LE OPINIONI

IL COMMENTO Come garantire un futuro ai Maronti

DI ANTIMO PUCA

Il delicato ambiente costiero Maronti Sant’Angelo è da sempre in evoluzione dinamica, per via del fatto che i litorali sabbiosi sono i territori più vulnerabili in cui maggiormente si manifestano anche gli effetti dell’interazione tra l’uomo e i processi naturali. Molte le energie che nel tempo sono state profuse nel tentativo di contrastare il fenomeno dell’erosione del litorale e da anni il ripascimento costante dei lidi più fragili impegna energie e risorse nei ripascimenti (“progettone”) perseguiti nella logica della sostenibilità e della salvaguardia ambientale come è giusto che sia. Ma anche i ripascimenti nel tempo possono non essere più efficaci, laddove i ripascimenti programmati attraverso il versamento di sabbia aggiuntiva, continuano a raschiare un fondale già malmesso, in quanto i mezzi meccanici utilizzati rovinano il fondale e depositano poca sabbia mista a fanghiglia, che difficilmente consente di recuperare uno spazio utile sull’arenile per tutte le attività di accoglienza. In una situazione resa emergenziale ha portato alla perdita di diverse decine di migliaia di metri cubi di sabbia che difficilmente sarà ripristinata con le lavorazioni meccaniche dei fondali. Anche il cordone di sabbia eretto non è in grado da solo di proteggere l’arenile senza un’adeguata ricostruzione delle difese lungo il litorale a protezione sia delle attività economiche insediate che di coloro che abitano nelle zone di mare.

Il 5 giugno del 1979 Francesco Compagna, ministro del partito repubblicano, progettó una scogliera emergente, scogliera a martello Questa scogliera salverebbe completamente il tratto zonale Cava Scura e le vicine attività, La Cava Del Fresco, Stalino, La Regina del Mare, Angelina, ed altre, a partire da una zona chiamata “caduto”. Nel Consiglio Comunale di Barano nel 1979 ci stava il sindaco Cenatiempo che diceva: “noi chiamiamo quella zona il caduto perché periodicamente si verifica una frana”. La Sovraintendenza bocció questo progetto di scogliera emergente a martello perché diceva che era troppo vistoso e che avrebbe determinato inquinamento. Oggi che Legnini ha il potere di derogare un piano paesistico è l’unico che può fare questo e non ci vuole una grande somma. Il fine è di stabilizzare la linea di costa favorendo l’ampliamento delle spiagge nelle zone protette, laddove i soli ripascimenti negli anni non si sono dimostrati utili per contrastare l’erosione e l’arretramento della linea di riva, in quanto la sabbia apportata tende a migrare nel giro di breve tempo sui fondali, a tutela delle numerose attività economiche e di un sistema turistico fra i più importanti a livello nazionale ed europeo, quale è quello della costa Maronti Sant’Angelo.

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