CRONACA

IL CASO Morte Lina Balestrieri, presentata richiesta di risarcimento danni

Una richiesta di risarcimento per danni morali, patrimoniali, biologici ed esistenziali è stata presentata, con l’assistenza dell’avvocato Bruno Molinaro, da parte della famiglia di Lina Balestrieri, una delle due vittime del terremoto di Casamicciola Terme. La sfortunata donna, negli attimi del terremoto, si trovava, purtroppo, in via D’Aloisio dove venne colpita da alcuni calcinacci caduti dal timpano della Chiesa di Santa Maria del Suffragio, detta anche dell’Addolorata, una Chiesa che, secondo gli accertamenti effettuati, sarebbe stata abusiva. A renderla tale, i lavori effettuati senza i prescritti titoli abilitativi nel 1970, l’anno dopo che la chiesa era stata interessata da un grave incendio. I lavori effettuati, dunque, non erano legittimi e, pertanto, l’edificio di culto sarebbe stato da abbattere. Nello specifico, secondo la richiesta formulata dall’avvocato Bruno Molinaro, nella vicenda della morte di Lina Balestrieri vi sarebbero distinti profili di responsabilità a carico rispettivamente della Diocesi di Ischia, del Comune e della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Area Metropolitana di Napoli. Mentre la Diocesi, però, sarebbe coinvolta solo per essere la proprietaria dell’immobile, sarebbero ben più gravi, invece, le responsabilità del Comune e della Soprintendenza che, secondo quanto riportato, avrebbero omesso la dovuta vigilanza né concretamente sanzionato gli abusi accertati, non avendo i carabinieri delegati dalla Procura rinvenuto presso l’archivio del comune la concessione edilizia prescritta.

Lina Balestrieri

In altri termini, secondo il legale e la logica, se la demolizione fosse stata effettivamente disposta ed eseguita, la Chiesa non sarebbe esistita al momento del terremoto e la stessa Lina Balestrieri quella tragica sera non si sarebbe recata da quelle parti per andare a messa. Peraltro, secondo alcune ricostruzioni fotografiche, i lavori sarebbero stati eseguiti anche in violazione della normativa antisismica applicabile all’intero territorio comunale, realizzando un timpano con pesanti pietre di tufo ma senza l’appropriato sostegno. Se le indagini penali si sono dovute fermare per l’impossibilità di individuare dei responsabili in vita o in carica, resta aperta la strada della causa civile. La famiglia di Lina Balestrieri, attraverso l’avvocato Molinaro, il 9 dicembre scorso ha inoltrato ufficialmente la richiesta di risarcimento alle parti interessate ed è ora in attesa di una risposta prima di dare avvio ai procedimenti legali.

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