LE OPINIONI

IL COMMENTO Flegra 24, lo sport e la coesione sociale

Buona, anzi ottima notizia, quella della presentazione del dossier di Flegra 2024 (I sei Comuni dell’isola d’Ischia più i Comuni di Monte di Procida e di Bacoli), per la candidatura a Comunità Europea dello Sport, che è segmento diverso da Capitale Europea dello Sport, che riguarda una sola città. Ottima, perché finalmente i sei Comuni isolani agiscono di concerto e, soprattutto, perché lo fanno d’accordo con due importanti Comuni dell’area flegrea della terraferma, uno dei quali amministrato dal Sindaco Josi Della Ragione, rivelatosi il più coraggioso, innovativo e battagliero Sindaco del territorio campano. Il destino dell’isola d’Ischia non può che essere legato all’area flegrea, per caratteristiche storiche, archeologiche, geomorfologiche, di amministrazione sanitaria, religiosa e civile, nonché per ragioni di traffico marittimo. Ottima notizia ma guardiamone anche i rischi e i possibili limiti, proprio per evitare errori di presunzione e di riduzionismo al mero obiettivo della massimizzazione turistico-economica. Errori in cui purtroppo è incappata l’isola di Procida, abbacinata da improvviso benessere da over tourism, che non lascia al territorio traccia di strutture e infrastrutture che diano impronta di “modernità nella conservazione”. Quali sono questi rischi? Qualcuno, purtroppo, trapela da certe dichiarazioni rilasciate da amministratori pubblici ed imprenditori, in fase di presentazione del progetto Flegra. Il rischio di vedere l’evento come occasione soltanto per incrementare una tantum il particolare segmento di turismo sportivo.

Il sindaco di Bacoli, Josi Gerardo Della Ragione

Guardate, invece, cosa ha dichiarato l’intelligente Sindaco Della Ragione: “Abbiamo investito passione,cuore,competenze, entusiasmo. Ce l’abbiamo messa veramente tutta per mostrare ( n.d.r. alla Commissione Aces) i nostri tesori. Siti archeologici, paesaggi,palestre, stadi. Ma soprattutto persone. Gli atleti, i bambini, gli anziani, le associazioni. Un’unione così forte non c’era mai stata. E’ la svolta per i Campi Flegrei. Vogliamo diventare un modello virtuoso”. Avete capito? Il Sindaco di Bacoli coniuga sport, cultura, storia e, soprattutto mette, al centro del Progetto, le “persone”, le associazioni. Ecco la via maestra! La Commissione Aces, nel visitare i vari Comuni interessati, oltre a valutare le strutture sportive a disposizione, ha sicuramente gradito constatare, nel grande spazio libero della grande piazza del Soccorso, scorrazzare bambini e ragazzi con bici e palloni. Questa si chiama “coesione sociale”, vivibilità, espansione delle energie psicofisiche della popolazione più giovane. Eloquenti sono state le parole del Presidente Aces , Vincenzo Lupatelli, sulla candidatura di Flegra: “Questa comunità è praticamente unica in quanto unisce ciò che il mare divide, non esiste in Europa una Comunità candidata che abbia questa peculiarità”. Se, come speriamo, la Commissione Aces dovesse, nei prossimi giorni, accettare la candidatura di Flegra, i Comuni interessati dovranno, nella preparazione della fase esecutiva, coinvolgere le “persone” e le associazioni.

Un momento della presentazione di Flegra a Forio

Lo sport deve diventare davvero il collante di una società che oggi sempre più va ripiegandosi verso l’individualismo più spinto. Quando diciamo, con molta enfasi, che “la cultura non isola” dobbiamo precisare che non isola la cultura del Bene Comune, non certo quella individualistica che si piega sui telefonini in un solipsismo estraniante. Nei giorni scorsi, è apparso sul quotidiano La Repubblica, un articolo del monaco laico Enzo Bianchi, dal titolo: “Il bene comune e la politica”. In tale articolo Bianchi cita il libro di Francois Flahault, Direttore del Centro parigino di Ricerca su arti e linguaggio, intitolato “Où est passé le bien commun?” (Dove è andato a finire il bene comune?) E Bianchi rammenta a tutti noi il significato di “Bene comune”. “Bene” è ciò che vorremmo per noi stessi e auguriamo alle persone alle quali siamo legati, e “Comune” non è semplicemente un bene materiale o immateriale condiviso e condivisibile, ma è una condizione di vita che mira all’umanizzazione di tutti e all’intensificazione delle relazioni interpersonali. Destinatario del bene comune non è dunque l’individuo ma la “persona”, proprio quella invocata da Josi Della Ragione. Oggi molti fattori, come la pandemia, la guerra, il riesplodere degli egoismi nazionali ha rilanciato l’idea di un individualismo esasperato e l’idea politica che la ”libertà“ significhi assicurare il massimo di agibilità all’individuo. Ma l’individuo, sganciato dalla socialità dei rapporti, ha senso? Può la diversità e la specificità di ogni uomo giustificare la chiusura dell’individuo in una monade e ipotizzare che sia autosufficiente? Ma senza ricorrere a sistemi filosofici complessi, anche il modesto tavolo domenicale al bar Calise di un gruppo di amici, che non si stanca di discutere e confrontarsi, è pervenuto a qualche utile conclusione. Al tavolo non partecipano solo anziani, ma anche giovani dinamici, come Gianni Mattera, detto Adelante, che ha prospettato al tavolo proprio il tema della coesione sociale. Gianni, attualmente è il Presidente della Pro Loco Ischia, sa di turismo, ma capisce che una società “viva”, prima ancora che di quantità di turisti ha bisogno di un’intelaiatura sociale. E finché gli isolani, e non solo isolani, rimarranno chiusi nel soliloquio utilitaristico ed egoistico, finché giovani e meno giovani rimarranno chini sui telefonini, illusi da una pseudo socialità da Facebook, non faremo passi avanti effettivi.

Gianni Adelante Mattera

Quella che è nata tra i Comuni isolani, Bacoli e Monte di Procida non è perciò solo una grande occasione per lo sport e il turismo. E’ una grande occasione di “coesione sociale”. Del resto, non abbiamo sempre sostenuto che lo sport affratella? Dimostriamolo! E qui mi riallaccio anche alla recente Festa per il centenario dell’Ischia Calcio. Ad alcuni è piaciuta, ad altri no. E’ stato intelligentemente sottolineato che era espressione di un gruppo di ultras tifosi, senza l’appoggio di Istituzioni e senza il coinvolgimento preventivo della società civile ischitana. Ne è risultata una festa con molte e gravi dimenticanze di personaggi importanti (da Filippo Ferrandino a Peppino Abbandonato per esempio). E’ soltanto un ulteriore piccolo esempio che la “coesione sociale” non s’inventa dall’oggi al domani, ma si costruisce giorno per giorno e col contributo di tutti. Ma lo stesso si può dire anche fuori dallo sport: per il mantenimento del Tribunale ad Ischia, per una sanità all’altezza di un’isola turistica importante, per la sicurezza stradale, per i trasporti. “Partecipazione” e “coesione” sono i sostantivi che latitano in quest’isola. Infine, e per ritornare al punto di partenza di questo articolo, tengo a sottolineare che, almeno per quello che a me risulta, non è stato fin qui evidenziata l’origine etimologica di “Flegra”, che non è fatto secondario. Il nome Flegra (da cui poi l’aggettivo” flegreo”) è attribuito, da poeti e mitografi, al luogo che fu teatro della gigantomachia. Ma non è legato alla Tessaglia, dove i Titani tentarono la scalata all’Olimpo. E’ piuttosto legato a un passo dantesco dell’Inferno (canto XIV), in cui Capaneo sostiene che Giove non potrebbe abbatterlo anche se ricorresse a tutti i Ciclopi e a tutte le loro armi. “Sì com’el fece a la pugna di Flegra/ e mi saetti con tutta la sua forza:non ne potrebbe aver vendetta allegra”. L’area Flegrea, di cui siamo parte importante, ha storia, cultura, natura, mito. Aggiungiamoci anche lo sport, ma non come corollario o promotore di turismo, ma come ingranaggio essenziale di un motore sociale che al glorioso passato, al problematico presente, deve aggiungere un lusinghiero futuro.

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