LE OPINIONI

IBS, la sindrome del colon Irritabile

La Sindrome del Colon Irritabile o IBS (IrritableBowelSyndrome) è una patologia relativamente recente dal punto di vista della definizione diagnostica. Tale patologia può essere vista come un insieme di disturbi intestinali cronici, riferibili al tratto di intestino crasso chiamato colon. Nota anche come colon irritabile o colite spastica, questa sindrome è estremamente diversa dalle malattie infiammatorie intestinali (come ad es. il morbo di Crohn). Infatti, mentre in quest’ultime c’è un’alterazione dell’anatomia intestinale, nel colon irritabile l’aspetto dell’intestino è normale e non presenta alcuna anomalia. E’ una condizione cronica, che può durare anni e richiedereun prolungato trattamento.

Il disturbo è associato a due o più dei seguenti sintomi, di cui almeno uno si dovrebbe verificare una volta su quattro:

  • dolore o disagio addominale, alleviato con la defecazione
  • cambiamento nella frequenza delle feci
  • alterazione dell’aspetto, del colore e dell’odore delle feci (feci dure, sciolte o acquose)
  • alterazione del passaggio delle feci (con sforzo o urgenza, con la sensazione di evacuazione incompleta)
  • produzione di muco
  • rigonfiamento o sensazione di rigonfiamento addominale

I sintomi devono essere continui o verificarsi per almeno 3 mesi.

Altri sintomi somatici presenti nell’IBS sono:

  • flatulenza
  • mal di testa
  • letargia
  • frequenza ad urinare
  • mal di schiena

I sintomi psichici più frequentemente rilevati sono ansia e depressione (Pancheri, 1987).

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Quali sono le cause?

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Nel 50% dei casi la sindrome è di natura funzionale, non risultano patologie organiche e i risultati dei test diagnostici sono negativi. Purtroppo, però, alla lunga la sindrome può comportare seri problemi sia organici sia psicologici, poiché i disturbi aumentano, la qualità della vita peggiora e il paziente è costretto a una sorta di isolamento sociale e lavorativo. Spesso la cronicizzazione del disturbo è causata dall’approccio fai-da-te alla cura (diete sbagliate, prodotti di erboristeria, lassativi non idonei) o dalla sopportazione dei sintomi senza ricorso a cura specialistiche. I pazienti sono convinti che la sindrome del colon irritabile abbia solo cause organiche e per questo si rivolgono soprattutto al gastroenterologo piuttosto che ad uno psicoterapeuta. Invece le cause psicologiche sono spesso preponderanti. Il modello cognitivo-comportamentale sostiene che i sintomi fisici dell’IBS sono mantenuti dall’interazione di fattori fisiologici,  psicologici  e sociali. Tra i fattori psicologici e sociali vi sono:

  1. il perfezionismo difficoltà di conciliare le aspirazioni di autorealizzazione con gli ideali di perfezionismo che il paziente ha interiorizzato.
  2. la difficoltà ad esprimere, in modo diretto,  il proprio disagio psicologico che si palesa attraverso sintomi fisici quali l’IBS
  3. la tendenza ad auto colpevolizzarsi. Assumersi la responsabilità di qualsiasi evento negativo, e questorappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di IBS
  4. il Self-silencingscheme  tendenza ad autozittirsi, ad assecondare le esigenze altrui facendo ciò che gli altri si aspettano, negando e svalutando i propri pensieri e bisogni. 

Quali sono le cause prossimali degli episodi di IBS?

Secondo il modello cognitivo-comportamentale gli episodi di IBS sono precipitati da un’attenzione selettiva sulle sensazioni corporee e una successiva interpretazione catastrofica di queste sensazioni. Ciò significa che l’ attenzione del paziente viene catturata e si focalizza sulla pancia al punto tale che il soggetto si mette “in ascolto” attivo delle sensazioni che provengono da quella parte del corpo, e una volta percepita una sensazione viscerale il paziente automaticamente la interpreta come legata al suo problema intestinale e comincia a fare pensieri negativi e catastrofici tipo: “mi sto sentendo male”, “dovrò correre al bagno e non farò in tempo”, “tutti si accorgeranno dei miei rumori-odori”, “Aiuto, starò male”. Queste interpretazioni negative non contemplano altre possibilità come il fatto di aver mangiato male, aver dormito poco, di trovarsi in una situazione stressante o essere affaticati dal lavoro e così via… I pensieri negativi diventano quindi fonte di intensa ansia che, aumenta ulteriormente i sintomi intestinali. Si crea in questo modo un circolo vizioso che si auto perpetua e cronicizza i sintomi.

Chi ne soffre?

L’IBS è un disturbo molto diffuso, sottovalutato e poco curato. Si riscontra principalmente nei paesi occidentali, con percentuali nella popolazione generale che variano dal 10 al 20% (Lanng et al., 2003; Ringel et al., 2001). In Italia ne soffre il 10-18% della popolazione generale giovane-adulta, con una prevalenza da 2 a 3 volte maggiore tra le donne. È presente soprattutto in quei contesti lavorativi molto stressanti, dove regna la competizione. Altri fattori di rischio più generali sono la presenza di abuso nella storia del paziente ed eventi stressanti.

In cosa consiste il trattamento?

Oggi tutte le ricerche sottolineano la necessità di utilizzare un trattamento psicoterapeutico per ottenere: la riduzione dell’intensità e della frequenza dei sintomi sia psicologici sia fisiologici, la riduzione dei dolori addominali, la riduzione del numero di volte in cui il pz deve correre in bagno, il miglioramento della qualità della vita e dello stato d’ansia e di depressione nonché una migliore gestione dello stress. Ma vediamo insieme gli obiettivi di un trattamento psicoterapeutico:

  1. Aiutare la persona ad assumere una maggiore consapevolezza della sindrome IBS tramite un programma educativo.
  2. Aiutare la persona a identificare le relazioni tra pensieri, sentimenti, comportamenti, l’ambiente circostante e i sintomi dell’IBS.
  3. Renderlacapace di sviluppare e implementare modi sempre più efficaci di rispondere all’IBS al fine di migliorare la qualità della vita.

Unire l’approccio medico, per curare i sintomi, a quello psicoterapeutico,per far luce sulle cause e risolverle al fine di ristabilizzare una corretta comunicazione tra intestino e cervello risulta essere la strategia vincente. Cosi da seguire alla lettera la famosa frase di Giovenale “Mens sana in corpore sano

Liberamente” è curata da Ilaria Castagna, psicologa, laureata presso l’Università degli Studi de L’Aquila, specializzanda presso la Scuola di Psicoterapia Cognitiva Comportamentale di Caserta A.T. Beck

Tel: 3456260689

Email: castagna.ilaria@yahoo.com

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