ho la quasi certezza che se i nostri studiosi, alla ricerca di una scappatoia legislativa, vanno a verificare esclusivamente i precedenti dei terremoti avvenuti in altre zone d’Italia e il modo di legge in cui sono stati disciplinati, non riusciranno mai a trovare una via legale che ci consenta di conciliare la trasgressione della legge ( abusivismo) con la necessità di ridare un’abitazione a chi l’ha persa ( sempre che si tratti di abitazione primaria e non speculativa).

Dirò, secondo me, quali sono i presupposti su cui fondare una Legge veramente esclusiva per la nostra realtà: a) l’insularità ( non ci sono precedenti di ricostruzione post terremoto in piccole isole) b) già col fascismo Ischia fu prescelta come Laboratorio per lo Sviluppo del Mezzogiorno con l’istituzione – per legge nazionale – dell’EVI, un Ente sovracomunale, con poteri speciali di programmazione urbanistica e turistica, che rimane caso unico in Italia c) va infine considerata la situazione dei Sassi di Matera. E’ vero che la miseria in cui nel 1945-50 versavano gli abitanti delle malsane grotte naturali, in promiscuità con gli animali da allevamento, non era conseguenza di un terremoto.( memorabile il libro di Carlo Levi del 1945 “ Cristo si è fermato ad Eboli” che descrive la situazione miserrima dei luoghi) Però si trattò di fare una scelta coraggiosa: quella di strappare dei cittadini da una comunità di vicinato, dedita alla pastorizia e all’agricoltura, seppure in condizioni igieniche insopportabili, per trasferirli in massa in quartieri totalmente nuovi e dotati di servizi moderni. ( Disegno di Legge n.2141 del 1951 “ Risanamento dei quartieri popolari di Matera e costruzione di abitazioni per contadini, operai ed artigiani). Furono strappati tanti uomini e donne e bambini dal loro habitat per trapiantarli in una realtà nuova e diversa. Le grotte furono abbandonate a se stesse. Fu un errore o, se vogliamo, una “ ricostruzione incompleta” , esattamente come capitò, dopo il 1883, ai quartieri della Marina,  Perrone e Sentinella di Casamicciola. Neo quartieri costruiti in zone sicure, ma strappando i contadini alle loro terre.

Capito l’errore, a Matera i politici nazionali rimisero mano alle grotte e diedero la possibilità ai cittadini di far rivivere queste antiche dimore come museo etnoantropologico, chiese rupestri, piccole botteghe, case vacanza, conservandone caratteristiche, reperti, ricordi ( Legge 771/1986). E’ esattamente quello che dovrà avvenire nella “ zona rossa” terremotata. La storia sismica dell’isola ci sconsiglia di ricostruire al Fango e dintorni. Le case del Maio, del Fango,di Crateca, di Montecito sono case normali ( non grotte come nei vecchi Sassi di Matera) ma sono poggiate su una polveriera. Una Legge Eccezionale dovrà consentire a chi ci abitava, di avere un’abitazione altrove, in un posto sicuro che gli esperti dovranno individuare. La Legge Eccezionale dovrà coraggiosamente separare il concetto di “ casa abusiva” dal “ cittadino abitante”, La prima potrà anche essere totalmente o parzialmente demolita, secondo la gravità dell’abuso. Ma il “ cittadino abitante” non potrà essere lasciato solo a se stesso. E soltanto una Legge Eccezionale potrà consentire al possessore di una casa irregolare della zona rossa di trasferirsi in una casa regolare, col concorso dello Stato. Ma come a Matera così a Casamicciola e Lacco alti, nel momento in cui strappiamo una comunità dalle proprie radici territoriali, dopo aver contribuito a dar loro un’abitazione, dobbiamo mostrare ai cittadini della zona rossa un recupero funzionale dei luoghi abbandonati ( come avvenne per la rivalutazione delle grotte materane) Se non sarà più possibile ricostruire o costruire edifici abitativi nella zona rossa forse essa potrà essere recuperata come sito di “ memoria”, luogo di prudenti e guidate visite turistiche, con un minimo di servizi e commerci di complemento. Forse che le numerose guide di trekking isolane non portavano già i turisti ad ammirare le fumarole di Montecito? Si tratta solo di ampliare il concetto e trovare il modo di cointeressare coloro che hanno abitato quei luoghi a forme di attività turistiche in qualche modo produttive.

Ma questo è discorso di là da venire, preoccupiamoci dell’emergenza. Alla fine degli anni ’40 e inizi ’50, uomini di Stato, della statura di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi, ebbero la sensibilità di legiferare per una piccola città meridionale abbandonata ( Matera). L’interrogativo è: ci sono oggi uomini di Stato in grado di comprendere il doppio dramma di Casamicciola e Lacco; l’irrisolvibilità del nodo abusivismo abbinato alla sconquasso del terremoto? La proposta che circola, sponsorizzata dall’amico Angelo D’Abundo, presidente Osis, e che verrà lanciata anche nel Workshop di Sant’Angelo, di spingere il Governo ad inserire i tre Comuni terremotati isolani nel progetto “ Casa Italia” affinché diventino anche essi “ cantieri pilota” per la sperimentazione di metodi innovativi nella messa in sicurezza antisismica degli edifici, è ottima, ma più per le zone attigue a quella rossa e relativamente agli edifici non abusivi .Chi ha costruito “ contra legem” ha sbagliato, ma c’è una possibilità di emendarsi, di rientrare nell’alveo legale, senza una Legge Eccezionale? Giuristi e tecnici ci diano una risposta!

Franco Borgogna

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